venerdì, Aprile 19, 2024

Madres Paralelas di Pedro Almodóvar: recensione, #Venezia78 – Concorso

Pedro Almodóvar affida a noi spettatori un compito arduo, un processo creativo, crede nella nostra immaginazione e ci lascia colmare quegli spazi volutamente vuoti per completare sia il suo lavoro che noi stessi. Su Madres paralelas, in concorso a #Venezia78.

«Il sentimento è là, anima e corpo», dopo aver visto Madres Paralelas mi è tornato in mente l’ultimo verso di una vecchia canzone di Chuck Berry, come se il cinema di Pedro Almodóvar fosse racchiuso in quelle poche parole.

La corporeità è una componente essenziale nei suoi film, il modo in cui ogni emozione scuote l’attore che è in scena, il modo in cui si contorcono sottilmente i corpi mentre reagiscono a tutto ciò che sta accadendo, Almodóvar ti trascina in un incantesimo in cui tutto è organizzato con precisione magnetica.

Il ritmo nervoso e frammentato del film diventa quasi subito perfettamente comprensibile, trasmettendo bene il senso di incontrollata inquietudine che connota la vita dei personaggi. Sono le reazioni dei suoi attori a spingere avanti una trama senza colpi di scena, a conferire quella magnificenza poetica e complessità che l’hanno definito fino a questo momento.

Penèlope Cruz veste di nuovo il ruolo di madre, ma Janis è completamente diversa dalla Raimunda di Volver o dal personaggio interpretato in Dolor y gloria, qui è una donna matura, a suo modo amata da chi le sta vicino, orgogliosa e determinata.

Un modello spirituale per Milena Smit, Ana, una giovane adolescente ignara e con una bambina in grembo, che scorge in lei l’emozione, la saggezza e la sincera tenerezza che non ha trovato altrove, una gerarchia di valori simbolici di riferimento.

Madres paralelas è una storia semplice, ma non è l’unica che Almodovar racconta, Janis e Ana vivono il loro dramma personale ma diventano parte esse stesse di una famiglia allargata che tenta di restare aggrappata alle proprie radici, ai propri cari.

La ricerca del passato diventa lo strumento su cui costruire il presente, strappare dall’ombra e dall’invisibilità ciò che era stato costretto a rimanere tale, trasforma questo melodramma autopunitivo in una vera liberazione del proprio sé più intimo.

Almodóvar affida a noi spettatori un compito arduo, un processo creativo, crede nella nostra immaginazione e ci lascia colmare quegli spazi volutamente vuoti per guardare indietro, per comprendere meglio la nostra vita, e per estensione completare sia il suo lavoro che noi stessi.

Madres Paralelas di Pedro Almodóvar (Spagna 2021 – 123 min)
Interpreti: Penélope Cruz, Milena Smit, Israel Elejalde, Aitana Sánchez-Gijón, Julieta Serrano, Rossy De Palma
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Fotografia: José Luis Alcaine
Montaggio: Teresa Font
Scenografia: Antxon Gómez
Costumi: Paola Torres
Musica: Alberto Iglesias
Suono: Sergio Bürmann

Francesca Fazioli
Francesca Fazioli
Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine

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