Home nuove illusioni 6 opere di Jonas Mekas (Fondazione Ragghianti, Lucca, 11 ottobre-2 novembre 2008)

6 opere di Jonas Mekas (Fondazione Ragghianti, Lucca, 11 ottobre-2 novembre 2008)

La Fondazione Ragghianti, in collaborazione con il Lucca Film Festival, rende omaggio fino al 2 novembre al regista lituano Jonas Mekas, protagonista indiscusso del New American Cinema. La Fondazione presenta sei opere rappresentative dei diversi ambiti di ricerca con i quali si è confrontato Mekas negli ultimi decenni: video arte, video-installazione, contaminazioni tra cinema e fotografia. Al Lucca Film Festival gli appassionati potranno rivedere alcune delle pellicole che hanno fatto la storia del cinema underground.
I sei esperimenti audiovisivi della mostra puntano a coinvolgere lo spettatore in una serie di suggestioni sinestetiche: è in tal senso paradigmatico Quartets, video-installazione realizzata con sedici monitor disposti in quattro file, il cui violento mix di rumori fa da sottofondo nel limitato spazio espositivo. I video raccontano frammenti di atti di distruzione simbolica e reale: dalla performance di Nam June Paik del 1997 in cui viene distrutto un pianoforte, al crollo del World Trade Center nel 2001, filmato dall’appartamento di Mekas a Soho. Sulle potenzialità dell’assemblaggio di cinquantaquattro segmenti sonori, ricavati dalla registrazioni effettuate dall’artista negli ultimi quarant’anni (i cosiddetti “diari sonori”), è basata l’installazione To Petrarca who walked over the hills of Provence. Il film-diario, alla base del lavoro cinematografico storico di Mekas, si trasforma in una singolare forma di “diario fotografato” nei Frozen Film Frames, fotogrammi cinematografici strappati al flusso temporale della pellicola ed esposti come veri e propri scatti fotografici. La galleria infinita di fotogrammi diviene così un archivio da cui selezionare immagini fotografiche. Come nel caso del film-diario, il criterio di selezione del materiale è formale ed emozionale: Mekas ci presenta amici e luoghi della propria vita che non valgono soltanto in senso autobiografico, ma come ritratto di un’intera generazione – da Brakhage a Warhol – che si rispecchiava in un nuovo modo di fare cinema.
Approdato al video nel 1987, Mekas non rinuncia alla tematica intimistica, particolarmente esplicita nei Video Diari (1987-1995), veri e propri film di famiglia trasformati per l’occasione nella video-installazione Home Movies, composta da otto schermi distribuiti circolarmente. Peraltro, la centralità della forma diaristica nella poetica dell’artista è analizzata criticamente da David James nel saggio pubblicato nel Catalogo della Mostra (6 opere di Jonas Mekas, a cura di Benn Northover, Fondazione Ragghianti, 2008, pp. 87, € 16,00).
Un posto a parte nel panorama dell’esposizione sembrerebbe occupare il film The Song of Italy del 1967, allestito in mostra come si trattasse di un video, ma che richiama evidentemente una stagione precedente del lavoro dell’artista. Il film presenta un viaggio compiuto in Italia da Mekas attraverso il montaggio di rapidi ricordi e brevi scorci di città come Torino, Roma, Assisi.
Non poteva mancare, in questa rievocazione del cinema indipendente, la presenza degli Anthology Film Archives, fondati da Mekas negli anni sessanta e premiati nel 2006 dall’Associazione dei registi cinematografici americani come uno dei centri più significativi al mondo per la conservazione e lo studio del cinema d’avanguardia. A concludere l’esposizione è infatti il video Laboratorium Anthology Film Archives, in gran parte girato da Auguste Varkalis, in cui si documentano scene di vita e di lavoro all’interno degli storici Archivi newyorkesi.

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Lucca Film Festival
Jonas Mekas

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