giovedì, Aprile 25, 2024

Non conosci Papicha di Mounia Meddour Gens: recensione

Meddour e il direttore della fotografia Léo Lefèvre forgiano un film sulla ribellione tanto bello quanto amaro, nel rifiuto netto della misoginia e dell’estremismo religioso. Non conosci Papicha, in sala grazie a Teodora Film

I muri cominciano a salire, terrificanti manifesti con corpi di donne nascosti dallo hijab emergono sulle pareti di Algeri, i notiziari aprono ogni edizione con foto di nuovi attacchi terroristici, siamo negli anni Novanta, l’Algeria è preda di quello verrà definito il decennio nero. Una sanguinosa guerra civile imperversa, un governo tutt’altro che democratico, frutto di un golpe militare, si contrappone a una violenta e furiosa insurrezione islamista. Nedjma vive in un campus universitario dove ancora, teoricamente, la libertà di pensiero e di espressione è tutelata, soprannominata Papicha, è una studentessa intelligente, entusiasta e amante della moda, ben conscia dei pericoli che la attorniano, ha imparato a destreggiarsi, evitando gli zeloti armati, quando la notte fugge con la compagna di stanza per una serata in discoteca.

Nedjma infatti non è sola, ci sono la migliore amica, la romantica ed emotiva Wassilla e la più conservatrice Samira, tutte sono determinate a mantenere il controllo sui loro corpi e i loro vestiti. Parlando un misto di arabo e francese, questo gruppo di ragazze riesce a ritagliarsi il proprio spazio e a trovare un modo di resistere, litigano, studiano e flirtano con amori passeggeri.

Ma la situazione diventa più difficile man mano che il film avanza, oltre ai manifesti, Nedjma vede crescere l’ostilità intorno a sé, un gruppo di donne velate invade la sua classe, denunciando l’apostasia e interrompendo una lezione sul pensatore Albert Jacquard, trascinando il professore fuori. Sull’autobus mentre torna a casa è attaccata e mal vista per il suo comportamento sbarazzino e quando finalmente rientra, lasciandosi tutto alle spalle trascorrendo con la madre e la sorella un tranquillo pomeriggio, assisterà all’omicidio di quest’ultima, colpita con un’arma da fuoco da un’estremista.

La realtà che le si dispiega intorno non è più inoffensiva, la libertà è già in diminuzione e un giorno potrebbe svanire del tutto ma, seppur la rabbia cresce dentro di lei, Nedjma vuole restare in Algeria, vuole ridefinire il concetto di sogno algerino e realizzarsi nella sua terra, nonostante le circostanze difficili. Per lei non è una grande sala d’attesa come molti pensano e come continua a chiarire un’altra sua compagna di avventure, Kahina, il cui unico scopo nella vita è arrivare in Canada un giorno.

Papicha non si arrende e lo sconvolgimento esterno la convince a promuovere una sfilata dentro la sua stessa scuola interamente basata su abiti realizzati con l’haik, il tradizionale grande quadrato di stoffa indossato dalle donne per coprire la forma femminile. L’haik infatti non è solo un indumento ma un simbolo di resistenza nazionale, era l’abito sotto il quale le donne nascondevano le armi dei combattenti durante la guerra coloniale. Ha un significato allegorico importante per dimostrare come le donne abbiano sempre combattuto a fianco degli uomini e una metafora estremamente dura con cui sovvertire il significato stesso di resistenza e cambiamento.

Mounia Meddour, al suo debutto, mostra con questo film non solo la crescente violenza che circonda queste ragazze ma ci racconta come l’idealismo giovanile e la resilienza di questo gruppo siano necessario per opporsi a un’ondata di ipocrisia e oppressione. Non conosci Papicha si inserisce in quel filone di film incentrati sul cameratismo, la caparbietà e la sopportazione di giovani donne, come Mustang di Deniz Gamze Ergüven o Magdalene di Peter Mullan o ancora Diamante Nero di Céline Sciamma, tutti questi lungometraggi condividono uno stesso linguaggio pur raccontando storie diverse.

Non conosci Papicha è una dichiarazione politica, Mounia Meddour respinge con forza la misoginia e l’estremismo religioso, condanna senza essere mai dogmatica e soprattutto cattura gli alti e bassi delle vite dei suoi personaggi, celebrando l’intimità e l’ingenua esuberanza di queste donne. Meddour e Léo Lefèvre, suo direttore della fotografia, forgiano un film sulla ribellione tanto bello quanto amaro.

Non Conosci Papicha (Papicha, Francia 2019 – 105 min)

Nell’Algeria degli anni Novanta, Nedjma (soprannominata “Papicha”) studia francese all’università e sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita e drammatica battaglia per la libertà.

Lyna Khoudri, Shirine Boutella, Amira Hilda Douaouda, Yasin Houicha, Zahra Doumandji, Marwan Zeghbib, Aida Ghechoud, Meriem Medjkrane, Amine Mentseur

  • Regia: Mounia Meddour Gens
  • Sceneggiatura: Mounia Meddour Gens
  • Fotografia: Léo Lefèvre
  • Montaggio: Damien Keyeux
Francesca Fazioli
Francesca Fazioli
Laureata nelle discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ha frequentato un Master in Critica Giornalistica all'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico e una serie di laboratori tra cui quello di scrittura cinematografica tenuto da Francesco Niccolini e Giampaolo Simi. Oltre che con indie-eye ha collaborato e/o collabora scrivendo di Cinema e Spettacolo per le riviste Fox Life, Zero Edizioni, OUTsiders Webzine

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