venerdì, Marzo 29, 2024

Pitigliani Kolno’a Festival, ottava edizione, a roma rassegna di cinema ebraico e israeliano

Dal 23 al 27 ottobre alla Casa del Cinema di Roma si terrà l’ottava edizione del Pitigliani Kolno’a Festival, la rassegna di cinema ebraico ed israeliano diretta dal noto critico cinematografico italo-israeliano Dan Muggia e dalla giornalista Ariela Piattelli, organizzata dal Centro Ebraico Italiano “Il Pitigliani” in collaborazione con l’Ambasciata di Israele e con il Patrocinio e il sostegno della Regione Lazio e della Provincia di Roma e del Comune di Roma.

Un “mosaico di voci”, nelle parole di Ariela Piattelli e Dan Muggia, che sottolineano: “Voci diverse, alcune assordanti, altre che sussurrano, compongono il panorama che offriamo quest’anno del nuovo cinema israeliano. I documentari e i lungometraggi (più un corto “filosofico”), vi presentano una cinematografia variegata e colorata più che mai. La diversità e l’originalità sono i filoni che abbiamo scelto, cercando di restituire al pubblico quel senso di assoluta libertà artistica che impregna le opere dei registi d’Israele. Si tratta di una varietà stilistica che coincide con quella tematica, malgrado in alcune opere sia molto presente il tema dell’immigrazione. La presenza degli immigrati russi (e quelli arrivati dall’Ex Unione Sovietica negli anni ‘90, che costituiscono un quinto della popolazione israeliana) è l’unico tema predominante nello Sguardo sul nuovo cinema israeliano: persone che hanno quasi dimenticato le proprie origini e sentono di essere totalmente entrate nel flusso della società, altre che continuano a vivere come in un limbo, isolate dal mondo che le circonda, portando avanti le proprie tradizioni e continuando a parlare la lingua madre. Questi fenomeni – concludono i due direttori artistici – hanno destato l’interesse dei registi, forse proprio perché alcuni tra questi provengono da quel mondo.  Quattro le sezioni tematiche del festival, con la novità dello spazio dedicato alla serialità televisiva a cui si aggiunge quest’anno un evento unico: la presentazione di un documentario inedito in Italia, titolato A Film Unfinished, che racconta la storia di un film di propaganda girato dai nazisti nel ghetto di Varsavia poco prima della Rivolta. All’evento sarà presente Liat Ben Habib, Direttore del Dipartimento Audio Visual del Memoriale dell’Olocausto “Yad Vashem” (Gerusalemme).  Novità assoluta di questa ottava edizione del PITIGLIANI KOLNO’A FESTIVAL, Serie televisive: cronache del quotidiano, una sezione dedicata esclusivamente alla serialità televisiva, in Israele come in Italia sempre più connessa alla quotidianità degli spettatori. Alla mafia, la cronaca nera e i temi familiari italiani, si contrappongono i rapimenti di soldati, i temi dell’immigrazione e della religione, affrontati nelle serie che presenta la sezione. Si comincia con Srugim (lett. Lavorati a maglia), di Eliezer Shapiro, serie televisiva di successo con grandi attori che tratta della vita di un gruppo di single religiosi a Gerusalemme: la sceneggiatrice di Srugim, Yael Rubinstein, sarà ospite del festival. Una realtà diversa in cui però i protagonisti devono affrontare le difficoltà “classiche” della loro età, quindi anche l’amore e il sesso. Quindi, la cronaca di guerra prende il sopravvento con Hatufim (lett. Rapiti), di Gideon Raff, che sarà ospite del festival, in cui il centro della vicenda tratta l’incubo nazionale, del passato e del presente israeliano: quello dei rapimenti dei soldati. Una serie televisiva che ha scatenato un dibattito molto acceso in Israele. Tra i grandi protagonisti del film, svetta la bella attrice Yaël Abecassis. Tre soldati tornano dopo 17 anni di prigionia siriana: tutto è cambiato. Uno di loro troverà la moglie risposata con un suo fratello, un altro conoscerà il figlio che all’epoca del rapimento era stato appena concepito. Il terzo tornerà in una bara. L’esercito israeliano intanto, vuole scoprire la verità. L’immigrazione russa in Israele è al centro della serie Merhak Negia (lett. A poca distanza), su un ragazzo immigrato pronto ad accogliere la sua famiglia, in un quartiere religioso appena fuori Tel Aviv, Bnei Berak. Qui si innamora di una ragazza religiosa, ma in certi ambienti le differenze culturali e religiose sono una serio problema… La sezione Sguardo sul nuovo cinema israeliano prevede lungometraggi e documentari. Alcuni tra i film selezionati hanno già avuto grande riscontro di pubblico e critica, altri saranno per la prima volta in Italia grazie al PKF2010. Tra i lungometraggi, Loners, di Renen Schorr, grande regista e fondatore – ed attuale direttore – della Sam Spiegel School di Gerusalemme. Un film di cronaca, che tratta di un episodio avvenuto in una prigione militare di cui, a suo tempo, parlarono tutti i giornali israeliani. Quindi spazio all’opera prima 5 ore da Parigi, di Leon Prudovsky, regista di origine russa, che ha voluto raccontare attraverso la commedia la storia di un uomo ipocondriaco che vuole superare la paura di volare, e insieme a questa, le tante altre paure che lo tengono ostaggio di una vita mai vissuta pienamente.  