martedì, Marzo 19, 2024

Tokyo Police Club – Forcefield: la recensione

Quattro anni sono passati dall’ultima uscita dei Tokyo Police Club: Champ, disco che tengo ancora caro in quanto rappresenta un’epifania nel mondo dell’indie e alternative rock, ancora commerciale ma con una vena di indipendenza non sopita.Eccezion fatta per la parentesi coveristica di Ten Songs Ten Years Ten Days, divertissement che conferma una vicinanza con il mondo pop mainstream, la band di Ontario torna oggi con Forcefield, disco d’ispirazione stellare ma dal cuore concretamente rock, anticipato dal singolone Hot Tonight. Possiamo affermare fin da subito che questo disco può assurgere al ruolo di disco di lancio nel mondo del rock mainstream: considerando però che l’intelligenza e la previdenza del gruppo è, ad oggi, abbastanza forte da prevalere sull’ansia da successo mancato.

Ma procediamo con ordine; parlavo del singolo Hot Tonight: ottimo pezzo, con le chitarre in primo piano e i cori da classifica al punto giusto (Bastille, Capital Cities, Kasabian, Coldplay e molti altri hanno fatto scuola per quanto riguarda le strategie di ingresso nella top ten dei singoli). Gonna Be Ready potrebbe essere il successore, già lo vedo campionato come This Head I Told degli Electric Guest per la nota marca francese di prodotti per cosmesi, con la sua rullata potente e imponente. Le canzoni che seguono invece sono molto in stile TPC, Feel the Effect ad esempio prosegue imperterrita con un ritornello da impappinamento, Through the Wire continua altalenante su quel malinconico glamour da hipster alla Wes Anderson.

Il cantato del bassista Dave Monks è ancora a metà tra l’adolescente innamorato e l’esistenzialista perduto nei sogni, direi la componente che meglio identifica il lavoro del gruppo. Da evidenziare la traccia migliore del lotto, Argentina Parts 1, 11 & 111, traccia d’apertura di otto minuti e trentadue segmentata in tre parti. Un esperimento insolito, una intro degna del disco precedente, che apre alla solarità del nuovo lavoro con tre movimenti di matrice rock inzuppato di synth vaganti nello spazio. Proprio per questo motivo credo che la notorietà colpirà i TPC ancora tangenzialmente, senza intaccare lo stile del gruppo, gli obiettivi a medio e lungo termine, le proprie radici. Non vorrei mai una svolta house per questi quattro giovani che sfidano lo show-biz con la propria onestà.

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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