È interessante anche il video di Pelican, con la sua grafica che ricorda gli anni Ottanta. Chi è il regista? Come ci avete lavorato?
Il regista è David Wilson, un ragazzo di Londra. Abbiamo buttato giù qualche idea su come volevamo fosse il video e abbiamo chiesto un po’ in giro chi potesse e volesse farlo. Volevamo qualcosa che rappresentasse brevemente il ciclo di una vita; la sua idea ci è sembrata interessante e anche poi come l’ha sviluppata. Siamo contenti del risultato.
È molto interessante l’uso dei fiati che compaiono in molti brani. Come ci avete lavorato?
Avevamo inserito una sezione fiati già nel disco precedente. All’inizio avevamo deciso che non avremmo usato fiati per questo, invece. Poi ci siamo accorti che per molti brani in realtà il suono dei fiati avrebbe potuto renderli più interessanti. Quindi, all’ultimo minuto, abbiamo deciso di inserire anche i fiati; abbiamo quindi scritto abbastanza di fretta le loro parti usando un programma. Per fortuna conosciamo bene i musicisti che avevano già suonato su Wall Of Arms, quindi è stato abbastanza facile convincerli e mandar loro i file con le loro parti da suonare, che ci hanno restituito in tempi brevi.
In molte vostre recensioni compaiono nomi di gruppi come i Wild Beasts e i Foals; penso che in questi ultimi siano usciti molti gruppi, come quelli appena citati e come anche voi, con canzoni più complesse, mentre qualche anno fa in prevalenza c’erano gruppi più orientati al divertimento e a far ballare. Vi sentite parte di una nuova ondata pop, diversa da quella degli scorsi anni?
Non penso, anche perché non sono band che conosciamo molto o che abbiamo ascoltato in modo particolare. Sicuramente qualche punto in comune con i Wild Beasts e i Foals c’è, nel modo di fare e di intendere la musica, ma non credo di condividere molto con loro o con altre band; pensiamo a fare ciò che vogliamo fare più che altro e penso sia lo stesso per loro, abbiamo avuto evoluzioni indipendenti.
Quest’estate avete in programma partecipazioni a festival?
Sì, certamente.
Preferite suonare ai festival o nei club durante l’inverno?
È difficile dirlo, perché amo entrambe le situazioni. Devo dire però che i festival sono fantastici perché puoi suonare davanti a un numero di persone che nei club raccogli sommando decine di date; abbiamo provato ad esibirci davanti a più di quarantamila persone, una cifra che non potremmo mai raggiungere da soli.
Qual è il miglior festival in cui avete suonato?
Uno dei migliori è l’Oya Festival, a Oslo. Poi mi ricordo con piacere un festival in Giappone, di cui non so dirti esattamente il nome, dove abbiamo suonato davanti a tantissima gente, un pubblico molto particolare. Poi devo citare per forza i festival di Leeds e Reading, che sono quelli “di casa” per noi.
Pensate di fare qualcosa di simile a ciò che avete fatto con Roots Manuva su No Kind Words per una nuova canzone?
Decisamente sì!
Sempre con lui? O con altri rapper?
Con Kanye West!
Davvero?
No, però ci piacerebbe molto! Credo che lavoreremo ancora con Roots Manuva, perché è stato fantastico ciò che abbiamo fatto l’altra volta. Uno dei benefit che si ottengono stando in una band è quello di creare contatti con altri musicisti e poter così sperimentare con loro, fare cose nuove o esaudire sogni che avevi da parte da tempo. Queste possibilità aumentano tanto più hai successo e noi cercheremo di sfruttarle il più possibile, non limitandoci a fare solo ciò che la gente si aspetta da noi, ma facendo anche diventare realtà quelli che sono i nostri sogni!
Siete tutti fan dell’hip-hop o c’è qualcuno di voi più fissato sul genere?
Sì, più o meno tutti, però il più esaltato è Felix, che quando abbiamo registrato quella canzone ha voluto più di tutti lavorare alla produzione, cercando di dare il suono più hip-hop possibile alla sua voce.
Progetti per il futuro?
Molti progetti per il futuro. Appena avremo un momento libero dal tour, visto che per un po’ saremo continuamente in giro, mi piacerebbe scrivere musiche per un film, ammesso che ci sia qualcuno che le voglia per il suo film. Dal disco abbiamo tratto le musiche per un breve film, di dieci minuti, ed è stata una bella soddisfazione quindi ci piacerebbe provare a musicare un lungometraggio. Dobbiamo cercare un regista che voglia lavorare con noi.
Foto galleria completa di Francesca Pontiggia:
The Maccabees in italia:
Date confermate per i Maccabees:
25 aprile, Firenze – Viper
26 aprile, Bologna – Estragon
27 aprile, Roma – Orion Club