Jo Philseong è un detective “di provincia”, nella cui zona poco di importante accade, i soldi che riesce a portare a casa sono troppo pochi per mantenere la moglie, che sbarca il lunario stirando calzini, e le due figlie, delle quali vorrebbe essere l’ idolo, senza successo, inevitabilmente crea loro sempre imbarazzo. Jo ha perlopiù il vizio delle scommesse, specialmente sul combattimento di tori, perdendo quel poco rimastogli in tasca. In debito con uno scalcinato gruppo di allibratori, vince finalmente la scommessa che può ripagarlo di tutti i torti e i misfatti causati e subiti, ma il caso vuole che per circostanze quasi fortuite capiti in città un noto ricercato di nome Song Gitae, in cerca della sua ex ragazza per poi fuggire di nuovo con lei all’ estero. Anche lui ha bisogno dei soldi e ruba la vincita di Jo e dei suoi compari. Tra i due partirà una sfida all’ ultimo sangue, in cui alla fine l’eterno perdente avrà il suo giusto riscatto. Il film di Lee Yeon-woo potrebbe superficialmente ricordare “il Cattivo Tenente” versione Ferrara, per via della condotta poco corretta del protagonista e per la cattiva luce che viene gettata per tutta la durata del film sulla polizia coreana. In realtà la sfiga che circonda il protagonista (un magnifico Kim Yoon-suk) è tale da conquistarsi una notevole simpatia e affetto cosi da far virare il film sui toni della commedia. La famiglia imbarazzata dalle sue maldestre operazioni arriva quasi alla rottura, ma il nostro senza perdersi mai d’animo, nonostante una sequela impressionante di sconfitte, persegue senza indietreggiamenti il suo scopo. Scritto elegantemente, il film regala risate sincere, e pure ottime sequenze d’azione, creando spunti di riflessione originali e pertinenti.