mercoledì, Aprile 24, 2024

Zombie Zombie – Plays John Carpenter: la recensione

Etienne Jaumet e Cosmic Neman,  batterista degli Herman Dune lavorano sotto la sigla Zombie Zombie più o meno dal 2006 collezionando una manciata di 12 pollici, un full lenght e questo recente Zombie Zombie Plays John Carpenter; nome, il loro che molto probabilmente allude ad una cultura cinematografica ben precisa ma che potrebbe trovarsi bene anche tra i suoni dell’omonimo videogame progettato da Quicksilva nel 1984 per le consolle Spectrum ZX, titolo tra l’altro, che la software house britannica, realizzò utilizzando un sistema audio pionieristico per i tempi e assoluto protagonista insieme alla parte più strettamente giocabile dell’arcade.

Sono considerazioni che hanno un certo peso nella costruzione sonora del duo, influenzato da una forma techno old school, dall’amore tutto francese per l’incedere spiraliforme di certo kraut rock riletto nella versione astrale e sognante che ha caratterizzato tutta la lunga rinascita della french-disko, ma soprattutto, gli scheletri che Jaumet nasconde nell’armadio si sono recentemente sgranchiti le ossa nella sua recente uscita solista per Domino Records intitolata Night Music, album promosso con strane posture fagen-iane ma che di malinconico non contiene assolutamente niente, se non quella sensazione di salto nel vuoto restituito da un monolitico, chiarissimo omaggio all’impatto violento del sound Horror anni ’80.

Nessun stupore allora di fronte a questo nuovo ep pubblicato da Versatile records ad inizio novembre 2010, omaggio al Carpenter compositore e alle architetture concepite da Alan Howarth per le sue colonne sonore più note; la tracklist non osa particolarmente anche se le scelte non sono cosi consuete come potrebbero apparire da una scorsa superficiale. Di Escape from N.Y il duo francese sceglie una traccia sottotono come The Bank Robbery e gioca su una percussività alla Can pervertita dall’oscurità dei Suicide; Escape from LA, tema tratto dall’anti-sequel realizzato da Carpenter sulla lunga distanza rispetto al classico originario, ci sembra un modo un po’ truffaldino da parte di Zombie Zombie di riferirsi al tema scritto da Carpenter / Howarth nel 1981; ancora una volta il motorik sembra quello di Martin Rev senza intuizioni capaci di eiaculare qualcosa, più viscoso invece Assault on Precint 13, con l’emersione di una dialettica piano / percussioni che in coda diventa davvero bellissima e visionaria, l’amore per la psichedelia tedesca qui si sente tutto.

Il tema di Halloween pompa più Techno del solito ma in versione decisamente videogame, mentre The Thing, brano praticamente composto da Ennio Morricone in una strana mimesi dello stile Carpenteriano, risulta alla fine il più vicino allo stile personale di Jaumet, con quel sax che emerge dal debordare sintetico del suono e che in Night Music era una delle vie d’uscita più battute.

Donatella Bonato
Donatella Bonato
Veneta, appassionata di tutti quei suoni che alterano la percezione, si è laureata in storia dell'arte nel 2010 e alterna la scrittura critico-musicale al lavoro per alcune fondazioni storiche.

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