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Una Casa del cinema a firenze

Una Casa del Cinema a Firenze; Il cinema Odeon come contenitore per i principali festival cinematografici sviluppati e cresciuti in seno alla città e ricompattati nella seconda edizione dei 50 giorni di Cinema promossi dalla Mediateca Regionale Toscana in collaborazione con Comune e Provincia di Firenze e Regione Toscana; una serie di eventi circoscritti tra il 31 ottobre e il 22 dicembre che includerà, oltre ad un gruppo di Festival molto conosciuti in ambito cittadino, anteprime, retrospettive, rassegne. Preludio alla costituenda Casa del Cinema che identifica la sala di piazza Strozzi come sede privilegiata e polo permanente per una serie di iniziative legate (anche) alle anteprime cinematografiche internazionali, introdotte dalla premiere di Miracolo a Sant’Anna, il nuovo film di Spike Lee che ha in un certo senso innaugurato quello che potrebbe diventare il nuovo corso del cinema Odeon. Ma quali sono i processi che hanno portato ad un’operazione di questo tipo? Gianni Varrasi, capogruppo del gruppo consiliare dei Verdi ieri ha presentato un’interpellanza urgente per conoscere l’operato e gli intendimenti dell’Amministrazione comunale ripetto alla recente iniziativa della Regione Toscana volta a dare vita ad una Casa della Cultura presso il Cinema Odeon. I Verdi non hanno niente in contrario nell’identificare un ruolo attivo della Mediateca Regionale Toscana nell’iniziativa, ma, aggiunge Varrasi, occorre preservare la distrubuzione sul territorio delle sale, nonché la tutela degli operatori indipendenti e d’essai rispetto alle multinazionali dello spettacolo “mordi e fuggi”, che rischiano di impoverire non solo la qualità ma, paradossalmente, persino la scelta di film italiani, europei e comunque di qualità. Dello stesso avviso Ornella De Zordo di Unaltracittà / Unaltromondo: a Firenze stanno succedendo un po’ troppe cose senza un adeguato dibattito pubblico e senza che si spieghino in alcun modo i motivi delle scelte: l’Amministrazione Comunale ci ha ormai abituato in molti campi ad un “decisionismo” assoluto. Nel settore del cinema questo metodo regna sovrano. […] si viene a sapere dalla stampa che con il Gruppo Germani, lo stesso soggetto che gestirebbe la Multisala di Novoli insieme alla Medusa di Berlusconi, sarebbe stato raggiunto un accordo per costituire una non meglio definita “Casa del Cinema” Vorremmo anche sapere, in un momento di tagli pesanti al settore della cultura, quali sono le condizioni economiche dell’accordo. L’Amministrazione, che a parole dice di voler rendere vivo il centro storico, nei fatti sta favorendo la chiusura delle sale cinematografiche del centro, con conseguente impoverimento dell’offerta culturale e della stessa vivacità e vivibilità di una zona sempre più povera di residenza originaria e destinata al turismo.
Marco Stella e Bianca Maria Giocoli, rispettivamente consigliere e capogruppo di Forza Italia-Pdl sostengono che la realizzazione dei 50 giorni di cinema a Firenze comporterà l’investimento di fondi pubblici secondo un protocollo di intesa stipulato tra Comune di Firenze, Provincia e Regione che prevede uno stanziamento di 130mila euro l’anno per tre anni da parte di Comune e Provincia di Firenze […] per quale motivo non si è ritenuto opportuno procedere con una selezione pubblica per designare la cosiddetta ‘Casa del Cinema’ al fine di individuare, sulla base di requisiti e criteri di aggiudicazione predefiniti, la sede più adatta allo svolgimento degli eventi cinematografici in oggetto?.
In pochi anni a Firenze hanno chiuso i battenti una quindicina di sale collocate nel centro della città mentre si è favorita l’apertura di una serie di Multiplex, inclusa la minaccia della multisala di Novoli che ha provocato la reazione dell’Associazione degli esercenti, certa di una conseguente chiusura di Adriano, Flora, Manzoni, tre sale collocate nella periferia più vicina al centro.
Se una casa della cultura cinematografica potrebbe essere l’occasione per rilanciare il cinema di qualità in una condizione che permetta una fruizione cittadina fuori da irraggiungibili agglomerati industriali e soprattutto (nella migliore delle ipotesi) fuori dalle logiche distributive che sono praticate in Italia, questo dovrebbe esser fatto coinvolgendo le stesse associazioni di categoria e scegliendo una location che non permetta di accentrare su di un unico soggetto tutti i vantaggi economici. In una città come Firenze la politica distributiva vigente in Italia, sin dai tempi delle sale Cecchi Gori, si è manifestata in tutta la sua violenza per quello che è; un sistema regolato da meccanismi di strozzinaggio legalizzato capace di mettere in ginocchio non solo le sale in mano a gruppi meno potenti e a rischio di sopravvivenza, ma che ha decretato l’insuccesso di chi ha cercato di favorire i propri affari saturando il mercato interno con quattro titoli programmati a tappeto; di quella storia rimangono alcune meravigliose sale per giocare a Bingo.

Fonti:

Interrogazioni: Casa del cinema, De Zordo: “Quali i criteri e le modalità della sceltà dell’Odeon?”
055news.it
nove.firenze.it
municipioverde.blogspot.it

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