mercoledì, Dicembre 4, 2024

Queen Emeraldas di Leiji Matsumoto, il box definitivo in due volumi: la recensione del manga

Emeraldas è apparentemente la controparte femminile di Capitan Harlock, ma nel lavoro di Leiji Matsumoto emergono aspetti ogni volta originali, pur mantenendo sullo sfondo pensiero e filosofia comuni. La regina dei pirati cosmici è una figura durissima, a tratti crudele. Solca un far west spaziale senza paura, alla ricerca dell'evoluzione dello spirito e lasciandosi alle spalle una realtà crudele e nichilista. La recensione dello splendido cofanetto J-Pop, edizione definitiva di "Queen Emeraldas"

A partire dalla metà degli anni settanta, Leiji Matsumoto ha creato un universo così personale nell’ambito dei manga fantascientifici, da aver diffuso alcuni tratti distintivi molto precisi e riconoscibili.

Queen Emeraldas è una via di mezzo tra i più noti Capitan Harlock e Galaxy Express 999, tanto che la bella Emeraldas, al comando di una nave spaziale fantasma, appare subito come la versione femminile di Harlock. I termini sono gli stessi, anarchia e percorso esistenziale come propellente del viaggio stesso e una relazione complessa tra bene e male, così da spingere il personaggio a non provare alcuna pietà nei confronti di coloro che ostacolano i suoi scopi, salvo l’improvvisa capacità di dimostrare empatia quasi materna per quelli che ritiene degni; una dimensione che Matsumoto stesso sdipana attraverso l’impiego di lunghi monologhi con la funzione di raccontare il personaggio da una prospettiva interiore.

In questo senso ci sono due novità fondamentali nel lavoro di Matsumoto, prima di tutto va considerata la collocazione “shonen” del prodotto nel 1978, ovvero tutta la produzione di Manga destinata agli adolescenti maschi, dove questa figura femminile emerge per forza, intelligenza e superiorità. L’altro aspetto, anche rispetto ad Harlock, con cui condivide alcuni elementi di fondo, è l’estrema spoliazione di tutti gli aspetti che si riferiscono ai viaggi interstellari. Matsumoto fa emergere quello più malinconico, solitario e tragico della relazione tra cosmo e persona.

Durissima, autonoma e irriducibile rispetto ai propositi, Emeraldas si sposta nello spazio con modalità spesso criptiche e imperscrutabili, aiutata dall’ingegnere spaziale Hiroshi Umino, disegnato come un uomo goffo, piccoletto, una costante tra i personaggi più comici creati da Matsumoto, ma che in questo caso crea un contrasto vivissimo con quello femminile, austero e irraggiungibile.

Le storie, sviluppate secondo principi episodici e bozzettistici, fanno emergere a poco a poco sfondo e contesto, rivelando i tratti di un futuro distopico e nichilista, dove l’individualismo e la lotta per la sopravvivenza impostano le regole di un far-west post moderno.

Matsumoto, soprattutto in Italia, è diventato noto grazie agli adattamenti in versione Anime dei suoi fumetti, proprio per questo i lussuosi volumi pubblicati da J-Pop, che raccolgono in forma definitiva le storie di Emeraldas, per lo più inedite da noi, rappresenta un’occasione unica per comprendere il talento compositivo dell’autore giapponese nell’organizzazione dello spazio disegnato. C’è un dinamismo notevole tra un quadro e l’altro che certamente ricorda la sperimentazione del miglior Tezuka, ma forse punta maggiormente alla resa emotiva dei volti e dei caratteri umani.

In questi termini le connessioni con Harlock sono evidenti, non tanto in termini formali, ma per il modo in cui i lavori di Matsmumoto dialogano tra di loro, condividendo ambienti, condizioni e filosofia. La conquista dello spazio rivela il lato oscuro dell’essere umano e gli outsider di Matsumoto sono quella parte di umanesimo idealista che è sopravvissuto ad una dimensione ferina e selvaggia. Hiroshi Umino stesso viene in fondo messo al centro di un vero e proprio percorso di formazione che gli consente di raggiungere obiettivi più alti. Quando la sua astronave personale, costruita per fuggire dal pianeta Terra, si schianterà rovinosamente su Marte, verrà avvicinato da Emeraldas, regina dei pirati cosmici, capace di incoraggiarlo, di donargli un’arma e di spingerlo ad affrontare con coraggio la vastità dello spazio.

Le motivazioni rimangono sempre vaghe, è la fuga e il raggiungimento del proprio SE che conta, perché i propositi che spingono da una parte Umino e dall’altra Emeraldas, non vengono mai paelesati in modo chiarissimo, tanto che la loro interazione è continuamente tesa, in bilico e vicina allo scontro, utilizzato in realtà da Emeraldas stessa come occasione per temprare lo spirito del goffo ingegnere.

In questo senso, anche gli episodi in cui i personaggi sono costretti a scelte estreme, al di là dell’etica comune e per un disegno più alto, si chiarisce l’interesse di Matsumoto per una narrazione archetipale dove tutto è simbolo e la costruzione di alcuni elementi drammaturgici, serve ad alimentare una vera e propria mitologia, dove la relazione tra bene e male diventa circolare.

Se l’opera di Kenji Miyazawa, con i suoi chiarissimi riferimenti buddisti, ha ispirato il Matsumoto di Galaxy 999, in particolare a partire da Notte Sulla Ferrovia Galattica, la speranza dello scrittore giapponese per un’evoluzione dello spirito, attraversa anche il mondo astrale crudelissimo di Emeraldas. Al centro della distopia, la fiamma del desiderio è ancora viva.

Autore: Leiji Matsumoto
Numero volumi: Cofanetto – Due Volumi
Formato: 15×21
ISBN: 9788834905630
Prezzo: 30 Euro
Editore: Jpop

Fabiola Destrieri
Fabiola Destrieri
Critico cinematografico. Si occupa della relazione tra arte e cinema. Ha collaborato con alcune riviste del territorio milanese e con alcune gallerie d'arte.

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