martedì, Aprile 23, 2024

Magic Arm – Images Rolling

A un primo distratto ascolto il suono di Images Rolling, il secondo disco di Magic Arm, mi era sembrato un mix abbastanza ben riuscito ma non particolarmente originale di Grizzly Bear ed ultimi Animal Collective. In realtà la proposta del mancuniano Marc Rigelsford è più complessa ed avvincente, pur partendo indubbiamente dalle due influenze sopracitate (non a caso i Grizzly l’hanno voluto più volte in apertura ai loro concerti). Innanzitutto perché Marc fa praticamente tutto da solo, creando le sue canzoni tramite un lavoro in studio e di immaginazione che definire certosino è poco. Poi perché sulle chiare basi di partenza inserisce un tocco di britannicità e di Manchester, nell’approccio alla scrittura, nell’uso dell’ironia e in quel tocco di madness figlia di Charlatans ed altri che a tratti può sembrare simile a quella degli Animal Collective, ma che in realtà arriva da e va verso luoghi diversi. Images Rolling ci regala così una decina di ottime canzoni, dall’animo pop cristallino ma al tempo stesso frutto di elaborazione e stratificazione, di bilanciamento tra diverse anime, da quella elettronica a quella folk, passando anche per quella classicheggiante (che emerge soprattutto in Lanes). È così fin dal brano iniziale, scelto anche come singolo di lancio, Put Your Collar Up, dove fiati e violino convivono in una dolce sarabanda dalla melodia perfetta. Poi arrivano altri bellissimi esempi di quanto detto: You Have Won, che parte più folk che mai e che poi prosegue sognante e trasognata con percussioni su ritmi sghembi prima di un finale sospeso in cui gli strumenti entrano ed escono in maniera che sembra quasi casuale ma che invece è perfettamente funzionale; Warning Sign, che inizia eterea come gli ultimi Sigur Ros e che poi diventa il brano più Animal Collective del lotto; Great Life, un valzer trascinante e ricco di particolari sonori da scoprire ascolto dopo ascolto; Is History, dove è invece il tango sullo sfondo, come dei Gotan Project portati all’estremo pop. E questi sono solo alcuni esempi della creatività di Rigelsford, perché tutti gli altri brani non citati riescono sempre a colpire in qualche modo. Dategli una possibilità, non resterete delusi.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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