venerdì, Aprile 19, 2024

Múm – Early Birds

Ecco  l’occasione per i Múm di tornare in contatto con l’anima più autentica del progetto, quella che muoveva da Aphex Twin, per arrivare ad una sintesi ritmico/melodica singolare, che incorporando al suo interno elettronica, musica tradizionale, post-rock, shoegaze, dub e dream pop, scriveva alcune delle pagine più significative dell’indie di quegli anni, arrivando a conquistare per un attimo (il tempo di Green Grass of Tunnel) anche una discreta notorietà overground che ha fatto da autentico apripista alla scena islandese tutta (che ha proprio loro come paradigma, più che la stessa, per più di un verso irraggiungibile, fata madrina Björk e anticipando i Sigur Rós).

Sono i primi esperimenti sui limiti e le potenzialità armoniche dei field recordings, il crossover elettroacustico e il glitch-folk; sono i primi vagiti del sound d’Islanda emessi attraverso segnali digitali e sequenze di suoni concreti rielaborati in chiave squisitamente pop, con Gunnar Örn Tynes e Örvar Þóreyjarson Smárason impegnati a raccogliere suoni in giro per l’Europa ed impressionarli su DAT come istantanee sonore di un viaggio in continuo divenire. E’ anche il modo per ascoltare il raro EP Stefnumót Kafbátatanna, uscito solo in patria un paio d’anni prima di Yesterday Was Dramatic, Today Is OK.

Early Birds documenta questa prima fase preparatoria, sviluppata in terra natìa (tanto che quasi tutti i titoli della raccolta sono in lingua islandese). L’iniziale Bak Þitt Er Sem Rennibraut, introdotta da inintelligibili registrazioni d’ambiente, Póst Póstmaður e Gingúrt o la fin’ora inedita Glerbrot, veri e propri giocosi videogames dalle movenze euforiche di drum‘n’bass, armonie vintage di synth e scampanellii; screziati di suonini, sibili ed onde elettronici ed animati, di quando in quando, da strumenti suonati dal vero. Mentre un brano come Hvernig Á Að Særa Vini Sína, anch’esso inedito fino ad oggi, rivela l’anima più indie pop del gruppo, costruita com’è su una linea di basso e con doppio cantato maschile/femminile dagli umori Vaselines, che però tradisce la sua natura di prova svilendosi in una conclusione affrettata. Un problema che affligge anche Bak Þitt Er Sem Rennibraut – Bústadavegur Er Fáviti Megamix Eftir Músíkvat, che riprende il brano d’apertura per traghettarlo verso lidi addirittura speed metal, e l’invito a cominciare un’altra partita di Insert Coin – Bjarne Riis Arcade Game Mjiks Eftir Múm che ha delle belle carte ma le  spreca abbondantemente.

Nella seconda parte, però, che impressiona una fase più recente, grossomodo dall’incontro con le gemelle Valtýsdóttir, avvenuta durante l’allestimento di uno spettacolo tetrale di cui i due curarono le musiche (Lalalala Blái Hnötturinn e Múm Spilar La La La), comincia anche a delinearsi lo stile definitivo del gruppo (almeno quello mantenuto fino a metà ’00). E’ l’occasione per riscoprire piccoli capolavori che non avrebbero per nulla sfigurato nelle produzioni maggiori: Loksins Erum Við Engin – Natturuoperan Song, lenta, malinconica e screziata da un’armonia per fisarmonica e loops di suoni trovati; 0,000Orð sorretta da un synth, violoncello ed armonica, dalla melodia tipicamente Múm o Hufeland sospesa e bellissima. Chiusa folk ambient affidata alla lunga Enginn Vildi Hlusta Á Fiðlunginn, Því Strengir Hans Vóru Slitnir – Getiði Ekki Verið Góð Við Mömmu Okkar?.

Può darsi, o meglio si spera, che Easy Birds valga per i Múm come un consuntivo, che possa essere uno spunto in vista di una rinascita autoriale, visto il progressivo appannamento della sigla, adagiatasi oggi su un folk pop tanto gradevole quanto di scarso interesse.

Alessio Bosco
Alessio Bosco
Alessio Bosco - Suona, studia storia dell'arte, scrive di musica e cinema.

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