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Scream di Wes Craven, 4K UHD + Blu Ray per il 25/mo anniversario: recensione

Paramount pubblica l'edizione doppio disco 4k UHD + Blu Ray di Scream, il seminale film di Wes Craven che il 20 dicembre festeggiava 25 anni. Occasione per fare un'analisi sull'impatto del film, su quello che è rimasto e su questa edizione, ottima per quanto riguarda il comparto video, discreta per quanto riguarda i contenuti speciali e meno buona per quanto riguarda il packaging

Scream, la creatura di Wes Craven e Kevin Williamson: nessuno è al sicuro

25 anni di Scream. La celebrazione effettiva è datata 20 dicembre 1996. Una collocazione bizzarra per un horror quella natalizia, ma che sancì un incredibile successo, tanto da avviare il percorso di un vero e proprio franchise con tre sequel e una serie prodotta per MTV. Già pronto il quinto film della saga, il primo senza la regia di Wes Craven, previsto per il gennaio 2022, con il cast storico ancora insieme e la regia di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, già attivi in ambito horror con titoli come “Finché morte non ci separi” e “La stirpe del male”.

La creatura di Wes Craven basata sul lavoro di scrittura di Kevin Williamson inaugurò una forma del tutto inedita di Slasher, servendosi dei cliché specifici del genere, per disattenderli totalmente con un gioco che metteva in abisso la stessa dimensione cinefila, gettando sangue, senza alcuna pietà, sul nozionismo nerd che ancora affligge una fanbase lobotomizzata e annichilita dalle proprie stereotipie.

I film di Wes Craven sono fin dalle prime sperimentazioni con il genere, tentativi di “distruggere l’univocità del set“, come ben spiegava Michele Faggi nell’analisi di Deadly Blessing. Il regista in fondo aveva già introdotto il radicalismo di Scream due anni prima con “Nightmare – Nuovo Incubo” reinventando quel collasso tra set che già era in nuce nel bellissimo e misconosciuto “Invitation to hell”. Scream non è altro che la summa del cinema craveniano riconfezionata per le masse e che oltre al disinnesco della stessa retorica metacinematografica, infila nel calderone con la consueta corrosività politica, il mercato stesso del cinema horror, merchandising incluso.

Stabilire o meno se la riflessione sia diventata semplice giochino, smettendo a a un certo punto di funzionare, per farsi fagocitare dall’idolatria pop, come sosteneva Alfonso Mastrantonio nella bella recensione di Scre4m, l’ultimo capitolo della saga diretto da Craven, è questione che potremmo discutere ampiamente e che potrebbe oggi presentare nuovi spunti, nella rimodulazione digitale dei contenuti, fatta di schegge, brandelli, memorabilia, soundtrack mania. In un contesto dove il genere sembra rinascere dalla riformulazione di un passato fatto di pezzi e di glitch, le intuizioni di Craven sembrano collocarsi in una stimolante dimensione anticipatoria per quanto riguarda il gioco di disseminazione virale che Scream già suggeriva.

La prima sequenza di Scream impostava il tono del gioco. Drew Barrymore, al centro del marketing promozionale, viene massacrata nei primi quindici minuti, mentre ad un cast di nuove star veniva affidato il cuore pulsante del film, una straordinaria Neve Campbell in testa, seguita dalla star televisiva Courteney Cox, attrice che aveva esordito alla fine degli anni ottanta, ma in un momento di notorietà crescente per la quasi neonata sitcom Friends, con appena due anni di vita alle spalle. Oltre a loro, Rose McGowan, Matthew Lillard, Skeet Ulrich, Jamie Kennedy, e David Arquette.

Ma è la voce di Ghostface, nella versione originale affidata a Roger L. Jackson a offrire la dimensione incorporea e sfuggente dell’horror craveniano (del resto, a proposito di immaterialità, Craven, ricordiamolo è l’autore di Shocker, ma anche del bellissimo episodio di “Ai confini della realtà” annata 1985, intitolato Her Pilgrim Soul); le sue telefonate attivano una stimolante rilettura sul ruolo del dispositivo telefonico e della voce nel cinema slasher alla vigilia dell’esplosione Internet. Il telefono è oggetto presente e nodale in molti slasher degli anni ottanta, perché è un tramite che consente di determinare il senso di isolamento e di fragilità del soggetto, ma anche mezzo di controllo da parte del killer che in qualche modo, come il Sutter Cane di Carpenter, combacia con la furia combinatoria dell’autore stesso. Prima che l’horror trovi nuove possibilità di attecchire tra le pieghe della sorveglianza contemporanea, Scream identifica l’incepparsi dei vecchi dispositivi mentre emergono altre forme di comunicazione. I computer connessi alla rete sono presenti in Scream, spesso come alternativa possibile all’isolamento creato dalla comunicazione telefonica analogica, ma anche nei termini in cui la conoscenza di tutte le regole che provengono dalla cinefilia slasher, porta con se i vantaggi e gli svantaggi di una conoscenza enciclopedica. I protagonisti di Scream possono da una parte anticipare le mosse di Ghostface, ma allo stesso tempo cadono in trappola quando l’ipertrofia di riferimenti, significa anche incapacità di riconoscere differenze e intensità; troppa informazione, così come una maggiore e apparente protezione offerta dalle nuove infrastrutture tecnologiche, prima ancora che esploda la post-verità, significa cecità e incapacità di ostacolare la morte.
In un sistema di informazione che consente a diversi mezzi di convergere, il guscio protettivo e illusorio dell’iper-connettività contiene il suo opposto, quello di trovarsi improvvisamente visti, spiati, minacciati. E allora l’immagine fantasma del Killer è semplicemente un agglomerato di informazioni che improvvisamente prende il controllo e ci sorprende tutti quanti nel ruolo delle vittime.

