giovedì, Marzo 28, 2024

Boy&Bear – Moonfire (V2, 2011)

Presentazioni: i Boy&Bear sono originari della australiana Sydney. Nati inizialmente come esperimento solista del cantante Dave Hosking, il progetto è andato via via allargandosi fino all’attuale conformazione che conta un totale di cinque componenti. Dopo l’uscita dell’EP With Emperor Antarctica del 2010, la band è tornata in studio per registrare Moonfire, loro primo LP. Che il genere di riferimento sia il folk non è di certo un mistero; non solo la presenza di strumenti quali mandolino e banjo forniscono una prima avvisaglia ma anche il fatto che abbiano partecipato al tour di artisti del calibro di Mumford & Sons, Laura Marling e Alessi’s Ark. Nel tour del 2010 lo stesso Marcus Mumford ha più volte chiuso il live elogiando le capacità della band e non è assurdo pensare che gran parte della popolarità di cui i Boy&Bear godono in Australia, abbia beneficiato di questa autorevole pubblicità. Tuttavia avere dei padrini così noti e importanti non sempre si rivela un battesimo lieto. Per quanto i Boy&Bear mostrino senza dubbi le proprie qualità, i suoni e l’album stesso mancano di amalgama e di una direzione precisa. Moonfire affascina fin dall’inizio con gli accordi di apertura di Lordy Mary spezzati dalla voce di Dave (voce straordinariamente simile a Chris Martin dei Coldplay), seduce con i ritmi di Milk&Sticks e sorprende con i ritmi reggae di The Village. Traccia dopo traccia, il tentativo di dare varietà ai suoni emerge come obiettivo primario. Ed è proprio questa ricerca così ostentata a conferire quel senso di posticcio che percorre il disco. Moonfire è un buon debutto che pecca in selezione; nel desiderio di voler battere quanti più sentieri, si dimentica che talvolta less is more e che la semplicità, specialmente per un gruppo che lavora con la materia folk, a volte è la migliore qualità.

Dave Hosking (voce, chitarra)
Jake Tarasenko (basso)
Killian Gavin (chitarra, voce)
Tim Hart (batteria, voce)
Jon Hart (banjo, mandolino, tastiere)

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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