Home alcinema The Harvest di Andrea Paco Mariani: la recensione

The Harvest di Andrea Paco Mariani: la recensione

The Harvest è un docu-musical firmato Andrea Paco Mariani e prodotto da Smk Videofactory (una produzione audiovisiva indipendente). Ambientato nell’Agro Pontino, il documentario denuncia attraverso un linguaggio sperimentale ed innovativo lo sfruttamento e il caporalato moderno nel mondo dell’agricoltura nei confronti della comunità dei sikh, impiegati come braccianti e sottoposti a durissime condizioni di lavoro. Oltre al salario bassissimo, alle violenze fisiche e verbali, i lavoratori sono costretti a seguire dei ritmi di lavoro durissimi, motivo per il quale, molti braccianti ricorrono addirittura all’assunzione di sostanze dopanti per arrivare a fine giornata: 14 ore di lavoro al giorno controllati senza sosta dagli occhi vigili del “padrone”.

È proprio questo che ci racconta il documentario di Mariani. Trascorrendo un’intera giornata in quel mondo nascosto, riusciamo a viverlo con gli occhi e con le parole di quei personaggi reali che in quel mondo ci vivono ormai da tempo.

Come filo conduttore, due storie parallele che nel corso della giornata si uniranno.

Da un lato Gurwinder: proveniente dal Punjab, vive con la comunità dei Sikh in un paesino in provincia di Latina. Lo osserviamo a cominciare dalle prime luci del mattino, mentre si prepara per dirigersi verso il suo posto di lavoro, fino a tarda serata. Sarà lui a mostrarci nell’arco di tutta la giornata cosa accade realmente nei capi e nelle serre nelle vicinanze di Latina.

Dall’altro lato Hardeep, nata e cresciuta in Italia è una mediatrice culturale che si dedica all’insegnamento della lingua Italina per i cittadini stranieri. É proprio lei la persona a cui fanno riferimento moltissimi manovali stranieri, vittime di violenze, finti contratti ed irregolarità con i salari. Anche in questo caso sarà lei ad accompagnarci nella sua quotidianità, nelle sue classi dove il messaggio principale che cerca di trasmettere è quanto sia importante lo studio della lingua Italiana: un arricchimento culturale, ma soprattutto l’unica possibile difesa dei lavoratori.

Tutto ciò incorniciato da una forma di narrazione innovativa, che accosta stili tra loro completamente diversi: il classico stile descrittivo documentaristico viene unito con lo stile del musical, mescolando coreografie, generi e danze Punjabi con musiche e scene derivanti dal genere Pop e Rock.

Si può dunque dire che la ricerca musicale -studiata accuratamente- è sicuramente il “plus” di questo documentario. Un espediente utilizzato per non ricadere nel retorico e nel “già visto”, riuscendo a farci riflettere in ugual misura sulle brutalità di quel mondo, ma in maniera differente, alleggerendoci del tutto inaspettatamente la difficile realtà dei fatti.

Exit mobile version