sabato, Aprile 20, 2024

Venezia 68 – Controcampo Italiano – Qualche Nuvola di Saverio di Biagio (Italia, 2011)

Ci, Diè, Frà, Ivà. Così si chiamano fra di loro i protagonisti di Qualche Nuvola, film d’esordio di Saverio di Biagio che ha debuttato nella sezione Controcampo Italiano; cresciuti insieme nello stesso quartiere, nello stesso comprensorio e nella stessa palazzina romana hanno preso strade diverse: Diego (Michele Alhaique) dopo la morte del padre ha iniziato a fare il muratore, lavoro che porta avanti con passione e nel quale è pure bravo, Cinzia (Greta Sacarano) sogna il matrimonio perfetto ed una casa moderna, con le rubinetterie nuove ma con il letto vintage, Ivan (Primo Reggiani) tira avanti facendo il ladruncolo e Franco (Michele Riondino) è diventato sacerdote. Cinzia e Diego stanno per sposarsi, tutto è già pronto. La mamma di Diego (Paola Tiziana Cruciani) sta già cucendo golfini per il nipotino, che ancora non c’è ma che arriverà senza dubbio presto, e il padre di Cinzia, anche lui muratore nello stesso cantiere del futuro genero, cerca di soddisfare come meglio può le pretese dell’incontentabile figlia per la casa nuova. Contento del lavoro di Diego al cantiere l’Ingegner Carlo (Giulio Sermonti), gli rimedia un incarico extra: la ristrutturazione dell’appartamentino della cugina Viola aspirante fotografa a Trastevere e l’attrazione che nasce subito tra i due ragazzi mette inevitabilmente tutto in discussione.    Commedia dall’impianto classico, molto leggera, molto godibile e molto romanesca Qualche Nuvola prodotta da Fandango. L’amore nato in borgata fra Diego e Cinzia che va avanti dall’adolescenza ha poco a che fare con gli intrecci dei personaggi dei film di Moccia; anche se con loro condividono luoghi e situazioni, possiedono piuttosto la più realistica complessità, i sogni e i desideri di quelli del primo Virzì. Molte le analogie con La bella vita, opera prima del regista livornese: il lavoro manuale, la vita domestica e la coppia alla quale manca qualcosa per una felicità duratura e che rimane sospesa in un continuo desiderare. Buona prova di Michele Alhaique, già interprete di L’uomo che ama e Che bella giornata insieme a Checco Zalone, nel suo primo ruolo da protagonista e nelle vesti inedite di manovale dai muscoli di acciaio ma dal cuore tenero. Brillante e molto convincente Greta Scaranno, Sonia, che lotta sì per il suo uomo ad ogni costo, ma che trova difficile fare i conti con la natura del maschio cacciatore patrocinata da coloro che le stanno intorno. Primo Reggiani un po’ troppo avvenente e  sofisticato per essere la pecora nera del gruppo riesce comunque a fare divertire. Il cameo di Elio Germano, televenditore di mobili, richiama nuovamente a La bella vita di Virzì ricordando il conduttore della tv locale (interpretato allora da Massimo Ghini) rappresentando col suo lessico grottescamente ricercato nel descrivere l’alcova dei futuri sposi “in stile vintage” proprio quel qualcosa di affascinante, esotico e difficilmente accessibile a questi personaggi che vivono e lottano, spesso con molta fatica, per il futuro che hanno già pianificato e che sembra, forse un po’ troppo radicalmente, non avere alcuna alternativa.

Redazione IE Cinema
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