giovedì, Aprile 25, 2024

Foxygen – …And Star Power: la recensione

Avevo apprezzato parecchio le prime prove sulla lunga distanza dei Foxygen, in particolare Take The Kids Off Broadway e We Are The 21st Century Ambassadors Of Peace & Magic, con il loro sguardo sui sixties californiani (sole e melodie quindi) filtrato da qualche nuvola velvetiana e stonesiana altezza Exile On Main Street, ma soprattutto per la presenza di canzoni veramente belle, come ad esempio il singolo San Francisco, dalla melodia perfetta in grado di riportare alla Summer Of Love senza prendere troppi acidi.

Ora il duo formato da Sam France e Jonathan Rado torna con quella che finora è la loro opera più ambiziosa, un doppio album intitolato …And Star Power, 81 minuti di musica con una pletora di ospiti tutti più o meno psichedelici, dagli ormai ubiqui Flaming Lips ai White Fence.

In questo caso il mirino si sposta molto più sugli anni settanta, resta quindi ciò che prima filtrava le melodie ed il sole, senza che però queste ultime caratteristiche vengano sostituite da altro. Il risultato è quindi ben al di sotto delle aspettative, tra rumorismi assortiti che di psichedelico spesso hanno poco o nulla, aborti di canzoni di breve durata e momenti totalmente da slacker, quasi dalle parti di Daniel Johnston ma senza il suo genio. Non sappiamo il perché di questa debacle, escludendo l’abuso di droghe (che potrebbe comunque essere) resta forse il proverbiale “passo più lungo della gamba”, dettato da eccessiva fiducia nei propri mezzi o da eccessiva voglia di sperimentare.

Qualcosa si salva nel secondo disco, quando si continua a giocare, ma la forma canzone è preservata e ben sviluppata, con brani più simili a quanto prodotto nei precedenti dischi, per esempio Brooklyn Police Station, nettamente la migliore proposta, e Everyone Needs Love, che arriva quasi a sette minuti senza svaccare come invece in precedenza fanno brani anche molto più brevi, come ad esempio i quattro movimenti che vanno a formare Star Power sul primo disco. Alla fine arriva Hang a chiudere, praticamente un out-take narcolettica dei Rolling Stones ’72-’73, lasciando l’amaro in bocca su cosa potevano essere i Foxygen e cosa invece sono, con anche molti interrogativi su cosa saranno in futuro.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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