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Stephen King Film Collection II: la recensione

La Stephen King Film Collection II è la seconda uscita Midnight Classics dedicata al grande scrittore del Maine. Tre film come nel primo volume e più di tre ore di contenuti speciali. I titoli inclusi: "La metà oscura" di George A. Romero, "Fenomeni paranormali incontrollabili" di Mark L. Lester e "The Mangler - la macchina infernale" di Tobe Hooper, con Robert Englund. La recensione del box con tre Blu Ray, tutti i dettagli sui contenuti speciali e un video unboxing

Stephen King Film Collection Volume 2 – Il cofanetto Blu Ray di Midnight Factory

Midnight Factory pubblica tra le novità di gennaio 2022 il secondo volume della collezione Stephen King dopo il successo del primo volume, che abbiamo recensito da questa parte.

Come il precedente cofanetto, i film contenuti sono tre, con più di tre ore di contenuti speciali, il tutto distribuito in tre dischi Blu Ray. Completano il box, tre cartoline da collezione con gli artwork dei manifesti originali e un booklet con approfondimenti specifici sui tre titoli inclusi.

I titoli inclusi sono “La metà oscura” (1993), controverso e interessantissimo film di George A. Romero, parte della sua sfortunata avventura produttiva con la Orion Pictures; “Fenomeni paranormali incontrollabili” (1984), diretto dal regista culto di Classe 1984, Mark L. Lester ed infine “The Mangler – la macchina infernale” (1995) il delirante e visionario film di Tobe Hooper interpretato da Robert Englund.

Tutti i dettagli sui film e sui contenuti speciali dopo il nostro video unboxing

Disco 1 – La metà oscura di George A. Romero: dal romanzo al film

Quando Stephen King pubblica il romanzo “La metà oscura” nel 1989, compie allo stesso tempo un’operazione metanarrativa e uno spettacolare autodafé. Dopo aver utilizzato a lungo lo pseudonimo di Richard Bachman durante gli anni settanta, per pubblicare i romanzi più estremi, lo uccide inventandosi la storia dello scrittore Thad Beaumont e del suo doppio George Stark, pseudonimo più famoso del romanziere stesso, ma anche zona grigia della mente.

Introdotta da una sequenza disturbante, la versione portata sullo schermo da George A. Romero, sembra evocare i doppi tumorali di Osamu Tezuka, visualizzando un gemello non sviluppato nel cranio di Beaumont ancora bambino, ricoverato d’urgenza per dolori lancinanti.

Prodotto della mente o doppelganger distruttivo?

Su questo duplice binario il regista americano porta alle estreme conseguenze il lavoro di King, confondendo sovente i due piani. Ma andiamo per ordine.

Timothy Hutton – La metà oscura di George A. Romero

La relazione artistica tra Romero e King ha radici negli anni settanta e lo scrittore del Maine compare in un cameo nel misconosciuto e bellissimo Knightriders del 1981. L’anno successivo, per il film ad episodi Creepshow e per il sequel, Romero adatterà alcune storie brevi di King. Ma dovrà aspettare gli anni novanta per avvicinarsi ad un romanzo completo, dopo una serie di tentativi andati a vuoto.

Reduce dall’esperienza con la Orion Pictures per Monkey Shines, elabora la sua seconda produzione più corposa e quella più costosa in assoluto. Ma la bancarotta della casa di produzione ritarda l’uscita del film e quando sarà il momento, si rivelerà un flop, con Romero che perderà il controllo proprio nella fase conclusiva della post-produzione.

Alla base del film, come abbiamo accennato, una sofferta dimensione personale, che non si limita alla necessità di sbarazzarsi del proprio doppio a cui aveva affidato le visioni più nere, ma anche di lasciarsi alle spalle un lungo periodo di dipendenza da droghe e alcool, che avevano caratterizzato la vita di King dalla fine degli anni settanta, fino alla metà degli anni ottanta.

La metà oscura dispone in modo più esplicito i demoni già emersi con Shining. Difficile non pensare al fatto che anche per Romero questo possa essere considerato un film nodale, almeno in termini tematici. Autore sospeso tra fiera indipendenza e mercato, può essere anch’esso assimilato alla controversa figura di Beaumont.

Creatività e vita, nell’avvitamento doloroso che generano, colpiscono Romero a fondo, dentro e fuori dal film. Attratto dal progetto, rimane scottato per la cattiva gestione della Orion che tiene in scacco il lavoro per due anni. Ecco perché nella sua incompiutezza e imperfezione è un film importante, che racconta molto più di altri la relazione di Romero con l’industria.

