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A Quiet Place – Un posto tranquillo di John Krasinski: la recensione del Blu Ray Universal Pictures Italia Home Video

A Quiet Place – Un posto tranquillo di John Krasinski, la sinossi

Nell’anno 2020 la Terra è invasa da una mostruosa razza aliena che pur non riuscendo a vedere, attacca e distrugge qualsiasi cosa produca rumore. La popolazione umana è decimata e solo il silenzio più assoluto potrà salvare i sopravvissuti da morte certa. In simili condizioni un padre, una madre e i loro due figli devono sopravvivere in un’isolata fattoria. La donna è incinta, forse perché un indimenticato lutto non riesce ad essere metabolizzato. Intanto dilaga la minaccia aliena e nessuno sa come sconfiggere queste misteriose creature. La sola speranza per l’umanità è il silenzio, l’unico modo per evitare la violenza omicida degli alieni, pronti a scagliarsi su qualsiasi fonte sonora per eliminarne l’origine.

A Quiet Place, il Blu Ray

Di Roberto Cerasuolo

Universal Pictures Home entertainment Italia rende disponibile dal mese scorso le versioni DVD, Blu-RayTM , 4K ULTRA HD e Digital HD dei film di Krasinski. L’edizione Blu Ray in nostro possesso contiene gli extra:

  • Creando il Tranquillo – Il regista John Krasinski ci porta dietro le quinte di A Quiet Place – Un posto tranquillo
  • Il suono dell’Oscurità – Creando il suono di un mondo silenzioso
  • Silenzio per un motivo – L’arte di effetti visivi indimenticabili

A Quiet Place i contenuti speciali: il making del film

I tre approfondimenti analizzano il making del film sin dallo sviluppo in sede di scenggiatura. Lo script che Krasinski propone a Michael Bay e Scott Beck è di 67 pagine. Oltre alla durata di riferimento che corrisponde a quella di un pilota per una serie televisiva, i minuti complessivi di dialogo sono solamente tre. Una sfida senza precedenti che orienta la produzione stessa ad affidare la regia del progetto a Krasinski. L’attore/regista americano affronta il progetto dopo esser diventato padre da poco, tanto da convogliare ossessioni e paure nel film stesso. 
La location per il film viene trasformata piantando una distesa di grano ex novo, portando un silos e lavorando a stretto contatto con la gente del luogo. Un clima intimo che punta al massimo del realismo coinvolgendo nel progetto Emily Blunt, moglie dello stesso Krasinski e la talentuosa Millicent Simmonds, sordomuta come il personaggio interpretato in “A Quiet Place” e qui alla sua seconda prova dopo “Wonderstruck” (La stanza delle meraviglie) di Todd Haynes. Con questi presupposti, Krasinski cerca di mantenere alto il livello di autenticità, attraverso un racconto di formazione che includa i concetti di perdono e protezione, una dimensione sperimentata in prima persona. 

A Quiet Place i contenuti speciali: i suoni e i rumori

Il suono dell’oscurità” analizza il ruolo del suono nel film di Krasinski, affrontato attraverso livelli di diversa intensità. Tutte le volte che Millicent entra in scena, il film assume il suo punto di vista aurale, cancellando letteralmente la presenza dei rumori. Dal rumore fino al silenzio, fino all’assenza stessa di suono, il film integra tre livelli differenti di percezione auditiva.  A questo setting si sono adattati i tecnici del suono di Michael Bay e lo stesso Marco Beltrami, compositore di una colonna sonora sottile e che lavora su questi stessi elementi. 

A Quiet Place i contenuti speciali: gli alieni e gli effetti speciali

L’arte di effetti visivi indimenticabili” si sofferma sulla creazione degli alieni. Creature nate dall’osservazione del mondo animale e dalla dieta visiva di Krasinski, a base dei documentari prodotti da Sir David Frederick Attenborough. Il risultato sono i mostri del film, costituiti da una calotta cranica che coincide integralmente con l’organo dell’udito. A completamento di questa idea mutuata da un’ardita interpretazione dell’evoluzione delle specie animali, Krasinski aggiunge il suo amore per Hitchcock, per “Lo squalo” di Spielberg e per altri classici, cambiando spesso la polarità delle scene, pur pensando ad alcuni modelli di riferimento. La sequenza in cui Emily Blunt si trova nella vasca da bagno con un alieno che striscia a pochi centimetri, rilegge in qualche modo una delle scene più famose di Psycho, cambiando le occorrenze e l’immaginario visuale, senza alterare quel senso di imminente pericolo contro il quale niente si può opporre. Krasinski dimostra così di sviluppare il suo cinema alla luce di un’astrazione formidabile della lezione Hitchcockiana, quella sintetizzata dai primi minuti de “La finestra sul cortile” dove i segni  e le tracce materiali sostituiscono la parola.

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