Home alcinema Carter Burwell – Carol OST: la recensione della colonna sonora

Carter Burwell – Carol OST: la recensione della colonna sonora

È la terza volta che Carter Burwell collabora con Todd Haynes, dopo Velvet Goldmine nel 1998 e Mildred Pierce, la miniserie prodotta da Hbo nel 2011. Il noto compositore americano che ha cominciato nel 1984 insieme a Joel ed Ethan Coen scrivendo le musiche per Blood Simple e seguendo i due fratelli lungo tutta la loro filmografia, incluso l’imminente Hail, Caesar, con Carol ha privilegiato i legni (clarinetto, clarinetto basso e fagotto) per restituire quell’atmosfera urbana e notturna della New York degli anni cinquanta. Su questa linea, l’uso essenziale e riverberato del pianoforte, vicino a quel marchio di fabbrica minimalista che si affaccia per la prima volta nella carriera di Burwell proprio con il tema principale di Blood Simple, è servito per creare un’atmosfera evanescente vicina al modo in cui la fotografia di Ed Lachman illumina i personaggi, come se fossero osservati attraverso una lente opacizzata. È lo stesso autore a raccontare il modo in cui la mano sinistra e quella destra siano state trattate diversamente in post produzione, mantenendo l’essenza melodica della seconda, mentre la prima scompare in lontananza.

Sono tre i temi sui quali Burwell ha lavorato. Il primo, già accennato con il brano di apertura, è il tema di Carol e Therèse, scritto per raccontare qualcosa dei personaggi prima ancora che sia possibile vederli. Il secondo descrive l’attrazione di Therèse per Carol ed è quello con il piano trattato intitolato appunto To Carol’s, poco più di un minuto e trenta secondi nella tracklist complessiva, con i suoni che ricordano lontanamente il lavoro “liquido” di Harold Budd, mentre le successive elaborazioni che si fondono con il tema principale, per esempio Drive Into the night, costruiscono una forma circolare che ricorda la leggerezza delle songs for liquid days di Philip Glass. Il terzo tema, identificato dalla traccia intitolata Letter, è una combinazione dei due ma punta secondo Burwell stesso ad elaborare il forte legame tra le due donne a partire dal concetto di assenza, grazie all’uso degli intervalli aperti come veicolo di un sentimento profondo e interrotto: “più del dolore – dice Burwell stesso – è il vuoto ciò che la musica esprime

Scritta per un piccolo ensamble tra 8 e un range massimo di 17 musicisti, Carol si serve di un quartetto d’archi, un’arpa, un pianoforte e alcuni legni. L’orchestra è una parte della Seattle Symphony ed è arrangiata e diretta dallo stesso Burwell, che come sempre ha curato personalmente la post produzione nel suo studio di New York, un lavoro complessivo di otto settimane per 38 minuti di musica.

Pur non costruendo la stessa tensione, Carol è forse la colonna sonora di Burwell che più di tutte si avvicina all’incedere dolente e inesorabile di Fargo, se si ascolta con attenzione la bellissima The Train si riconoscerà quella fusione prodigiosa tra musica da camera e un tono popular sospeso tra folk e jazz.

A completare la tracklist alcuni brani pop scritti tra il 1950 e il 1952, tra cui One Mint Julep dei The Clovers, Smoke Rings di Les Paul & Mary Ford, Kiss of Fire di Georgia Gibbs e la bellissima No other love di Joe Stafford, scritta a partire dallo studio No. 3 Op. 10 di Chopin, esattamente come “Tristesse” interpretata da Tino Rossi undici anni prima.

Carol, il film di Todd Haynes, uscirà in Italia il prossimo 5 Gennaio 2016 con distribuzione Lucky Red, mentre la colonna sonora del film è pubblicata da Varése Sarabande ed è già disponibile negli store internazionali.

Exit mobile version