Home alcinema Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore di Wes Anderson (Usa, 2012)

Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore di Wes Anderson (Usa, 2012)

Non c’e’ universo più colorato e pittoresco di quello di Wes AndersonMoonrise Kingdom, film d’apertura a Cannes 2012, arriva nelle sale italiane.  È  il territorio magico del primo amore, la spiaggia solitaria eletta ad alcova da due piccoli innamorati, che paiono una riedizione infantile dei membri delle famiglia Tenenbaum. Il talento del regista texano è tutto racchiuso nella costruzione di personaggi e situazioni stranianti, accostamenti di tonalità bizzarre e reazioni inaspettate, qui calate nell’atmosfera ovattata del Rhode Island dei `60. Ex duri in un inedito (o quasi) ruolo comico, Edward Norton e Bruce Willis reggono il gioco a una banda di scalmanati ragazzini in quella che sembra una parodia di una fiaba di iniziazione e una garbata dissacrazione, con tanto di schermo splittato, di un immaginario ormai tramontato. Il piano sequenza iniziale ci presenta la prima metà de cielo, la famiglia Bishop, con il capofamiglia Bill Murray (attore feticcio di Anderson), la moglie fedifraga Frances McDormand e i quattro figli. La più grande, Suzie, è affetta dalla stessa sindrome che colpiva Margot Tenenbaum (Gwyneth Paltrow), ovvero un mix calibrato di depressione, odio per i genitori e spirito artistico. Dall’altra parte c’è il buffo Sam, orfano occhialuto che distrugge invariabilmente la quiete delle famiglie affidatarie ed è affidato alla cure del capo Scout Ward (Edward Norton). Quando gli sguardi solitari di Sam e di Suzie si incroceranno, la pace della piccola comunità ne risulterà definitivamente sconvolta. Per coronare la loro mistica unione, i due bambini non esiteranno a darsi alla macchia, facendo la spola fra un’isola e l’altra, braccati da un manipolo di solerti scout, di adulti impacciati e di minacciosi assistenti sociali (Tilda Swinton). L’attenzione ai dettagli, la commistione fra ispirazioni musicali e scenografiche (Le carnaval des animaux, nella versione di Bernstein e Britten per i variopinti costumi dello spettacolo ispirato all’Arca di Noé; i libri e i dischi di Suzie), l’accostamento ossimorico dei caratteri sono la carne e il sangue di un film dalla trama volutamente esile, che fa del paradosso e dell’eccesso i suoi punti di forza, pur senza aggiungere molto alla poetica del regista, se non una galleria di personaggi esilaranti. Musiche di Alexandre Desplat con supervisione di Randall Poster; sceneggiatura di Wes Anderson e di Roman Coppola.

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