sabato, Aprile 20, 2024

La signora dello zoo di Varsavia di Niki Caro: la recensione in anteprima

E’ il 1939 e i coniugi Zabinski, Jan e Antonina, sono proprietari e gestori dello zoo di Varsavia, luogo che i due curano e amano con ogni fibra del loro essere. In particolare Antonina, donna dal passato difficile ed estremamente sensibile, dedica il suo affetto più profondo alla tutela e salvaguardia degli animali dimostrando tutto il suo dolore quando, con l’occupazione delle armate tedesche, lo zoo viene semi distrutto e costretto a chiudere.

Iniziata la deportazione degli ebrei verso i campi di concentramento, la coppia rischierà la vita nella decisione di sfruttare la propria struttura per nascondere il maggior numero di persone vittime delle leggi razziali. A questo rischio si aggiunge la presenza di Lutz Heck, zoologo nominato dal Reich a cura del luogo e che nutre ben altri interessi nei confronti di Antonina.
Diretto da Niki Caro, regista de La ragazza delle balene e North Country – Storia di Josey e sceneggiato da Angela Workman, La signora dello zoo di Varsavia è basato sul libro di Diane Ackerman Gli ebrei dello zoo di Varsavia, racconto che ha le sue radici nel diario della vera Antonina Zabinski.

I protagonisti Jessica Chastain e Jonah Heldenberg ci immergono in una storia dal valore storico che trova nuova forza strutturale nello sguardo di una coppia che tenta di sopravvivere alle logiche di un mondo drasticamente e rovinosamente capovolto, cercando di proteggere non solo le proprie idee attraverso la missione personale che li vede atti a nascondere le vittime della persecuzione, ma anche nell’intento di salvaguardare il loro matrimonio battuto da incessanti controversie.

Il dolore e il terrore, alleati della loro quotidianità, devono imbattersi nella figura di Lutz Heck, un Daniel Brühl nuovamente in divisa dopo Bastardi senza gloria, che da amico della famiglia Zabinski e appassionato zoologo aderisce all’ideologia nazista minando ulteriormente la stabilità dei due coniugi. Infatti, il suo interesse per Antonina, prima solo velato, si farà sempre più opprimente nell’imporsi sulla donna che, complice fondamentale la divisa, è spaventata dal recare all’uomo un possibile e più che mai sentito rifiuto.

Un affetto da proteggere contro le intemperie della crudeltà umana, piaga di una follia storica che nella pellicola della Caro assume nuove sfumature nel racconto di quello che divenne un vero e proprio “zoo umano”, nascosto e protetto in un luogo in cui la reale umanità fa da specchio alla bontà di cuori ingenui ormai sempre più rari e pronti alla corruzione, dove in una relazione emotiva tra uomo e animale è il secondo ad emergere come punto di forza in un contesto che ha reso la follia razziale un’ideologia da perseguire e promuovere.

Non a caso, lo stesso Heck si propone come capostipite di un esperimento genetico che lo vede intento nell’impresa di riportare in vita una razza estinta, in un tentativo fallimentare quanto l’idea stessa che regge il Terzo Reich.

Film che si inserisce nella drammaticità storica attraverso una permeabile, vivida e lucida sensibilità che trova un riflesso nello sguardo di Jessica Chastain, vera perla del film e inconfondibile talento, confermato da una performance di rara eleganza che contribuisce con immediata resa alla funzionalità del film, restituendo la reale essenza della tragicità degli eventi e la fragilità di una donna spezzata da un mondo alla deriva, nel quale riesce, attraverso le sue ferme convinzioni, a trovare la forza di reagire malgrado il terrore che opprime il suo volto, tanto etereo e gentile quanto devastato nel profondo della sua limpida grazia.

Redazione IE Cinema
Redazione IE Cinema
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