La mente profondamente in conflitto di Beaumont/Stark è anche quella del regista americano.

Disco 1: Audio e video

Ottimo trasferimento 1.85:1 che esalta i dettagli e riesce a mantenere la grana della pellicola originale, senza rilevante diminuzione del dettaglio nelle sequenze più scure. L’audio è presentato sia in versione 2.0 che 5.1 (in Italiano e Inglese). La differenza si sente nel secondo caso per una maggiore immersività e presenza della colonna sonora scritta da Christopher Young e per gli effetti sonori, che in alcuni casi (la presenza degli uccelli) sono molto più potenti.

I contenuti Extra del disco 1

Gli Extra del Blu ray Midnight Classics contengono un bel commento audio con Romero stesso insieme a Stuart Feedback Andrews di Cinephobia Radio. Vengono approfonditi aspetti interessanti e Romero è davvero generoso nel regalare aneddoti sulla lavorazione. Tra le cose di cui era meno contento, gli effetti speciali, dal suo punto di vista scadenti.
Il contenuto più interessante è costituito dai 36 minuti del making of intitolato The Sparrows Are Flying Again: supplemento utile che include numerose interviste, tra cui quelle a George A. Romero e a Timothy Hutton. Altri contenuti includono: sette minuti di scene eliminate, quasi 25 di dietro le quinte dall’allestimento del set agli effetti speciali tanto odiati da Romero, il prezioso storyboard con il finale originale voluto da Romero e che la Orion cambiò e una serie di interviste promozionali vintage nell’EPK originale, realizzato per il lancio del film. Concludono il comparto extra del disco i classici contenuti promozionali: trailer cinematografico e televisivo, foto galleria e altri 7 minuti di interviste d’epoca.

Disco 2 – Fenomeni Paranormali incontrollabili, il film di Mark L. Lester

Il successo di Christine al botteghino spinge la Universal a pensare proprio a John Carpenter per la regia di Firestarter, nuova possibilità di mettere insieme il regista di Carthage con lo scrittore del Maine. Carpenter scrive un soggetto talmente diverso e divergente dal romanzo di King da far storgere la bocca ai produttori. La Universal deciderà definitivamente per il no dopo l’insuccesso de “La cosa”.

Viene allora impiegato un veterano come Stanley Mann, la cui filmografia brilla per eterogeneità ed esperienza. Chi meglio di lui avrebbe potuto affrontare le oltre 400 pagine del romanzo scritto da Stephen King in modo lineare e classico? La produzione di De Laurentiis imbarca Mark L. Lester, reduce dal successo del delirante Classe 1984, mentre nel ruolo della ragazzina con poteri telecinetici Charlene “Charlie” McGee, si ricorre alla giovanissima Drew Barrymore, che due anni prima aveva irretito gli spettatori di tutto il mondo con l’E.T. di Spielberg.

Charlene, insieme al padre Andrew, interpretato da David Keith, fugge dagli agenti del governo, interessati al suo potenziale pirocinetico. Uno straordinario Art Carney, li protegge nascondendoli nella sua fattoria in Virginia, dove vive con la moglie e dove si consumerà il potentissimo scontro finale.

Drew Barrymore in Fenomeni Paranormali Incontrollabili di Mark L. Lester

Il film fa parte di quei titoli che dal ’78 all’83, data della sua uscita, trattano la materia dell’outsider con poteri telecinetici come possibile reazione allo sfondo socio-politico degli Stati Uniti: le rivelazioni della CIA sul progetto illegale e clandestino noto come MKUltra, l’esplosione dell’era reganiana e altri aspetti, acuiscono il confronto tra stato e collettività tanto da influenzare soprattutto l’immaginario fantascientifico. Che quello di Lester sia il film più debole, se paragonato ad una linea che procede da Carrie, The Fury, fino a Dead Zone di Cronenberg, è certo, ma contiene comunque momenti di grande tensione drammatica, coadiuvati dalla performance della Barrymore e dalla musica ossessiva dei Tangerine Dream, qui nella nuova formazione che include alle tastiere Johannes Schmoelling, già nella line-up per la precedente colonna sonora della band tedesca, ovvero Thief scritta per Michael Mann.

L’audio e il video del disco 2

L’edizione Midnight Classics in termini video è quella ottenuta dal trasferimento più recente degli interpositivi in 2k, con un rapporto cinemascope 2.35:1. che esalta al massimo il lavoro del direttore della fotografia Giuseppe Ruzzolini. L’audio è l’originale monoaurale portato a stereo 2.0 DTS HD. Brillante, ma non eccellente.

