venerdì, Marzo 29, 2024

Andrea Arnoldi e Il Peso Del Corpo – Le cose vanno usate le persone vanno amate: la recensione

Dalla sempre fertile scena bergamasca arriva un’altra interessante nuova proposta: Andrea Arnoldi E Il Peso Del Corpo, ensemble folk ad assetto variabile che ruota attorno al suo leader, autore di parole e musiche, oltre che arrangiatore e chitarrista del gruppo. Ad accompagnarlo in questo Le cose vanno usate le persone vanno amate si sono alternati una dozzina di musicisti, che hanno permesso di sperimentare con suoni e arrangiamenti, tirando in mezzo strumenti di ogni tipo, da fiati solitamente poco utilizzati in ambiti non classici come la bassotuba agli utensili da cucina, passando per stranezze esotiche come la campana di cristallo di rocca.

Il disco, anche se a un primo ascolto distratto potrebbe non sembrare, ruota attorno al tema della morte, affrontato con una certa leggerezza velata di malinconia, espressa alla perfezione dagli arrangiamenti misurati e privi di horror vacui che impreziosiscono i brani, con soluzioni molto riuscite che possono ricordare, per esempio, i migliori Yo Yo Mundi. Le riflessioni di Andrea partono quasi sempre da citazioni e rielaborazioni di frasi legate al tema conduttore di grandi autori del passato, soprattutto del Novecento, da Chlebnikov a Deleuze. Con la sua sensibilità e con un lavoro di cesello sulle parole da lui aggiunte Andrea riesce a fare suoi e a rielaborare quei pensieri, donandoceli e portandoci a riflettere su quello che è sempre stato e sempre sarà il più grande mistero su cui l’uomo può interrogarsi.

Non abbiate però paura ad approcciarvi a Le cose vanno usate le persone vanno amate, come già detto la leggerezza necessaria ad affrontare temi di questo spessore è sempre presente e la risposta finale (o meglio, una di quelle possibili) è abbastanza consolatoria, vale a dire il fatto che sia l’amore l’àncora a cui aggrapparsi, come intuibile anche dal titolo dell’opera. Alla fine potreste anche ritrovarvi a canticchiare qualche verso di Ringiovanimento o di Cosmogonia o magari proprio di Àncora, consapevoli o meno del tema di fondo di canzoni così lievi e capaci di far volare la fantasia e il cuore.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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