giovedì, Aprile 25, 2024

Una Nessuna Centomila: l’esordio solista di Marzia Stano, ovvero, UNA

Non è Vitangelo Moscarda ad incarnare le sorti di questo romanzo, né la Sicilia a darne i natali. Protagonista principale è Marzia Stano, già front woman e fondatrice dei Jolaurlo, al suo esordio col moniker Una. Ad accompagnarla in questo capitolo compaiono una serie di musicisti a dir poco addentro il panorama musicale odierno fra cui Andrea Mancin alla batteria (My Awesome Mixtape, Giardini di Mirò), Giacomo Fiorenza (I Cani, Colapesce), Lucio Morelli (Max Gazzè, Paola Turci) e Gianni Masci già chitarrista nei Jolaurlo.

Una Nessuno Centomila raccoglie un totale di dieci pezzi derivati dalla scrematura dei trenta scritti fra l’estate del 2011 e l’autunno del 2012. Dal rarefarsi delle bozze, deriva un album dalle forme pure, chiuso a doppia mandata dentro la struttura della canzone e particolarmente legato al binomio chitarra voce. Non per questo si può parlare di lavoro acustico, tutt’altro. Una Nessuno Centomila vibra di un rock asciutto e pulito che lascia spazio qua e là a qualche sghiribizzo della chitarra elettrica, pur sempre contenuto e mai in primo piano rispetto alla voce.

Pezzo dopo pezzo, colpisce come la scrittura quasi diaristica di Una trovi la propria dimensione senza rischi di banalità, lasciando aperti gli spiragli per ogni moto d’anima; si susseguono le dichiarazioni riottose di Come il mare e Contraria, le distorsioni oniriche alla Ginevra De Marco in Oggi è un bel giorno, i capovolgimenti prospettici di Lezione di storia dell’arte e Non è colpa delle rose, di  fino all’andatura cantilenante di Farfalle che ben rappresenta quel senso folk, e quindi immerso nelle dinamiche popolari, di cui l’album è intriso.

Ed è probabile che un lungo tirocinio presso i nomi della migliore tradizione rock folk americana (Bob Dylan, Patty Smith, Joni Mitchell) unito ad esempi del cantato italiano come Angela Baraldi e Cristina Donà (per dirne solo due), giochi tutt’ora un ruolo importante nella produzione di Una.

Dieci pezzi che o per una rima particolarmente riuscita, o per una melodia azzeccata, riescono facilmente a farsi ricordare, e riascoltare. Ma su tutte, Fuori di testa guadagna la doppia stella dell’ascolto impreziosendo ulteriormente il lavoro complessivo.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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