giovedì, Dicembre 5, 2024

Lolita Terrorist Sounds: il videoclip di Prison Song diretto da Maurizio Vitale

Maurizio Vitale, leader dei Lolita Terrorist Sounds, punk band con base a Berlino, pubblica il singolo di Prison Song, realizzato insieme alla chitarra di Kristof Hahn, già con gli Swans ai tempi del semi“White Light from the Mouth of Infinity”. La recensione del videoclip diretto dallo stesso Vitale

Fondata da Maurizio Vitale, Lolita Terrorist Sounds è una band con base a Berlino, il cui nome è una combinazione burroughsiana tra il noto personaggio di Nabokov e la parola Terrorist. Mentre Vitale può annoverare collaborazioni con musicisti che hanno già lavorato con Einstürzende Neubauten, Swans, Iggy Pop, Thåström, PJ Harvey e i seminali Faust, da parte sua ha prestato il suo talento per i lavori del percussionista Doudou N’Diaye Rose (SN), e per la nota cantante tedesca Andrea Schroeder.

Prison Song” è il nuovo singolo dei Lolita Terrorist Sounds, arricchito dalla partecipazione di Kristof Hahn, già lap-steel guitar nello splendido album degli Swans “White Light from the Mouth of Infinity” (1990).

Per veicolare il nuovo singolo, un videoclip diretto dallo stesso Vitale, dove il frontman interpreta un personaggio androgino e tormentato, rinchiuso in una cella angusta e oscura.

Ispirato all’epistolario di due amanti separati da una sentenza carceraria, il brano segue l’incedere e lo stile del punk DIY a cavallo tra i settanta e gli ottanta, tre minuti e mezzo di bassline sostenutissima che ricorda in parte le atmosfere cupe dei primissimi Modern English, con riferimenti che vanno dai Sucide ai Bauhaus.

Il video è stato girato interamente in formato VHS, mantenendo i difetti di transizione, gli slacci, i principi di smagnetizzazione, senza barare come al contrario succede oggi quando si ricrea la stessa “allure” con i preset digitali dei principali software di montaggio non lineare.

Il video di Vitale in questo senso trattiene una forza notevole, proprio nella capacità di sfruttare l’errore, il difetto e la precarietà del supporto, quasi fosse un’immagine la cui incerta provenienza, affonda tra i “fantasmi” di registrazioni precedenti, come accadeva con le copie di seconda, terza, quarta generazione. Per il resto, la presenza di Vitale, con quella videocamera allo specchio, è assolutamente centrale e ricorda un’attitudine simile nel rapportarsi alla propria immagine, quella praticata da Peter Murphy nella sua videografia.

C’è ovviamente di più, ed è lo stesso Vitale a rivelarcelo, con riferimenti che vanno dal cinema di Slava Tsukerman all’estetica cyberpunk.

Volevo catturare al meglio l’esperienza sonora che il brano offre – ci ha rivelato Maurizio Vitale – un sound grezzo e diretto. Da qui la decisione di girare poche takes con una vecchia videocamera difettosa. La scelta della location è ricaduta su un bunker sovietico situato nella zona di Weissensee, nella ex Berlino Est, semplice ed efficace per esprimere il senso di alienazione descritto nella canzone e per aumentare il distacco tra i due protagonisti, la cui interazione avviene esclusivamente attraverso lo scambio a distanza di lettere e oggetti personali. Al tempo stesso mi piaceva l’idea che i personaggi venissero ritratti con abiti e makeup che richiamassero vagamente l’estetica cyber punk anni ’80/’90 come “Blade runner” e “Liquid Sky” ma anche figure che hanno segnato la storia del cinema come Eric Draven, interpretato da Brandon Lee ne’ “Il Corvo”, il Johnny Depp di “Edward mani di forbice” e i diversi Joker.

Lolita Terrorist Sounds su Facebook

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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