Voice Of A Generation è sicuramente un titolo pretenzioso, su questo non ci piove. In parte i Blitz avevano ragione ad usarlo, però. Formatisi nel 1980 in una cittadina di circa diecimila abitanti, New Mills, per un paio d’anni (dall’81 all’83) furono tra i protagonisti delle indie chart britanniche grazie a singoli e dischi che rispecchiavano appieno la ribellione disperata della seconda ondata punk, negli anni della guerra delle Falklands, dei primi scioperi, dell’avanzata delle destre. Il loro era un punk semplice, diretto, nato sulla strada; questo sia nei suoni, caratterizzati da ritmiche ossessive e veloci e da riff di chitarra altrettanto basilari e grezzi, sia nei testi, basati su poche idee, scontate e poco elaborate, ma che erano quelle che i giovani disoccupati di allora volevano sentire.
Il motivo principale per riascoltare oggi Voice Of A Generation è probabilmente quello storico: difficile trovare nei 17 brani che componevano l’album qualche spunto musicale realmente interessante, sia nei brani più innodici sia in quelli in cui si cercava una maggior elaborazione e una produzione più curata, con richiami goth (come nella cover di Vicious). Sentire a volume altissimo e senza pregiudizi pezzi come We Are The Boys, Propaganda o Your Revolution può però aiutare a capire la voglia di rivolta di quella generazione, che veniva rappresentata perfettamente dai Blitz. Per metà punk, per metà skinhead, trovavano sempre il modo di tirar fuori i tre accordi e i tre versi incendiari, da cantare nel pogo oppure con una birra in mano, in pezzi nati pensando all’oggi e non certo alla gloria futura.
Da segnalare come sempre la minuziosa cura della riedizione della Cherry Red, che comprende una serie di bonus tracks, composte da pezzi apparsi su singoli, raccolte e compilation tra il 1980 e il 1983, oltre a un secondo cd, con una dozzina di demo version e 15 pezzi registrati dal vivo, utili per capire ancor di più l’atmosfera di un concerto dei Blitz, in equilibrio tra il fuoco della rivolta e la voglia di divertirsi di una generazione senza futuro.
This is the voice of a generation/of unemployment and aggravation/life’s too short for wasting time/but because of this I’m wasting mine


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