Scream edizione 25/mo anniversario: Comparto Audio e Video del 4K + Blu Ray

L’edizione di Scream pubblicata da Paramount per il 25/mo anniversario da Paramount è un doppio disco 4k UHD + Blu Ray. Il trasferimento, effettuato dai negativi originali a 35mm è un 2160p HDR10. C’è un effettivo salto del 4K in termini di qualità visiva, rispetto all’edizione Blu Ray, perché alcuni artefatti, in termini di luminosità e contrasto, che sono presenti nel Blu Ray, vengono superati e risolti in quella 4K, restituendo l’effetto grana della pellicola con risultati davvero eccellenti. Oltre a questo, notevole la profondità che è possibile sperimentare con gli interni, anche in termini colorimetrici.

L’audio del 4K è un loseless DTS-HD Master Audio 5.1, lo stesso del Blu Ray in buona sostanza, una qualità buona, senza la spettacolarità del Dolby Atmos. Nonostante questo tutti i livelli del suono, dai dialoghi alla colonna sonora di Marco Beltrami, che nel film ha un ruolo fondamentale, sono molto chiari ed in buona evidenza.

Scream edizione 25/mo anniversario: i contenuti extra

I contenuti speciali del doppio disco includono una serie di contenuti, tra documentari, featurette, commenti audio, Q&A, interviste con il cast e dietro le quinte. Il nostro giudizio complessivo sull’edizione proposta da Paramount per il 25ennale del film è più che positivo per la qualità video della versione 4K, davvero eccellente come abbiamo avuto modo di scrivere. I contenuti speciali contengono un commento audio imperdibile e, unico punto debole, una serie di featurette molto brevi, che rispetto a Making of più approfonditi, non sono particolarmente di rilievo.

Il commento audio di Wes Craven e dello sceneggiatore Kevin Williamson: è una traccia davvero dettagliata e piena di informazioni sul making del film. Non si perde in chiacchere inutili la coppia e riflette in modo acuto sulla produzione del film, gli scontri con la MPAA, la discussione intorno al titolo prima che diventasse “Scream”, e il modo in cui il lavoro di scrittura di Williamson viene in qualche modo piegato, cambiato e “stressato” fino al limite dalla regia di Craven e dalla modalità in cui ha lavorato con gli attori e la loro storia iconica.

Eredità di Sangue, Scream 25 anni dopo: è una nuova featurette di circa otto minuti dove il cast e la crew creativa che sta dietro all’imminente Scream 5 (in uscita a Gennaio 2022), riflettono sull’impatto culturale che il primo Scream ha avuto sul cinema di genere.

La produzione: Una featurette d’epoca della durata di sei minuti dove il cast e la produzione discutono del film in termini abbastanza generali

Dietro le quinte: la sezione è divisa in due parti. La prima girata sul set di Scream, è una featurette di quattro minuti che mostra alcune scene del film durante la lavorazione stessa. La seconda è una featurette di 3 minuti dedicata interamente a Drew Barrymore e alla nota sequenza d’apertura del film.

Q&A Con attori e Troupe: Due brevi video per una durata complessiva di cinque minuti che vede impegnati cast e autori del film in una serie di domande chiave sulla lavorazione del film, nella forma tipica del Q&A

Packaging: L’unica nota davvero dolente dell’edizione Paramount è il Packaging. Ormai sembra ci si debba abituare alla totale assenza di booklet, contenuti di approfondimento, merchandising e altri piccoli aspetti che fanno la differenza, almeno per quanto riguarda le edizioni 4K, dove tutto il “costo” dell’operazione viene in qualche modo giustificato dal trasferimento ad alta qualità del comparto immagine. Una cura maggiore per quanto riguarda l’aspetto editoriale non guasterebbe per contrastare la crisi del settore e la proposta, spesso davvero “indecente” delle piattaforme VOD, che in alcuni casi, sempre in relazione ai film di catalogo, non presentano neanche l’opzione multilingua. Nello specifico, l’edizione 4K UHD + Blu Ray di Scream pubblicata da Paramount è un amaray di qualità standard, protetto da uno slipcase in cartone lucido. All’interno i due dischi nudi e crudi. Un po’ scarsino. Per vederlo da vicino, questo il nostro Reel Unboxing su Instagram

Scream di Wes Craven – 4k UHD + Blu Ray edizione doppio disco Paramount / miramax

RASSEGNA PANORAMICA
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Critico cinematografico. Si occupa della relazione tra arte e cinema. Ha collaborato con alcune riviste del territorio milanese e con alcune gallerie d'arte.
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