E’ un tema interessante per vari motivi, il primo dei quali è il livello di non censurabilità oltre il quale non è possibile operare per un organismo preposto, perchè è un livello che coincide con un’alta potenzialità visionaria, non sorprende quindi che i parametri siano quelli del “contenuto”; questo è assente secondo il BBFC, l’orrore è ricondotto al puro sguardo e ancora una volta un oggetto, un elettrodomestico o un’arte che dovrebbe tendere al visibile viene accecata, un percorso che in un certo senso include anche il bellissimo Martyrs e esclude ovviamente trovate vintage come Antichrist, dove il dialogo fittizio tra Von Trier e la censura è un dispositivo creato ad arte che si inceppa prima ancora di decollare; allo stesso tempo sappiamo bene che la censura non spinge più in modo fecondo verso la visione, o la conservazione privata di copie unrated, sogno perverso di Otaku a corto di metodologia critica, atterriti dalla diffusione di massa del cinema una volta “raro”. Nella totale mancanza di influenza concreta della censura nella società dell’immagine contemporanea si diceva, questa prova a riacquisire forza e presenza decretando l’invisibilità di un prodotto come unico gesto possibile, tanto da spingere, come una volta ma con mezzi diversi, verso la fruizione più naturale per un film come Grotesque, facilmente reperibile in rete e attraverso mercati paralleli a quello Britannico, forum di scambio e così via, una sentenza ridicola quella del BBFC per niente efficace anche in termini di fisiologia del mercato e che decreta una visibilità maggiore per il film di Shirashi; la rete, lo sappiamo benissimo, è un’e-store globale facilmente accessibile. Su Grotesque e altre torture torneremo molto presto; di seguito il trailer ufficiale del film sconsigliato ai deboli di mente e dedicato ai forti di cuore o viceversa.
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