giovedì, Marzo 28, 2024

Andrea Chimenti, la foto intervista @ Italia Wave 2010

Parlaci di Massimo Fantoni, Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli, che sono i musicisti con i quali hai collaborato di più.

Fantoni è stato un compagno di viaggio impagabile con il quale ci siamo influenzati a vicenda. La stessa cosa posso dire degli altri, personaggi con i quali sono cresciuto.

I Moda insieme ai Litfiba e ai Diaframma sono fiorse il simbolo della New Wave fiorentina degli anni 80. Quali erano i rapporti fra di voi?

I rapporti erano sostanzialmente buoni, visto che dividevamo la stessa sala prove, in via dei Bardi 32, cantina di una umidità mostruosa.

Ci sono mai state frizioni o gelosie tra di voi?

A volte sono nate ma poi alla fine è stata più la collaborazione. Abbiamo comprato il primo basso a metà io e Maroccolo e lo stesso Gianni ci ha fatto da fonico nella nostra tourné in Francia. Era un continuo prestarci la macchina. Ereditammo la Peugeot dei Litfiba, con un cassone sul tettino per gli strumenti e il celophan al posto dei finestrini.

Hai più di una volta musicato spettacoli teatrali. Come consideri questa esperienza?

Molto bella, e devo dire, trovandomi per caso anche a fare l’ attore, è stata per me una esperienza che mi ha dato una libertà che raramente avevo sentito. Poi fare esperienze diverse dal proprio mestiere è per un artista qualcosa che arricchisce sempre moltissimo e che continui a portarti dietro.

In Tempesta di Fiori infatti, pur restando nella forma pop, compaiono molti elementi di composizione che possano rimandare al teatro…

In questo album mi sono “smollato” molto. Anche perché ho parlato molto d’ amore. Era sempre stato un tabù che avevo sempre subito e ad un certo punto ho detto basta. Abbattiamo anche questo tabù.

Come si sono evoluti i tuoi ascolti e i tuoi gusti musicali nel tempo?

Ci sono una serie di influenze che ti segnano indelebilmente, ma questo non significa che col tempo uno scopra cose nuove che ugualmente trovi valide e segua con interesse. Per esempio ho di recente iniziato a collaborare con un gruppo di Arezzo, i Kiddycar, che fanno cose molto diverse dalla mie, ma verso i quali ho una grande ammirazione.

Cosa pensi dei Social Network per diffondere la propria musica. Qual è il tuo rapporto con queste nuove forme di comunicazione?

E’ una possibilità che prima non c’ era e che va sfruttata al massimo, perché ha delle potenzialità infinite. Ho anch’ io il mio facebook che uso abbastanza e trovo, ripeto, che sia quasi indispensabile nel diffondere la musica oggi.

Il tuo concerto di questa sera sarà incentrato sul tuo ultimo lavoro?

Si, ma non tralascerò qualche vecchio pezzo, e ci sarà pure qualche sorpresa

Michele Baldini
Michele Baldini
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