Dylan Henner è tornato in tempi recenti a collaborare con la AD 93 di Nic Tasker. Dopo l’acclamato The Invention of the Human, lavoro che si interrogava in modo empirico sulle sollecitazioni postumaniste nel passaggio continuo tra organico e inorganico, ha spinto oltre la sua ricerca per indagare altre soglie con You Always Will Be, uscito durante il 2022.
Se nel primo lavoro del musicista attivo in Inghilterra, la voce umana era al centro di successive manipolazioni che confondevano percettivamente la relazione tra sorgente e risultato, il secondo affronta un tema di transito per eccellenza, come quello della morte, raccontandoci un’esperienza nel suo farsi e seguendo l’arco vitale di un individuo, dalla nascita alla scomparsa.
Ispirato da due eventi palindromi legati alla morte dei suoi nonni e alla nascita quasi immediata dei figli, Henner trascende la dimensione personale con una commistione tra acustico ed elettronico, processando strumenti tradizionali e sintetizzandone l’aura, come aveva fatto con la voce per il precedente lavoro. Nel progredire verso la trasformazione estrema, racconta quindi una storia di luce, che sfrutta l’azione della memoria per recuperare sensorialmente le tappe di un viaggio ancestrale, senza escludere il panico, la paura e l’orrore della dissoluzione, ma allo stesso tempo spingendoci a ristabilire quelle connessioni necessarie e tangibili in una fase di inquietanti smaterializzazioni relazionali.
Costituito da un solo brano di 40 minuti, rilegge e reinterpreta l’universo ambient con i frammenti materiali e audiovisuali che si riferiscono alla produzione domestica della famiglia di Henner, scansionando ulteriormente la durata con una serie di titoli che nello svolgimento, rappresentano le tappe di una singola vita che tende all’osservazione universale, dall’infanzia fino alla fine.
A chi gli ha chiesto cosa dovrebbero aspettarsi i suoi ascoltatori, Henner ha risposto: “Musica in cerca di senso“.
Se allora la domanda sottesa da Invention of the Human era il quesito principale di tutta la cyberculturra, ovvero cosa ci rende umani, il nuovo lavoro si spinge oltre, sondando i confini estremi della vita, sin dalle sue origini.
In termini pratici, la musica di Henner mette insieme la pratica del field recording in loco, con la ricerca di numerosi suoni continentali, l’ascolto del suono nello spazio in cui si manifesta, a partire da tutto ciò che definiamo come “natura”, l’amore per la musica corale e per il minimalismo delle origini, quello di Terry Riley per intenderci. Tutto è musica nell’elettronica non riconciliata di Henner, dai modelli linguistici, all’interconnessione ritmica che si verifica tra umano, natura e non umano. Respiri, battiti cardiaci, suoni della tecnologia e del tempo.
Vederlo dal vivo è assistere alla costruzione di un mondo sonoro che supera la dimensione sintetica della musica ambient, attraverso la proposta di un vero e proprio gioco tra materia e memoria.
Il secondo appuntamento di Hand Signed, la rassegna di musica ad alto livello qualitativo proposta da OOH-sounds , NUB Project Space e Musicus Concentus, porta la musica dal vivo di Dylan Henner in Sala Vanni a Firenze, il prossimo 5 maggio 2023. Un evento da non perdere, nella cornice straordinaria di uno spazio immerso nella storia della città, in Piazza del Carmine 14.
L’inizio del concerto è previsto per le 21:15 e il biglietto costa 13 € + Diritti di prevendita (sul sito www.musicusconcentus.com) oppure 20 € alla porta, se ovviamente i biglietti saranno ancora disponibili.
[ Foto stampa e comunicazione, Ufficio Stampa Lorenzo Migno ]
