venerdì, Aprile 19, 2024

The Hi-lo Country, Stephen Frears (DVD Pulp, 2012)

Avrebbe dovuto essere Sam Peckinpah. Non soltanto perché il romanzo di Max Evans che ispira il film era destinato a lui- per anni cercò invano un finanziamento- ma soprattutto perché questo western malinconico e disincantato conteneva già in nuce i temi più cari al regista

 

Titolo Originale: The Hi-lo country
Formato video: 16/9 2.35:1
Audio: Inglese Dolby Digital 2.0 | Italiano Dolby Digital 2.0 | Italiano Dolby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano
Extra:Trailer | Photogallery | Filmografie attori

 

 

Avrebbe dovuto essere Sam Peckinpah. Non soltanto perché il romanzo di Max Evans che ispira il film era destinato a lui- per anni cercò invano un finanziamento- ma soprattutto perché questo western malinconico e disincantato conteneva già in nuce i temi più cari al regista. A raccogliere il testimone è stato Stephen Frears nel 1998, per la produzione di Barbara De Fina e Martin Scorsese, e adesso The Hi-Lo Country è disponibile in DVD distribuito da Pulp Video. Il declino del vecchio West, di pari passo con l’espandersi del progresso caldeggiato da latifondisti senza scrupoli, si intreccia alla torbida storia di Pete (Billy Crudup), reduce dalla Seconda Guerra Mondiale e coinvolto in un rapporto ambiguo di passione e gelosia con la languida Mona (Patricia Arquette) e l’amico Big Boy Matson (Woody Harrelson).

Mentre le famiglie locali sono costrette a vendere le loro terre al ricco Jim Ed Love (Sam Elliot), Pete e Big Boy resistono come possono nel gestire una modesta proprietà “alla vecchia maniera”.
Stephen Frears è regista innovativo e nonostante gli omaggi a Peckinpah e predecessori (uno su tutti, il cammeo di Katy Jurado) si guarda bene dallo scimmiottare lo stile altrui. La sceneggiatura a cura di Walon Green si traduce nelle sue mani in un’estetica inusuale che ai toni caldi della fotografia sposa la freddezza di uno sguardo distaccato. Si tratta naturalmente di un film crepuscolare, introdotto da un io narrante che è già indice di nostalgia per un passato irrecuperabile. E si tratta, sulla carta, di un melodramma ad alto potenziale di romanticismo. La predestinazione del cow-boy intriso di valori in dissolvimento- Big Boy, più che Pete- non è meno tragica del desiderio divorante per una donna in più sensi inafferrabile. Ma la regia di Frears nega ogni slancio appassionato senza nulla concedere all’enfasi che pure gli eventi suggerirebbero.
La rappresentazione iconografica del West è comprensiva di tutti i suoi topoi: il poker, l’outsider, il saloon si alternano alle mandrie fluviali dei ranch, con orizzonti avidi di fuga e fili spinati a tracciare confini non soltanto territoriali. Non mancano, del resto, riferimenti al Duello al sole di King Vidor o a Il gigante di George Stevens. Ma le valli immense e i cieli spalancati si oppongono all’asfalto e alle automobili che fagocitano il passato, mentre la rossa Patricia Arquette stappa Coca-cola con allure da pin-up.

La crisi del west è palpabile, dall’incapacità del protagonista di scegliersi il cavallo alla morte simbolica del vecchio Hoover (James Gammon). Il machismo belluino di Big Boy, la lealtà inossidabile alla tradizione, sono frammenti fuori tempo destinati a fallire. Persino la dimessa Josepha (Penélope Cruz) ribalta il suo ruolo di ingenua provinciale per partire alla volta della California affrontando il cambiamento. Tuttavia la distanza di Frears impedisce in parte il giusto coinvolgimento e, per quanto Woody Harrelson si distingua nella performance, una maggiore profondità psicologica avrebbe certo giovato ai personaggi.

Il DVD contiene anche il trailer del film, le filmografie dei protagonisti e diverse foto di scena in seppia o in bianco e nero, a ribadire che si racconta nientemeno che il tramonto di un’epoca. Bastava il finale compromissorio, con la giusta vendetta piegata alla menzogna di un accordo civile.
 

 

Lisa Cecconi
Lisa Cecconi
Lisa Cecconi è nata a Firenze nel 1984. Si è laureata all’Università di Bologna in Cinema, televisione e produzione multimediale con una tesi sulla strumentalizzazione dell’immaginario apocalittico nel cinema hollywoodiano. Ha seguito numerosi festival collaborando talvolta all’organizzazione, alla stesura dei cataloghi critici e alla presentazione dei film in rassegna. Attualmente coltiva la sua passione per il cinema scrivendo recensioni on-line.

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