giovedì, Aprile 18, 2024

The Xcerts – Scatterbrain (Xtra Mile Recordings – 2011)

A volte, le dichiarazioni d’intenti degli artisti sono illuminanti e possono servire per giudicare con maggiore cognizione se gli obiettivi che un’opera si pone siano o meno stati raggiunti. Gli Xcerts – Murray MacLeod, voce e chitarra, Jordan Smith, basso e Tom Heron, batteria – parlando di Scatterbrain, loro secondo album, tirano in ballo, tra gli altri, i Nirvana di In Utero, Elliot Smith, Nebraska di Springsteen, il primo album di Bon Iver. A questi riferimenti musicali, possiamo rispettivamente ricondurre: l’angoscioso Zeitgeist di un’epoca impacchettato in forme espressive magicamente in sintonia con le masse, una malinconica poesia cantautoriale, e ancora corde vocali, chitarra acustica e sudore per descrivere tragiche vite di gente comune, infine le brumose e delicate atmosfere dell’eterno autunno dell’anima. Tutti elementi irrintracciabili nelle canzoni della band scozzese.

Il minuto scarso di attorcigliamenti di Tar e la title-track sono dei Mudhoney radio friendly. Distant memory è una versione priva di vero pathos degli ultimi Arcade fire. Slackerpop è inutilmente esagitata. I Scare Easy, He Sinks. He Sleeps e Lament cercano di ficcare un po’ di anima in questo panorama di plastica, ma sembrano soltanto degli Alice in chains fuori tempo massimo. Gum mette in risalto più chiaramente di tutte le altre tracce il fastidio provocato dall’adulterazione elettronica della voce. Young (Belane), Carnival time, e Hurt with me riescono nell’impresa di far apparire spigoloso il sound degli Strokes. Le bonus tracks seguono lo stesso copione.

Possiamo percepire buona volontà e momenti di sincerità, ma sepolti da una brutta produzione generalista, che non riesce né a essere accattivante, come l’autodefinizione distorted pop indurrebbe a pensare, né sanamente ruvida. Ne viene fuori un drappello di canzoni anonime e dimenticabili: al termine dell’ascolto non rimane in testa quasi nulla, non un ritornello, non un colore strumentale, non un assolo creativo.   Gli Xcerts paiono già pronti per sollazzare folle disattente. La speranza è che cambino rotta, alla ricerca di una maggiore autenticità. Perché l’emozione, il cuore, la musica albergano altrove.

Jacopo Golisano
Jacopo Golisano
Jacopo Golisano, classe 1986. Studia Filosofia e consegue la laurea triennale con una tesi su Alexis de Tocqueville. Diventa pubblicista. Appassionato di cinema, musica, letteratura, sempre alla ricerca di nuovi stimoli.

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