Home festivalcinema Lucca Film Festival 2017: i vincitori delle sezioni competitive

Lucca Film Festival 2017: i vincitori delle sezioni competitive

Hoissuru” dello spagnolo Armand Rovira, proiettato in anteprima nazionale al Lucca Film Festival, si è aggiudicato il primo premio del Concorso Internazionale dei Cortometraggi curato da Rachele Pollastrini, la sezione più longeva dell’intera manifestazione e che ancora mantiene un contatto con l’anima di ricerca dello stesso, spirito che ci auguriamo rimanga intatto.

La giuria di qualità del concorso, costituita dal regista Luca Ferri, la visual artist, animatrice e disegnatrice Laurina Paperina e Astra Zoldnere, regista e curatrice del 2Annas Riga International Film Festival, ha destinato al film il premio di 500 euro per il Miglior Cortometraggio. Ecco la motivazione: “Un film che coniuga perfettamente da un lato il racconto del mondo dell’arte contemporanea, e dall’altro il ricordo di grandi maestri del cinema come Bergman e Chris Marker. Mostrandoci una visione personale e decisamente indipendente Arman Rovira porta lo spettatore in un’altra dimensione”.

Per quanto riguarda il concorso cortometraggi, il verdetto della giuria di qualità e di quella studentesca è unanime, quest’ultima ha rilevato l’unione tra musica, poesia, dramma e misticismo in “Un film in bianco e nero, meravigliosamente realizzato“.

Rovira, diplomatosi in regia cinematografica e post-produzione al CECC di Barcellona, ha poi proseguito i suoi studi presso l’Università Autonoma della città nel 2001. Ha lavorato a lungo in ambito televisivo e insegna sceneggiatura, regia e montaggio alla scuola di cinema CEF di Mallorca. Tra i corti che ha realizzato dalla fine degli anni novanta fino ad oggi: “Letters to Paul Morrissey” (2017) / “Qué será de Baby Grace?” (2009) / “La purificación escremental” (2004) / “Das Schutzenfest” (1998).

Hoissuru“, il film che ha vinto il concorso del Lucca Film Festival, racconta di Hiroko, giovane donna giapponese che soffre di un dolore costante alla testa causato da una frequenza sonora che solo lei è in grado di percepire. Incontrerà Agnes, una ragazza ossessionata dalla cultura giapponese, con la quale instaurerà un intenso rapporto. Solo la voce di Agnes sarà infatti in grado di lenire le sofferenze causate dalla patologia di Hiroko.

Il concorso Lungometraggi del Lucca Film Festival, curato da Nicolas Condemi, Federico Salvetti e Stefano Giorgi, ha assegnato il primo premio di 3.000 euro a “O Clube dos Canibais” (Cannibal Club è il titolo internazionale) di Guto Parente, parte di un recente dittico realizzato dal regista brasiliano, che include anche “Inferninho” e di cui parleremo presto su indie-eye cinema.

Il film, già passato ai festival di Rotterdam e di Friburgo è una satira sulla società brasiliana contemporanea, condotta sul filo di certo cinema estremo, che in Brasile ha una tradizione specifica e mai troppo analizzata. La giuria, costituita dai registi Daniele Gaglianone, Irene Dioniso e Paola Randi ha così motivato il premio: “Per la feroce ironia con la quale racconta la violenza del potere utilizzando il genere horror come chiave di lettura della realtà”.

La giuria studentesca ha invece assegnato il premio a Gutland (Germania, 2017) di Govinda Van Maele. Il film, già passato per i festival di Toronto, Tokyo, Premiers Plans, Rotterdam, Lussemburgo, è il primo lungometraggio del regista nato in Lussemburgo ed è un bizzarro noir surrealista sullo scontro tra culture all’interno di una piccola comunità. Uno sbandato di nome Jens, vola dalla Germania fino ad un piccolo villaggio lussemburghese. Le difficoltà con le abitudini e la lingua del luogo lo condurranno al centro di una serie di eventi oscuri, raccontati con quelle modalità che descrivono la provincia come un crocevia tra divertente surrealtà e orrore. Il film vede tra gli interpreti anche Vicky Krieps, già bellissima e inquietante Alma ne “Il filo nascosto” di Paul Thomas Anderson.

Exit mobile version