martedì, Marzo 19, 2024

Lava Lava Love – Au Printemps (The Prisoner Records, 2013)

lavalavaloveSono entrato in contatto con i Lava Lava Love con un famigerato progetto riguardante un altrettanto famoso cantante dell’immaginario giovanile degli anni ’90-’00 (N.d.r. “Con Due deca”, il progetto di diciotto tracce “varie” dedicate agli 883). E non mi erano piaciuti affatto. Il cantato in italiano non lasciava alcuna buona impressione (ebbene sì: hai voglia a incitare sul cantautorato, sulla rivendicazione della propria terra natìa, se non suona bene c’è poco da fare), l’arrangiamento pop ma scarno, quasi affrettato, era insipido per trasporre una hit super-prodotta nella sua versione indie.
Ebbene, questo articolo è la riprova del fatto che a partire dai peggiori pregiudizi, si è sempre in tempo a cambiare opinione. Il gruppo di Vittorio Pozzato, Massimo Fiorio e Florencia di Stefano con questo secondo disco assestano un colpo forte all’indie italiano nel versante pop, una virata verso chitarre, bassi e synth super pompati, seguendo la tradizione della love song americana. Il fatto di essere nato come gruppo da studio li lascia liberi da molti limiti, che si riproporranno probabilmente live, ma sentire su disco questa moltitudine di sensazioni e sovraincisioni fa respirare aria nuova, elimina la prevedibilità spesso inevitabile, e compone mini quadretti indipendenti e molto studiati. L’approccio è quindi da super gruppo: Beatles dopo il concerto sul tetto della Apple, ABBA, ma è su quest’ultimo gruppo che l’attenzione è ricaduta, vista appunto l’attenzione dei Lava Lava Love e degli svedesi verso il rock’n’roll. Altri spunti sono arrivati sicuramente dai Foo Fighters (Don’t Try to Get In My Life), il pop rock fm dagli esordi di Roy Orbison (Before You Were Born), passando dalle derive sixties degli anni ’80 dei R.E.M. (Right Time) e in più aggiungendo il carico grunge (I Hate the Summer). Ogni canzone è “marcata”, distorta ma eppure zuccherata come una caramella. Alcune di esse potranno sembrare troppo di maniera (Annie Serena Malahus, Another Love Song sembra rubata di soppiatto ai News for Lulu), ma sono frutto di citazioni e tributi, risultano piacevoli ed oneste, migliori appunto di una cover dedicata. Menzione d’onore a Florencia di Stefano, dotata di un timbro vocale eccezionale, che risalta su ogni canzone, una carta che oculatamente non viene giocata in ogni canzone, ma dove salta fuori risolve la canzone (il crescendo di Worth a Lie, l’apripista dance Both, la già citata Before You Were Born The Light at the End of the Tunnel). Insomma, per chi del pop non ne ha mai abbastanza può ingolfarsi di dolcezza, synth e distorsioni.

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Tracklist:

Both | Before You Were Born | (Your Heart is) Beating the Wrong Time | Don’t Try to Get in my Life | It Snows in Hell | All the Children want their Milk | Right Time | The Light at the End of the Tunnel | I Hate the Summer | Annie Serena Malahus | Worth the Lie | Another Love Song [/box]

 

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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