I contenuti speciali del disco 2

Il commento audio con il regista Mark L. Lester: Qui il regista offre una panoramica abbastanza esaustiva sul lavoro. Insieme al making of è una documentazione completa del suo lavoro sul film.

Giocando con il fuoco – making of: Making of di quasi un’ora che include moltissime interviste al regista e agli attori altre allo stuntman Dick Warlock e al tastierista dei Tangerine Dream Johannes Schmoelling. Lester fornisce molte informazioni sulle origini della lavorazione. Freddie Jones, che intepreta il Dr. Joseph Wanless, racconta in dettaglio le riprese effettuate in location, nella Carolina del nord.

Tangerine Dream, le musiche dei film con Johannes Schmoelling: documentario di quasi 18 minuti dove Schmoelling racconta il suo impiego del sintetizzatore Korg, soffermandosi sulla precedente collaborazione della band con Michael Mann, per il film Thief.

Johannes Schmoelling suona il tema di Charlie: Il tema di Charlie, ricorrente nel film, suonato da Schmoelling al piano nel suo studio.

Trailer: i trailer del film

Radio Spot: una serie di spot radiofonici messi in onda durante la promozione del film

Galleria fotografica: una galleria vasta tra foto di produzione, cartoline, posters, incluso materiale promozionale giapponese.

Disco 3 – The Mangler – la macchina infernale, il film di Tobe Hooper

Rikers Valley è una cittadina immaginaria del Maine dove la Blue Ribbon, antica lavanderia industriale risalente al secolo scorso, è gestita in modo severo e irrispettoso delle condizioni di lavoro dall’imprenditore Bill Gartley, interpretato nel film da Robert Englund. Un vecchio macchinario con cilindri in carbonio il cui funzionamento si rivelerà incerto, causerà una serie di incidenti e di morti a catena. Dietro quel mostro meccanico, l’ipotesi che si nascondano esigenze sacrificali, legate per lo più al sangue di giovani donne.

La vecchia Hadley Watson assassina in The Mangler

Basato sul racconto di King dallo stesso nome, fu affidato dalla New Line alla regia di Tobe Hooper e girato in Sudafrica nel 1994, alla fine del periodo di embargo del paese, che garantì alla crew di poter ricorrere ad un equipaggiamento della Kodak e all’impegno di Robert Englund, al lavoro sul set per due settimane, filmato separatamente dagli altri attori.

Per quanto il film sia sorretto da una flebilissima sceneggiatura, è la furia visionaria di Hooper a trasformarlo in una feroce anti-elegia sul mondo delle macchine, tanto da diventare un lavoro completamente personale e legato all’immaginario psichico del potere, ma allo stesso tempo in linea con le intuizioni kinghiane, che in qualche modo sono rintracciabili anche in Christine, Graveyard Shift, The Lawnmower Man e ovviamente Maximum Overdrive, il film diretto dallo stesso King nel 1986.

L’audio e il video del disco 3

1.85:1 è l’aspect ratio del film, per un trasferimento 2k dai negativi originali che restituisce un buon full HD ricco di dettagli e con una grana appena pronunciata. DTS-HD Master Audio 5.1 e DTS-HD Master Audio 2.0 Stereo Italiano e Inglese, convivono accanto come per il disco 2. Ottimo il 5.1 per la brillantezza delle voci e i dettagli del sound design legato agli effetti. Ne guadagna anche la colonna sonora orchestrale composta da Barrington Pheloung.

I contenuti speciali del disco 3

Commento audio con il co-sceneggiatore David Brooks: L’unico disco della collezione senza commento del regista è questo. In compenso c’è quello di Brooks che conversa con il critico Nathaniel Thompson, editore della rivista Mono Digital

Gartley’s Gambit intervista a Robert Englund: ben 22 minuti di intervista dove Englund descrive The Mangler come un piccolo progetto di rilievo dello stesso King. Racconta le intenzioni iniziali di Hooper di girare tutto a Toronto, idea abbandonata perché il regista fu obbligato a girare in Sudafrica. Englund rivela di essersi ispirato per il personaggio non tanto a partire dalla sceneggiatura del film, ma proprio dal racconto di King. Dice anche di amare molto The Mangler e di esser orgoglioso di averne fatto parte.

Dietro le quinte: dodici minuti circa di B-roll e i immagini del cast girate sul set, al lavoro.

Trailer e Spot Televisivi concludono la dotazione extra del disco.

RASSEGNA PANORAMICA
Film
Comparto audio/video
Contenuti Extra
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Critico cinematografico. Si occupa della relazione tra arte e cinema. Ha collaborato con alcune riviste del territorio milanese e con alcune gallerie d'arte.
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