venerdì, Aprile 19, 2024

The Interview di Evan Goldberg e Seth Rogen: la recensione

Nessuno ci può censurare, nemmeno tu…” cinguettava nei giorni scorsi il leader americano rivolto al leader coreano.
E così The Interview, la pellicola di fantapolitica a sfondo satirico prodotta da Sony Entertainment Pictures che racconta l’attentato alla vita di Kim Jong-un, il “caro leader” nord-coreano, è uscita in 300 sale americane addirittura il giorno di Natale. Nel giugno 2014 il Korean Central News Agency, organo ufficiale di stampa della Corea del Nord, aveva minacciato ritorsioni se il film fosse stato distribuito. Certo la figura di Kim non ne esce bene, dunque c’è da capire, ma neanche gli USA fanno una gran figura, e questo probabilmente avrà convinto il “caro leader” a ritirare le minacce e negare responsabilità su fantomatici attacchi di hacker ai danni del sistema informatico della Sony.
Il balletto delle responsabilità è stato notevole, il mistero si è infittito fino a diventare buio totale, il sospetto è che l’attacco dei “Guardiani della Pace” alla Sony Entertainment Pictures, hacker prezzolati (secondo l’FBI) dal regime nordcoreano, sia stata la più grossa bufala del 2014.

Da notizie dell’ultim’ora pare che, messo online dalla stessa Sony, The Interview sia il titolo più scaricato di sempre (2 milioni di volte dal 24 dicembre), per un incasso totale di 15 miliardi di dollari. In diretta da Google: “Sony domenica ha annunciato la messa online del prodotto, su YouTube e Google Play, su XBoX Video e sulla sua piattaforma dedicata in HD e su iTunes. Il film, negli Stati Uniti e in Canada è a disposizione a noleggio per 48 ore a  5,99 dollari, e in acquisto a 14,99 dollari.

Non abbiamo mai rinunciato all’uscita del film – ha dichiarato l’amministratore delegato di Sony Pictures, Michael LyntonSiamo orgogliosi di renderlo disponibile al pubblico e di aver resistito a chi ha cercato di sopprimere la libertà di parola. Proseguiranno ininterrotti i nostri sforzi per assicurarci più piattaforme e più sale, in modo che il film raggiunga la più grande audience possibile”.

Adesso che la vicenda, su cui si è allungata inquietante anche l’ombra di Pechino, sembra conclusa, continuiamo a chiederci se dobbiamo esser grati alla Sony per aver difeso così strenuamente la libertà di parola di fronte al mondo intero o se, come direbbero i saggi di area napoletana, è il caso di ripetere “ccà nisciun’ è fess”.

Non andremo avanti con valutazioni di alta politica internazionale e illazioni sulle regole del web marketing, pensiamo sia opportuno occuparci solo del film che, a suo modo, è interessante. Inaspettatamente, infatti, e a dispetto della straordinaria bagarre mediatica che non gli stava rendendo un buon servizio, alimentando sospetti di pochezza artistica, tutto il frizzante carrozzone messo in piedi da attori, registi e produttori si regge bene e butta a mare una bella serie di stereotipi sullo stile tutto yankee di prendersi sul serio in fatto di politica internazionale. Merito di due attori molto ben dotati quando si tratta di sembrare serissimi prendendo per i fondelli, James Franco e Seth Rogen, la storia va avanti in un crescendo inarrestabile, mescola fantapolitica a satira dai tratti demenziali e crea un gustoso cortocircuito comico che si appoggia ad uno script ricco di simpatiche e geniali sorprese.
La prima è la deliziosa fanciullina coreana con fiocchetti gialli fra i capelli neri che canta con vocina penetrante, davanti all’alta corte schierata in pompa magna intorno al “caro leader”, le più feroci maledizioni contro gli americani:

Il nostro amato leader è saggio/ è garbato gentile e forte. | Gli auguriamo gioia.Gli auguriamo pace. Gli auguriamo amore. | E una cosa ai giorni nostri gli auguriamo più di questo/ che gli Stati Uniti esplodano in una palla di fuoco. | Siano costretti a morire di fame e implorare, e siano devastati dalla malattia. | Siano indifesi, poveri, tristi e freddi! Sono arroganti e grassi, sono stupidi e cattivi, possano affogare nel loro stesso sangue e feci! | Muori America, muori! | Oh, per favore, morirai?Riempirebbe il mio piccolo cuoricino di gioia! | Possano le vostre donne essere tutte stuprate da bestie della giungla mentre i vostri figlioli siano costretti a guardare.

