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Cine40 – Dieci Anni di Cinema Italiano dal 9 Novembre a Roma

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma riprende il viaggio a ritroso nel tempo attraverso i decenni del grande cinema italiano e, dopo lo straordinario successo di Cine70, Cine60 e Cine50, dal 9 novembre saranno protagonisti gli anni ’40, con una serie di capolavori firmati da maestri come De Sica e Rossellini, Germi e De Santis, Visconti e Blasetti.

Promossa da Azienda Speciale Palaexpo e Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Cine40 permetterà agli spettatori di ogni generazione di riscoprire sul grande schermo uno dei periodi più drammatici e insieme creativi della nostra storia, con 36 film riproposti rigorosamente in pellicola 35mm e a ingresso libero fino a esaurimento posti.

La rassegna inizierà esplorando i titoli più interessanti del cinema del periodo bellico, in gran parte schiacciato da scialbe pellicole d’evasione e film di propaganda imposti dal regime, ma capace anche di commedie irresistibili come quelle di Camerini e del giovane De Sica (Teresa Venerdì) e delle prime prove di autori di genio come Rossellini e Visconti (Ossessione), senza dimenticare outsider come Mario Soldati (Piccolo mondo antico), Renato Castellani (Un colpo di pistola) o Eduardo De Filippo, che nel 1943 esordisce alla regia con Ti conosco, mascherina!. Con la fine della guerra esplode la rivoluzione neorealista, protagonista del programma con alcuni dei capolavori che fecero conoscere il cinema italiano in tutto il mondo, da Roma città aperta a Sciuscià, da Ladri di biciclette a La terra trema. Ma in quegli anni brillano anche l’epica popolare di Riso amaro di De Santis e l’indagine sociale di Pietro Germi (Gioventù perduta), mentre la commedia rifiorisce grazie a interpreti come Totò (I due orfanelli) e registi come il Luigi Zampa de L’onorevole Angelina. Quest’ultimo è inoltre uno dei tanti film in cartellone, da Campo de’ Fiori a Abbasso la miseria, con protagonista una formidabile Anna Magnani, destinata a diventare il volto più emblematico di questa stagione irripetibile.

L’inaugurazione di Cine40, giovedì 9 novembre alle ore 21.00, spetta a una trascinante commedia degli equivoci diventata un piccolo classico, Maddalena: zero in condotta, opera seconda di De Sica, anche protagonista a fianco di Carla Del Poggio. Seguirà venerdì 10 Centomila dollari di Mario Camerini, altro gioiello di divertimento, con Amedeo Nazzari e Assia Noris, mentre sabato 11 sarà il turno di Un’avventura di Salvator Rosa di Blasetti, esempio perfetto di cinema avventuroso destinato a una lunga fortuna critica. A concludere il primo fine settimana di programmazione, domenica 12 novembre è in cartellone La nave bianca di Rossellini, primo capitolo di una trilogia di propaganda diretta dal grande regista, già capace di osservare la guerra con il rigore documentario dei suoi capolavori futuri.

PROGRAMMA COMPLETO E SCHEDE DEI FILM

giovedì 9 novembre, ore 21.00
Maddalena: zero in condotta
di Vittorio De Sica. Italia, 1940, 78’
L’irresistibile interprete della commedia d’anteguerra dà il via, alla seconda prova da regista, ad una fortunata serie di film ambientati in un collegio femminile. De Sica rinnova con grazia, leggerezza e naturalezza narrativa la carambola di equivoci della commedia sentimentale.

venerdì 10 novembre, ore 21.00
Centomila dollari
di Mario Camerini. Italia, 1940, 83’
Proposta indecente ante litteram: un miliardario americano offre centomila dollari ad un giovane per cenare con la sua fidanzata. Fuoriclasse della commedia piccolo borghese degli anni ‘30, Camerini scompiglia con ironia ammiccante il microcosmo di centraliniste, sartine e fattorini.

sabato 11 novembre, ore 21.00
Un’avventura di Salvator Rosa
di Alessandro Blasetti. Italia, 1940, 97’
Un pittore-spadaccino mascherato difende il popolo napoletano oppresso dagli spagnoli. Duelli, beffe e tresche amorose animano il film d’avventura più acclamato dell’epoca, diretto dal più eclettico autore della cinematografia fascista e interpretato dalla celebre “coppia maledetta” Luisa Ferida-Osvaldo Valenti.

domenica 12 novembre, ore 21.00
La nave bianca
di Roberto Rossellini. Italia, 1941, 72’
Pochi ricordano che il padre del Neorealismo ha esordito con una trilogia di film di propaganda bellica, da riscoprire assolutamente. Pur muovendosi nell’orbita ideologica patriottica, ne superano la retorica con una tensione al realismo, che avrebbe innescato la rinascita espressiva del cinema postbellico.

