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Mountains May Depart di Jia Zhang-Ke a Cannes 2015: l’incontro con la stampa

“Mountains May Depart” l’ultimo film del grande Jia Zhang-Ke è in concorso a Cannes, presentato mercoledi in conferenza stampa, si svolge nell’arco di 25 anni della vita di una donna; la prima parte racconta la crescita della Cina capitalista alla fine degli anni ’90 inclusa l’apertura verso il mondo esterno dei mercati; “Go West” dei Pet Shop Boys diventa in qualche modo il brano simbolo di una generazione che nel weekend spendeva il proprio tempo sul dancefloor, un momento rituale, come ha detto in conferenza stampa il regista cinese “quando le persone ascoltavano musica dance nel weekend e si trovavano per divertirsi insieme, eravamo pieni di vita, e la musica dance in ogni luogo ci conduceva in una dimensione magica, non era particolarmente interessante la parola “west” per me quanto il verbo “go”.

La seconda parte, ambientata nella Cina di oggi, mostra a che punto è arrivata la famiglia in una società profondamente cambiat e disgregata. La terza parte, vede il figlio della protagonista trasferitosi nell’Australia del futuro durante l’anno 2025, alle prese con un padre dissoluto e con la progressiva perdita della propria identità cinese.

“Che cos’è il denaro? – ha dichiarato Jia Zhang-Ke – migliora forse le nostre vite, oppure le distrugge?” È questo uno degli interrogativi che il regista cinese si è posto, raccontando una Cina in movimento; il futuro gli è stato utile per osservare il passato cinese da un punto di vista privilegiato, per determinare con più precisione cosa è stato fatto e come ci saremmo dovuti comportare, anche in relazione alla perdita delle proprie radici.

È un film che indaga i sentimenti, e il titolo inglese in qualche modo allude all’immutabilità degli stessi, in relazione a quella delle montagne: “i sentimenti – ha detto il regista cinese – sono come un buon vino che matura negli anni, il vino diventa concentrato e può essere goduto e gustato pienamente”

La scelta di scegliere un così vasto arco temporale è stata dettata dalla volontà di allargare l’osservazione attraverso lo scambio di diversi punti di vista tra più generazioni, anche in relazione al cambiamento degli assetti urbani, della forma delle città.

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