Alice Fassi, Milanese, ma divisa tra il capoluogo lombardo e Parigi, è in realtà una creativa apolide che ha collaborato con numerose realtà internazionali.
Tra queste, un videoclip per il produttore tedesco Purple Disco Machine (Honey Boy), numerosi fashion films per Borsalino, Vogue, Dior, Nowness e soprattutto il lavoro visionario che ha realizzato per il duo statunitense CULTS, intitolato Onions.
Il videoclip, già inserito nella prestigiosa selezione Staff Picks di Vimeo, è una bizzarra fantasia gore, ispirata in egual misura al classico Little Shop of Horrors, più vicina ai valori cromatici della versione di Frank Oz che all’originale diretta da Roger Corman, che tra l’altro era in bianco e nero, ma anche al body horror degli anni ottanta, al cinema scorretto di John Waters e ad una serie di titoli di genere, spesso citati in modo fulmineo, come la lama che parte telepaticamente dalla coltelliera, omaggio ad una sequenza di Carrie di Brian De Palma. Ma c’è veramente di tutto, da Tobe Hooper ad alcuni riferimenti più sottili alla New French Extremity.
Alice ha una raffinatissima capacità combinatoria nel ricontestualizzare in funzione ritmica, sinestetica e narrativa questi frammenti di cinema, di storia dell’advertising, di cultura underground. E non guarda troppo per il sottile quando spinge il pedale sul gore più spinto, dimostrando un amore sincero e appassionato per la prostetica e il cinema fisico tra la fine degli anni ottanta e i primi novanta.
Onions, come in altri lavori della regista milanese, esaspera alcuni elementi della comunicazione mediale, per mostrarne il lato oscuro. Se Choco Hoax era una scorretta satira del greenwashing, prassi che sconfina pericolosamente nel proibizionismo, con la scusa di una prospettiva etico-aziendale, Onions sembra parodiare attraverso gli strumenti di un surrealismo popolare un po’ retrò, il rilancio della dimensione casalinga che sta occupando la rete, tra reel, stories e video ricettari più o meno condensati.
La cucina di Madeline Follin – attrice, musicista e parte del duo CULTS – e il corpo di Brian Oblivion – controparte di Madeline, dj, producer e con un nome che è omaggio esplicito al professor Brian O’Blivion, teorico della nuova chiesa catodica ispirato a Marshall McLuhan nel cronenberghiano Videodrome – si mettono in gioco nel video di Alice Fassi con uno psycho-horror ironico, girato in pellicola Kodak dal direttore della fotografia newyorchese Andrea Gavazzi.
Questa straordinaria fantasia visuale è candidata nella categoria “Most Bizarre” del Berlin Music Video Awards 2025, di cui Indie-eye è media partner.
Gli auguriamo il meglio, perché se lo merita davvero