Parliamo poi della fantastica mimica e ricca serie di gag della coppia protagonista, James Franco e Seth Rogen, che si autoalimentano in modo esponenziale quanto più la situazione s’ingarbuglia, condita da un trash a base di allusioni sessuali e scatologiche così esibito da sembrar finto.

Viceversa, finti non sono affatto gli speaker schierati da tutte le emittenti televisive ad alimentare nello spettatore medio l’odio del nemico con sane dosi di terrorismo psicologico: “Is the U.S in danger?– chiede alla nazione Breaking News interrompendo il programma di Dave Skylark (James Franco) -“Le forze di Kim Jong-un hanno bombardato un’inabitata isola del pacifico con un ICBM termonucleare di 15 megatoni e Kim Jong-un è un giovane leader inesperto di reazioni nucleari”.

C’è di che tremare, ma quando alla notizia seguono i soliti profili giornalistici che rimpinguano la cronaca scavando nel privato, si scopre che Kim adora i programmi americani d’intrattenimento come quello di Dave. Il mitico Dave Skylark, conduttore di Skylark Tonight, e Aaron Rappoport (Seth Rogen), produttore nonchè ebreo, sono a caccia dello scoop della loro vita. E la vita non ce la lasceranno solo perchè The Interview è un film. Il loro programma è già nella top ten delle sigle d’intrattenimento, merito di colpi in diretta come quello di Eminem che dichiara per ben quattro volte in trasmissione di essere gay o la notizia di McConaughey che scopa una capra.

Sono di certo in corsa per l’oro, un qualche Award è già nel loro orizzonte, ma che Kim Jong-un sia un avido consumatore di Skylark Tonight è roba da Olimpo. Bisogna andare assolutamente ad intervistarlo, nulla può fermare quel pazzo di Dave, nemmeno l’ebraica saggezza dell’amico Aaron che, del resto, non farà molta fatica a convincersi a seguirlo. Purtroppo non hanno fatto i conti non tanto con l’apparato difensivo di Kim quanto con la CIA, sempre pronta a mettere il suo marchio alle imprese dei fedeli sudditi.

Seduta stante i nostri eroi sono precettati per un’impresa di alto profilo patriottico: far fuori Kim Jong-un. Inutilmente recalcitranti (finiti i tempi delle grandi spie internazionali) devono rassegnarsi ad ascoltare agenti CIA, guidati dall’immancabile bellissima donna di tipo bionico, che spiegano come usare mezzi sofisticati di eliminazione dall’avversario. Non essendo i due esattamente come James Bond, il gran casino sarà la loro cifra distintiva.
Ma come sempre (o quasi) i nostri eroi americani ce la faranno e sapranno volgere al bene le forze del male.

Il gran baraccone del regime nord coreano troneggia sullo sfondo, la reggia inespugnabile del gran capo, le parate oceaniche, le drogherie piene di merce finta da mostrare a distanza, ma non è da meno il gran carnevale degli studi televisivi americani o l’apparato superfantatecnologico della CIA, che dai tempi di James Bond non ha mai smesso di escogitare modi sempre più fantasiosi per vincere la guerra. Stavolta c’entrano le mani, e gli sforzi per riuscire con una mano sola a sganciare il reggiseno della focosa Sook (Diana Bang), convertita per amore alle ragioni yankees, sono un mirabile esempio di dedizione alla causa. Ma nulla va rivelato, il thriller è al massimo della tensione e non sapremo, fino al gran finale, chi vincerà, se i nostri eroi riusciranno a tornare in patria, se Kim cadrà giù da quell’elicottero da cui si sporge pericolosamente, se i missili a testata nucleare partiranno per le loro destinazioni.
L’unico particolare che ci sentiamo di aggiungere senza timore di spoiler è che è tutta colpa di un pompelmo finto, perchè sì, tutto va bene, ma i pompelmi finti no!

E il cuccioletto,Digby, quello no, è vero, ed è il regalo di Kim a Dave. Dopotutto, si erano fatta simpatia a vicenda. Accidenti alla real politik!

Paola Di Giuseppe
Paola Di Giuseppe
Paola di Giuseppe ha compiuto studi classici e si occupa di cinema scrivendo per questo e altri siti on line.

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