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Atom Cat di Osamu Tezuka: recensione

Nato dalla fervida fantasia di Osamu Tezuka come riscrittura di "Astro Boy", "Atom Cat" viene pubblicato nella seconda metà degli anni ottanta dal geniale fumettista giapponese. Al centro un gattino recuperato e implementato con i super poteri di un Mecha Robot. Ma nella veste dell'intrattenimento a fumetti per bambini, Tezuka è capace di graffiare e sollecitare riflessioni su umano, post-umano, natura e tecnologia. Il volume sarà disponibile in tutte le librerie grazie a J-Pop Manga, dal prossimo 24 maggio. La recensione in anteprima

Se leggessimo trasversalmente le opere di Osamu Tezuka a partire da figure, temi e suggestioni ricorrenti, sarebbe difficile non accorgersi delle continue riletture che il grande fumettista giapponese ha compiuto sulla genesi di alcuni personaggi scaturiti dalla sua fantasia. La relazione spesso traumatica e non riconciliata tra organico e inorganico attraversa buona parte dei suoi lavori e rappresenta spesso lo stimolo per una serie di riflessioni acuminate sul ruolo della scienza, sulla morfologia di una natura già tecnologizzata e sulla convivenza tra uomo e macchine.
Nel pieno del dibattito attuale sulle intelligenze artificiali, anche quando la veste è quella del prodotto per ragazzi, il pensiero di Osamu Tezuka offre spunti ancora sorprendentemente vitali.

Atom Cat viene pubblicato tra il 1986 e il 1987 come reboot atipico di un classico dell’autore giapponese, quell’Astro Boy che a partire dalla fine degli anni cinquanta, aveva costruito un ethos specifico intorno all’idea che la natura dei sentimenti potesse germogliare nella vita artificiale di un androide. Come accade sovente nell’opera di Tezuka, l’origine del ragazzino dotato di incredibili poteri simili a quelli di un Mecha Robot, risiede nella perdita e nella conseguente elaborazione del lutto come occasione per creare qualcosa che superi la dimensione umana.

Astro Boy, come Pinoko in Black Jack, è creazione post-umana che si interroga sovente sulla sua condizione e sull’origine della propria identità. Con l’idea di rilanciarne gli aspetti centrali, Tezuka pensa ad un gattino salvato da Tsugio, un adolescente bullizzato dai suoi compagni di classe e al destino che attende il felino, travolto da un incidente e salvato dagli stessi responsabili del disastro, una coppia di alieni che resusciterà le facoltà vitali dell’animale, incorporandole in una carcassa robotica in grado di esperire grandi poteri.

Atom Cat è già creatura metaletteraria, non solo perché nasce dall’ipotesi di rilanciare parodicamente Astro Boy in una nuova veste, ma perché Tezuka si inventa questa resurrezione per mano aliena, attraverso la lettura della coscienza di Tsugio, avido lettore di fumetti, la cui psiche è ampiamente colonizzata da Astro Boy, immaginato come compagno fedele di giochi. Ecco che l’avanzatissimo laboratorio alieno riscrive il personaggio attingendo da un immaginario codificato come se fosse uno storyboard, completamente dentro la cornice mitopoietica di consumo.

I destinatari sono ancora i bambini, ma come sappiamo la distinzione tra opere per adulti e storie destinate al pubblico più giovane, con Tezuka diventa labile se consideriamo gli obiettivi e non il veicolo.

In particolare, Atom Cat spinge ad una riflessione davvero stratificata sull’antropomorfizzazione degli animali domestici e sul ruolo assegnato per loro dalla supposta centralità della componente umana. Atom, creatura ibrida come altre scaturite dalla penna dell’autore giapponese, ci sollecita ad interrogare un limite identitario che ridefinisce l’assetto stesso della famiglia tradizionale.

Tra le avventure di Atom, la ricerca di una madre, l’attaccamento nei confronti del piccolo padrone, l’amore per la gattina Munch, procedono di pari passo con la definizione di una realtà mondana tipica dell’universo finzionale di Tezuka, dove la natura viene costantemente violata, la corruzione sovverte l’ordine mondiale e il post-umano può apparire migliore di ciò che lo precede.

Il padre di Tsugio rappresenta l’impasse più forte con il mondo della tecnologia: scienziato avanza tempo, impiega le risorse del tempo libero per creare manufatti robotici perfettamente inutilizzabili, tanto da rivelarsi come contraltare inetto del professor Ochanomizu. Se il padre di Astro Boy si distingue come un difensore del diritto positivo, la cui estensione al mondo dei robot diventa missione centrale, quello di Tsugio è chiuso egoisticamente in una stanza dei balocchi da dopolavoro, dalla quale non ricava alcun frutto per l’angustia dei valori borghesi in cui vive e per il disprezzo che dimostra nei confronti di questa galleria di freak tecnologici che progetta ogni giorno.
Atom Cat è l’unico che può rivelare al suo padroncino mezzi e stimoli per prendere la propria vita in mano, scombinando l’assetto conosciuto della realtà e spesso togliendo il velo alla grande mascherata teatrale dell’umanità.

Scritto con quel piglio umoristico che caratterizza le opere più scanzonate e slapstick di Tezuka, Atom Cat riserva divertentissime sorprese, come l’episodio del gatto d’Angora capace di manipolare le coscienze umane, quello in cui una comunità di uccelli si è ritirata in massa per governare un’isola, la storia di un gatto mummificato prima della morte naturale, per compiacere il padrone nell’altro mondo immaginato dagli antichi egizi. Animali e natura spesso al centro di abusi per fini strumentali, si ribellano e segnalano le contraddizioni di un mondo destinato all’entropia.
Tra di loro Atom Cat, piccola figura saggia e tragica, sogna una madre e si rivela capace d’amare anche un Maneki Neko.

Atom Cat di Osamu Tezuka
Casa editrice: J-pop
Collana: Osamushi
Formato: 15×21 brossurato
Prezzo: 12 euro
Acquista sul sito J-pop

Per il piccolo Tsugio, ragazzino sensibile e pauroso, l’unico rifugio dai bulli della sua scuola sembra essere la lettura del manga di Astro Boy (Tetsuwan Atom). Quando Tsugio adotta un gattino abbandonato, gli viene quindi naturale dargli il nome dell’eroe robot. Ma in seguito allo strano incontro con una coppia di alieni, in luna di miele sulla Terra, il micio viene dotato sul serio degli straordinari poteri del personaggio dei fumetti con il quale condivide il nome. La Terra, e soprattutto il suo padroncino, hanno ora un nuovo e invincibile difensore: il potente Atom Cat!

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Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico regolarmente iscritto al SNCCI. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e new media.
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