venerdì, Marzo 29, 2024

Zeus – Classic Zeus: la recensione

C’è un sottile filo rosso che passa dai News for Lulu e arriva agli Zeus: la solarità talvolta malinconica che le loro chitarre imprimono in questo 2014 vintage. Punto di forza della formazione di Toronto, dai gusti comunque molto europei e spesso mancuniani, è l’assenza di riferimenti temporali precisi. Classic Zeus, nome che vuol evocare episodi senza tempo da best of, propone un varco temporale dagli anni ’60 fino al futurismo degli anni ’80, tutto con la tecnologia odierna.

Rispetto agli episodi precedenti c’è una cura maggiore anche per il suono, in stile vintage appositamente per l’occasione. L’ r’n’b rock alla Who di Busting Visions viene messo da parte, solo in certi episodi riemergono il piano honky tonk e le altre tastiere vittoriane. Regnano le chitarre, c’è poco da fare.

Che il punto cardine delle loro avventure potessero essere gli Wilco, potevamo aspettarcelo. Ma Miss My Friends scombina tutto facendo un salto nel modernismo 80s, Everybody’s Got One invece richiama i Beatles e gli Unknown Mortal Orchestra, retrodatando le influenze musicali. Future classicism, titolano le note dell’etichetta che li produce Arts&Crafts, e tanto lontano non ci vanno. Un cortocircuito temporale, e anche ritmico nel caso di Bonneview. Straight Through the Light potrebbe sostituire Happy Xmas (War is over) di Lennon, se solo Chapman avesse attuato i suoi piani qualche anno prima. You Could Have a Lover si lega anch’essa a Lennon, e la conclusiva Throw It on the Fire fa pace con la tradizione country che i cugini statunitensi potevano aspettarsi.

 

 

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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