venerdì, Aprile 19, 2024

Baby Dee – la fotointervista in esclusiva; Londra, 13 Marzo 2011

Forse deriva anche dalla sua attitudine hard rock…

Decisamente. Lui è proprio hard rock, il perfetto big party guy. Se hai presente il programma che fa con i bambini, è assurdo. Fanno esplodere qualsiasi cosa, è liberatorio e casinista.

Venendo all’Italia. Quando hai lasciato New York per un periodo sei stata in Europa. Sei capitata in Italia?

C’è stato un periodo negli anni Settanta in cui sono stata appunto in Europa e giravo in tour. Per la maggior parte del tempo sono stata però a Parigi e a Lisbona. In Italia son stata tardi, non prima del 2000. Il mio primo booking agent per l’Europa era di Torino ed è proprio a Torino che ho suonato da sola per la prima volta in Italia.

C’è un concerto che ricordi in particolar modo in Italia?

Oh, sì. Proprio un concerto a Torino. Abbiamo suonato in un ex cimitero [di San Pietro in Vincoli]. Da fuori sembra un grande edificio, poi entri e c’è una sorta di giardino con dietro una facciata e una specie di tempio, su cui abbiamo suonato. È stato assurdo. Chi avrebbe mai pensato che suonare in un cimitero potesse essere così spettacolare. Per me è stato unico e commuovente. E poi non è come in America dove le immagini nei cimiteri sono più gioiose, con gli angioletti e roba così, le sculture sono più austere, con teschi e ossa…

Era di certo la location adatta per i momenti più oscuri della tua musica.

Sì. Nell’ultimo album c’è una canzone intitolata On The Day I Died, quindi vedi bene che con la mia musica mi capita di andare in quella direzione. Ma è ben diverso andarci in una canzone o in un album. Andarci in una performance è ben diverso, è difficile. E non mi ci sento neanche a mio agio, devo dire. Tendo sempre a preferire soggetti più allegri, perché è un dato di fatto, non c’è niente di bello nella morte, niente di niente, neanche vedendola in modo romantico. Ma in quell’occasione mi sono lasciata andare e in qualche modo era come se i morti fossero parte dell’audience. Quel posto è davvero stregato.

Uh, parlando dell’Italia, guarda qui che belle scarpe mi hanno regalato. Abbiamo suonato ad una sfilata e mi hanno regalato queste scarpe, che mi hanno detto appariranno su Vogue, calzate dai miei piedi. Quindi sarò su Vogue, nella sezione degli accessori, ma solo i miei piedi! Abbiamo suonato a Firenze per la sfilata di Paolo Quaranta, che è anche responsabile dell’artwork di David [Tibet, dei Current 93]. Io, David e Andrew Liles, abbiamo messo su un terzetto e suonato per l’occasione.

Caspita, una specie di concerto segreto…

Sì, era proprio per la sfilata. Mi ha colpito molto la quantità enorme di lavoro e di preparativi che stanno dietro a questi eventi che in fin dei conti poi durano un quarto d’ora. È stato bellissimo… e poi i miei piedi hanno avuto successo!

Tornerai presto in Italia?

Sì, con i Current credo alla fine di questo mese, mentre per questo nuovo disco arriverò in tour in Europa non prima di Settembre.

Baby Dee su myspace

Regifted Life su Drag City

 

Giuseppe Zevolli
Giuseppe Zevolli
Nato a Bergamo, Giuseppe si trasferisce a Roma, dove inizia a scrivere di musica per Indie-Eye. Vive a Londra dove si divide tra giornalismo ed accademia.

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