Home alcinema Favola di Sebastiano Mauri: la recensione in anteprima

Favola di Sebastiano Mauri: la recensione in anteprima

Eccentrica, disperata e super pop: Mrs. Fairytale conduce una vita abitudinaria nel clima casalingo di un’America anni ’50, alle prese con ogni clichè idealistico della donna dell’epoca e la vicinanza della sua fedelissima compagna Lady, una cagnolina impagliata dalle sorprendenti capacità relazionali. Accanto a lei l’amica Mrs. Emerald, saggia e pungente donna, vittima di un matrimonio al collasso, alla quale rivela l’attesa di un figlio. La gioia della nostra protagonista è destinata però a durare poco: Fairytale infatti scopre poco dopo di essere diventata un uomo.
Nel turbinio di un delirio comico e surreale incastonato tra le mura domestiche, le due donne riconoscono un profondo amore reciproco dall’esito incerto. Come far divampare la loro passione liberandosi dalla presenza ‘ingombrante’ del marito di Fairytale? Ovviamente con l’omicidio dello stesso!

Diretto da Sebastiano Mauri sulla base dell’omonimo spettacolo teatrale scritto da Filippo Timi (protagonista e co-sceneggiatore anche della pellicola), Favola è una delirante e meravigliosa incursione tragicomica nello stereotipo di una società maschilista di metà ‘900, descritta marcando con intelligente sarcasmo un modello che, in varie fasi, sopravvive tutt’oggi.

Coloratissimo e irresistibilmente kitsch, la narrazione si consuma nella stravagante abitazione di Mrs. Fairytale, personaggio femminile interpretato da un Filippo Timi al meglio della sua forma. In questo ambiente le vicende si disgregano nel caos esistenziale, portando a galla dinamiche surreali che solo nel frettoloso finale (unica reale pecca della pellicola) assumono un senso più preciso rispetto al simbolismo predominante.

Ispirato da innumerevoli pellicole e personaggi dai toni similari (dall’immaginario visivo di Edward mani di forbice alla superba Bette Davis cui Timi ammicca notevolmente), Favola colpisce e, soprattutto, rapisce: risate spontanee e riflessioni attente donano un velo tra entusiasmo e raccoglimento, condito da un marchio ‘fiabesco’ che evoca l’originario involucro teatrale senza perdersi eccessivamente in esso.

Se l’interpretazione di Timi coinvolge e rafforza ulteriormente un talento già appurato, non da meno sono Lucia Mascino e Luca Santagostino, al centro di di una vera e propria consacrazione artistica che valorizza un contesto vincente.

Una commedia brillante che gioca e rovescia ogni tabù con vivace abilità, assolutamente da non perdere.

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