venerdì, Aprile 19, 2024

Doubles vies di Olivier Assayas – #venezia75 – Concorso: la recensione

Parole, parole, parole. Doubles vies, ultimo lavoro del regista e critico cinematografico Olivier Assayas, sembra avere il ritmo di un film d’azione: solo che, al posto dei proiettili, a volare sono le battute. A prendersi a colpi di “mitraglia” (rigorosamente verbale) sono due coppie, Alain e Selena da un lato (interpretati da Guillaume Canet e Juliette Binoche), Léonard e Valérie dall’altro (Vincent Macaigne e Nora Hamzawi); quinta incomoda è Laure (Christa Theret) e oltre a lei non manca un buon numero di personaggi secondari, anch’essi importanti in una sceneggiatura come questa. Doubles vies infatti funziona solo in funzione dell’efficacia dei suoi dialoghi, articolati in un dibattito che dai primi minuti fino alla scena finale subisce solo brevi interruzioni.

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Tutto parte dal confronto tra l’editore di successo Alain e lo scrittore di romanzi Léonard, in attesa di veder pubblicato il suo ultimo manoscritto. La ricchezza di scene dialogate rende ancora più facile e approfondita la caratterizzazione dei personaggi: Léonard appare anche somaticamente come un personaggio goffo e poco brillante, uno scrittore mediocre che insegue il successo attraverso il genere che i critici letterari un po’ ironicamente chiamano “autobiografia romanzata”.
Un po’ tutti si prendono gioco di lui, cercando di spiegare quanto sia ridicolo il suo tentativo di arrivare a un prodotto di successo attraverso la narrazione alterata della sua in realtà monotona vita sentimentale. Alain considera il racconto insufficiente e rifiuta di pubblicarlo; Selena, moglie dell’editore, inizia a frequentare segretamente Léonard, giudicando il suo lavoro di valore ma, al tempo stesso, temendo di diventare protagonista tanto della sua vita quanto del suo prossimo lavoro; la compagna di lui Valérie intuisce la presenza dell’amante ma sembra più preoccupata per il suo lavoro. Tutti sparlano, tutti giudicano. Tra questi personaggi, partendo dalla richiesta di accettazione del manoscritto che avviene nell’incipit del film, si instaura tutta una serie di relazioni incrociate, legate da vincoli superficialmente sentimentali. In Doubles vies i critici fanno sesso con gli editori, mentre questi ultimi puntano a conquistare la critica ignorando i gusti del pubblico (Alain li rappresenta) e dall’altro lato gli scrittori fanno sesso con le attrici. Assayas può così toccare e commentare attraverso la voce dei personaggi tutta una serie di tematiche legate alla sfera letteraria: si parla di E-book e del futuro dell’editoria tradizionale, ma si parla anche di argomenti trasversali. Laure ad esempio è interessata a mostrare l’inutilità della critica tradizionale nell’era dei consigli automatizzati forniti dai motori di ricerca e dai colossi commerciali come Amazon. Se pensiamo poi a uno dei temi più cari del regista francese, l’ambiguità e l’illusione (basti pensare a Sils Maria), possiamo trovarne l’eco nel discorso attorno ai protagonisti dei romanzi di Léonard, le “controfigure” delle sue reali partner, alle quali cambia nome e interessi (la visione dell’ultimo capitolo di Star Wars diventa una colta serata dedicata al Il nastro bianco di Haneke). Tutto questo altro non è che materiale di un dibattito costante, aspro e allusivo, tipico di certo loquace cinema francese che qui Assayas cita senza mezzi termini, realizzando un’opera tutt’altro che memorabile ma non monotona, certo capace di intrattenere e suscitare risate. Non molto altro.

Michele Bellantuono
Michele Bellantuono
Veronese classe '91, laureato in Filologia moderna e studioso di cinema autodidatta, svolge da alcuni anni attività di critica cinematografica per realtà online. Ha un occhio di riguardo per il cinema di genere e dell'estremo oriente

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