martedì 14 novembre, ore 21.00
Teresa Venerdì
di Vittorio De Sica. Italia, 1941, 91’
Al secondo capitolo della trilogia ambientata in un collegio, De Sica affina il suo talento di osservatore divertito dagli affanni sentimentali, orchestrando con felice ritmo le peripezie amorose di un medico spiantato, una furba orfanella e una cantante, che ha il fascino ammaliatore di Anna Magnani.

mercoledì 15 novembre, ore 21.00
La corona di ferro
di Alessandro Blasetti. Italia, 1941, 109’
Blasetti realizza il più celebre kolossal dell’epoca fascista, sognando le produzioni americane. Un anno di riprese, masse enormi, imponenti scenografie ricreano un regno mitico, animato da lotte di potere, eroici cavalieri, re fratricidi e dolci fanciulle. Una “grandiosa favola storica” (Lizzani) a cui si ispirerà tanto cinema fantastico.

giovedì 16 novembre, ore 21.00
Piccolo mondo antico
di Mario Soldati. Italia, 1941, 107’
Una raffinata tensione culturale caratterizza la corrente nota come “calligrafismo”: ricostruzioni storiche e adattamenti letterari, nei quali il paesaggio, il gusto pittorico e la cura formale si fanno strada sullo schermo, come nel migliore film di Soldati, tratto da Fogazzaro.

venerdì 17 novembre, ore 21.00
Un colpo di pistola
di Renato Castellani. Italia, 1942, 92’
Ispirandosi a un racconto di Puskin, Castellani traduce in immagini sontuose la vicenda di due ufficiali zaristi, che si sfidano a duello per amore di una donna. Esordio di uno dei registi più raffinati del cinema italiano tra gli anni Quaranta e Cinquanta, oggi raramente ricordato e da rivalutare assolutamente.

sabato 18 novembre, ore 21.00
Un pilota ritorna
di Roberto Rossellini. Italia, 1942, 84’
Il secondo episodio della trilogia di propaganda diretta da Rossellini è ambientato nell’aviazione. Grazie allo spirito altruistico e allo stile documentario e anticonvenzionale del grande regista, il racconto stempera l’esaltazione spettacolare ed eroica, per puntare sulle sofferenze e il disorientamento individuali.

domenica 19 novembre, ore 18.00
Quattro passi fra le nuvole
di Alessandro Blasetti. Italia, 1942, 91’
Questa commedia incentrata su un finto matrimonio è stata esaltata dalla critica postbellica, che l’ha inserita in un’ideale triade pre-neorealista, al fianco di Ossessione e I bambini ci guardano: prove di una libertà creativa, antitetica alla rigidità ideologica fascista e aperta ad esprimere le contraddizioni del vivere.

domenica 19 novembre, ore 21.00
Via delle cinque lune
di Luigi Chiarini. Italia, 1942, 80’
Tratto da un racconto di Matilde Serao e ambientato nella Roma dell’Ottocento, l’esordio di Chiarini è considerato uno degli esempi di rilievo del “calligrafismo”, adattamento raffinato di un melodramma familiare, denso di sensualità e perdizione.

mercoledì 22 novembre, ore 21.00
Campo de’ Fiori
di Mario Bonnard. Italia, 1943, 95’
Sullo sfondo di una Roma dialettale inedita per lo schermo, giganteggia la strepitosa coppia Fabrizi-Magnani. Umanità dirompente, comunicazione immediata e passioni popolari abbattono gli artifici del genere comico-sentimentale dilagante.

giovedì 23 novembre, ore 21.00
Ti conosco mascherina!
di Eduardo De Filippo. Italia, 1943, 83’
Il genio del teatro italiano riversa sullo schermo il suo talento espressivo, vestendo i panni di uno scaltro servitore in una gustosa farsa carica di equivoci. Eduardo, coadiuvato dagli strepitosi Peppino e Titina, innesta nella commedia cinematografica la grande tradizione attoriale napoletana.

venerdì 24 novembre, ore 21.00
I bambini ci guardano
di Vittorio De Sica. Italia, 1943, 90’
De Sica abbandona i toni della commedia e abbatte uno dei pilastri della morale fascista, la famiglia, divenuta scenario di tradimento, morte e alienazione. Un capolavoro in anticipo sui tempi, che adotta il punto di vista del piccolo protagonista per esprimere un profondo dolore esistenziale.