Sharon Maymon e Tal Granit, che sarà ospite del festival, firmano il film di apertura Mortgage (lett. Il mutuo): una storia quanto mai attuale che indaga su quanto possa resistere un amore quando deve fare i conti… con le spese quotidiane e un mutuo per l’acquisto della casa dei sogni. A questo film è legato un cortometraggio degli stessi registi, To Kill a Bumblebee (lett. Uccidere un’ape), che racconta, attraverso un paradosso, quanto possano vacillare le nostre regole etiche di fronte alla realtà, e quanto siano sottili i confini tra il lecito e il proibito. Infine, firmato da Taly Sharon Ezer, il film Surrogate, la storia di un trentenne che per risolvere i suoi problemi con il sesso, si rivolge ad una donna “surrogato”, figura a metà strada tra un’amante e una psicologa, di cui inevitabilmente si innamora. In programma anche molti documentari, che presenta cinque pellicole che offrono un assaggio della produzione di questo anno. A partire dal pluripremiato Diplomat, della regista Dana Goren, che racconta dell’omonimo hotel di Gerusalemme, un tempo albergo a 5 stelle, da vent’anni luogo di ricovero per seicento immigrati dell’ex Unione Sovietica, un non-luogo dove si continua a parlare il russo, e a celebrare la nazione sovietica, in un tormento di eterna nostalgia. Quindi, gli anziani immigrati che affollano una scuola di ballo di Tel Aviv, in Ida’s Dance Club, firmato da Dalit Kimor, e che si preparano all’annuale gara di ballo, tra tensioni e nuove amicizie. Con How Much Love, di Kineret Hay-Gillor prodotto dal co-direttore artistico del Festival, Kineret si addentra in una sorta di diario di famiglia, attraverso la discesa agli inferi di un padre, un tempo forte, atletico (era un insegnante di ginnastica), costretto da una malattia a una vita sulla sedia a rotelle. Yes, Miss Commander!, girato a quattro mani da Dan Setton e Itzik Lerner, racconta di una base militare in Bassa Galilea dove sono inviati i ragazzi difficili della società israeliana, con problemi famigliari, economici, psicologici e a volte di droga, che si trovano di fronte a donne comandanti. I registi hanno seguito per cento giorni alcuni soldati alle prese con le comandanti donne. Ne è scaturita una piccola serie documentaria televisiva da cui è stato tratto un documentario unico, presentato lo scorso anno a Gerusalemme. Infine, un documento interessante anche per gli storici: Filmed by Yitzhak, di Limor Pinhasov: racconta un decennio di storia di Israele attraverso la vita di un suo importante rappresentante: Yitzhak Rabin. Dalla storia privata, all’esercito, agli incarichi si Stato, fino alla famosa missione di pace a Washington, il documentario presenta i super 8 girati dallo stesso ex Primo Ministro israeliano dal 1963 al 1973. La sezione Percorsi ebraici presenta un evento speciale: A Film Unfinished, un documentario straordinario su un film di propaganda che i nazisti non hanno mai portato a termine sul Ghetto di Varsavia. Un documento filmico e storico che non solo ci racconta ciò che pochi sanno, ma che pone lo spettatore davanti a domande filosofiche devastanti. Il programma presenta inoltre Zefat, San Nicandro. Il viaggio di Eti, di Vincenzo Condorelli (ospite del festival): la storia di una ragazza israeliana in viaggio in un centro rurale del sud Italia alla ricerca delle proprie radici. San Nicandro, è il luogo dove – poco prima delle politiche antisemite mussoliniane – una comunità di contadini si proclamò di “fede ebraica”. Quindi, il divertente e commovente documentario che indaga sul rito del Brit Milà, la circoncisione ebraica, in Partly Private, di Danae Elon (ebrea di New York, figlia del famoso storico israeliano Amos Elon). Nella sezione Scuole di cinema da Israele, dedicata negli anni scorsi alla Ma’alè School, scuola israeliana di cinema per ebrei ortodossi, e al dipartimento di cinema del “Beit Berl College”, protagonista quest’anno è la Sam Spiegel School, la scuola di cinema più prestigiosa d’Israele che nel 2010 compie vent’anni. Una ricorrenza cui  il PKF dedica un omaggio con tre nuovi cortometraggi e una “compilation” di quelli più belli, scelti dai registi più importanti al mondo, di questi a di recente produzione inerenti il tema della gioventù.


Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti

Redazione IE Cinema
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