sabato 25 novembre, ore 21.00
Ossessione
di Luchino Visconti. Italia, 1943, 141’
L’arrivo di un vagabondo in una locanda lungo il Po scatena una spirale distruttiva di adulterio e morte. Film simbolo che anticipa la rinascita del cinema italiano, l’esordio strepitoso di Visconti spazza via anni di retorica fascista con il suo realismo amaro e trasgressivo.

domenica 26 novembre, ore 18.00
Zazà
di Renato Castellani. Italia, 1943, 104’
Castellani firma una messa in scena affascinante, affiancato alla sceneggiatura da Alberto Moravia, non accreditato nei titoli per motivi razziali, e da Nino Rota, autore delle canzoni di Zazà, la canzonettista francese, incarnata dalla travolgente Isa Miranda.

domenica 26 novembre, ore 21.00
Nessuno torna indietro
di Alessandro Blasetti. Italia, 1944, 124’
Un film corale tutto al femminile sostenuto dalle maggiori dive del momento – quali Doris Duranti, María Mercader, Valentina Cortese, María Denis – impegnate a dar corpo alle disavventure e ai sogni di alcune studentesse riunite in un pensionato romano.

martedì 28 novembre, ore 21.00
Abbasso la miseria!
di Gennaro Righelli. Italia, 1945, 82’
Gli stessi interpreti di Roma città aperta, Anna Magnani e il piccolo Annicchiarico, riuniti in una commedia sulla borsa nera. L’attualità e la miseria del dopoguerra invadono anche la produzione più leggera e l’Italia si riflette sullo schermo tra gag, risate e commozione.

mercoledì 29 novembre, ore 21.00
La porta del cielo
di Vittorio De Sica. Italia, 1945, 84’
I destini di vari personaggi in pellegrinaggio verso Loreto si incrociano su un treno. Con incredibili difficoltà, De Sica gira questa produzione cattolica nel periodo in cui i tedeschi occupano Roma, salvando sé e la troupe dal trasferimento a Venezia, dove il regime di Salò sta creando una nuova città del cinema.

giovedì 30 novembre, ore 21.00
Giorni di gloria
di Luchino Visconti, Giuseppe De Santis, Marcello Pagliero. Italia, 1945, 70’
Un’opportunità straordinaria per rivivere la situazione a Roma dopo la Liberazione, attraverso l’assemblaggio di filmati d’epoca e lo sguardo di “reporter” d’eccezione, quali Visconti, che documenta il processo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, o De Santis, che dà voce ai parenti delle vittime del massacro.

venerdì 1 dicembre, ore 21.00
Roma città aperta
di Roberto Rossellini. Italia, 1945, 104’
La tensione rinnovatrice dell’immediato dopoguerra trova nel cinema il suo grido più potente: Roma città aperta è il manifesto di un nuovo corso, capolavoro di rottura ancora oggi emotivamente sconvolgente, che insegna al mondo intero come far parlare la vita attraverso lo schermo.

domenica 3 dicembre, ore 18.00
Un giorno nella vita
di Alessandro Blasetti. Italia, 1946, 117’
Mosso da un intento etico, anche il più affermato autore del periodo fascista analizza le vicende resistenziali, osservandole da una prospettiva rovesciata, quella chiusa di un convento. La tragica irruzione di nazisti e partigiani rimanda alla violazione di ogni sacralità compiuta dalla guerra.

domenica 3 dicembre, ore 21.00
Il bandito
di Alberto Lattuada. Italia, 1946, 84’
Lattuada racconta il dramma dei reduci, l’impatto con le macerie, anche interiori, e la corruzione dilagante, adottando il ritmo del gangster movie americano. Grande successo grazie ai divi del momento, Amedeo Nazzari e Anna Magnani, negli insoliti panni di una perfida femme fatale.

mercoledì 6 dicembre, ore 21.00
Caccia tragica
di Giuseppe De Santis. Italia, 1946, 90’
Una rapina compiuta da un reduce e un’ex collaborazionista provoca la reazione in massa dei contadini. Il sorprendente film di esordio di De Sanctis porta sullo schermo la campagna come epicentro delle lotte sociali, con uno stile spettacolare memore dei maestri sovietici.

giovedì 7 dicembre, ore 21.00
Sciuscià
di Vittorio De Sica. Italia, 1946, 91’
Attraverso il dramma di due piccoli lustrascarpe, De Sica denuncia la barbarie morale del Paese scosso dalla guerra. Opera emblematica del realismo italiano e capolavoro di struggente poesia, apre uno squarcio sull’abisso della civiltà, vista con gli occhi delle sue vittime più fragili.

venerdì 8 dicembre, ore 21.00
Paisà
di Roberto Rossellini. Italia, 1946, 133’
Rossellini torna a raccontare, in sei episodi, l’Italia in guerra e le vittime innocenti della Storia. Sulle orme delle truppe alleate dal Sud al Nord Italia, il grande maestro attinge la sua straordinaria libertà creativa dal caos del mondo in macerie, offrendo il ritratto fedele e polifonico del Paese.

sabato 9 dicembre, ore 21.00
Gioventù perduta
di Pietro Germi. Italia, 1947, 80’
Il crudo identikit di giovani borghesi sbandati, che vivono il disagio della città contemporanea tra solitudine e delitti. Tra i grandi autori del Neorealismo, Germi si rivela il narratore più incisivo delle piaghe sociali del dopoguerra, che indaga incrociando noir e stile documentario.

domenica 10 dicembre, ore 18.00
I due orfanelli
di Mario Mattoli. Italia, 1947, 92’
Nella Parigi dell’Ottocento l’orfanello Totò va alla ricerca dei suoi nobili natali. Maliziosa parodia del romanzo d’appendice, nella quale l’umorismo di sceneggiatori quali Steno e le trovate del grande mattatore innestano elementi di satira sulle agitazioni politiche del periodo.

domenica 10 dicembre, ore 21.00
L’onorevole Angelina
di Luigi Zampa. Italia, 1947, 93’
Una delle interpretazioni leggendarie di Anna Magnani, energica eroina di uno stuolo di donne di borgata in rivolta contro un’esistenza precaria. Un Quarto stato al femminile che Zampa dirige magistralmente, animando la denuncia sociale con la spettacolarità popolare.

martedì 12 dicembre, ore 21.00
Sotto il sole di Roma
di Renato Castellani. Italia, 1948, 100’
Castellani accoglie nel dopoguerra gli ambienti contemporanei, alla ricerca di una gioventù e di un’innocenza sopravvissute ai disastri della guerra, anticipando molti elementi dei primi film di Pasolini. L’urgenza di denuncia del primo cinema neorealista trova un perfetto equilibrio tra commedia e dramma.

mercoledì 13 dicembre, ore 21.00
Proibito rubare
di Luigi Comencini. Italia, 1948, 82’
Fin dal suo esordio, ambientato tra i ladruncoli di una Napoli ancora piena di macerie, Comencini rivela già la sua straordinaria sensibilità verso i problemi dell’infanzia, che caratterizzerà la sua lunga carriera, osservata qui con i toni lievi della commedia.

giovedì 14 dicembre, ore 21.00
Riso amaro
di Giuseppe De Santis. Italia, 1948, 109’
Un ladro in fuga si rifugia tra le mondine delle risaie e seduce una giovane ingenua. Pietra miliare della storia del cinema, intreccia la denuncia dello sfruttamento contadino con gli intrighi del noir carico di erotismo, innalzando Silvana Mangano a stella di prima grandezza e icona di sensualità vibrante.

venerdì 15 dicembre, ore 21.00
La terra trema
di Luchino Visconti. Italia, 1948, 160’
Liberamente tratto da I Malavoglia di Verga, è un affresco potente sulle drammatiche condizioni del Meridione, sospeso tra documentarismo neorealista e raffinato rigore espressivo, ancora oggi considerato uno dei capolavori assoluti del regista.

sabato 16 dicembre, ore 21.00
Ladri di biciclette
di Vittorio De Sica. Italia, 1948, 90’
Monumento del cinema di tutti i tempi e manifesto sociale del dopoguerra italiano. Le peregrinazioni del povero attacchino in cerca della bicicletta rubata aprono squarci sulla vita nella città moderna, luogo dell’indifferenza, che condanna a un’incolmabile solitudine.

domenica 17 dicembre, ore 18.00
Il mulino del Po
di Alberto Lattuada. Italia, 1949, 104’
Sullo sfondo delle ribellioni contadine di fine ’800 contro governo e padronato, si consuma il dramma di due innamorati appartenenti a famiglie avversarie. Dal romanzo di Bacchelli, Lattuada ricava un potente affresco sociale con l’impianto epico e spettacolare del grande cinema sovietico.

domenica 17 dicembre, ore 21.00
In nome della legge
di Pietro Germi. Italia, 1949, 100’
Immerso nell’immaginario cinematografico americano, il capolavoro di Germi trasfigura la Sicilia nel paesaggio epico di un western: ai margini del territorio nazionale, il conflitto tra legge e sopruso mafioso assume un’aura mitica, di lotta primordiale tra bene e male.

 

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