venerdì, Maggio 23, 2025

The Rapture, la foto-intervista 7-11-2011 @ Indie-Eye

Avete fatto anche diversi remix per altre band? Qual è il vostro preferito? Il mio è quello di Music Kills Me dei Rinocerose…
L: anche il mio, forse perché ci ho anche cantato.

E invece per quanto riguarda i remix fatti sulle vostre canzoni?
V: mi piace molto quello di Blackstrobe su Sister Saviour.
L: è anche il mio preferito.
V: poi anche il primo che fu fatto per House Of Jealous Lovers da Tom Middleton.

In Sister Saviour cantavate “If I drink myself to death/at least I’ll know I had a good time“. Lo pensate ancora oggi?
L: non bevo da tre anni, dunque per me non è così. Parlo per me, quindi non rappresento il resto della band in questo momento. Quando scrivemmo quella canzone bevevamo tutti di più e amavamo i party e il divertimento; ero più interessato a quello che succedeva dopo lo show piuttosto che a quello che accadeva prima e durante. Poi abbiamo iniziato a suonare concerti sempre più grandi e con questi sono anche aumentate le responsabilità. Se suoni davanti a poche persone, non è un problema enorme se sei ubriaco o messo male, lo è invece se suoni davanti a cinquemila persone. Per questo ho iniziato a prendermi più responsabilità e a cercare di essere un performer migliore, prendendomi più cura di me. Se continui a bere, mangiare schifezze e andare per club ogni notte dopo un po’ diventa sempre più dura; se sei in tour per tre mesi di fila, con sessanta e più concerti, è obbligatorio prendersi cura di sé stessi. Quindi non voglio più bere fino a morire, come diceva la canzone, anche se mi divertirei.

Abbiamo parlato di house, di soul e penso che ci sia anche del gospel nella musica del nuovo disco. Questi sono i tre generi più adatti per cercare qualcosa di superiore attraverso la musica, per parlare di amore e spiritualità…
L: sì, sono d’accordo. Sono interessato a queste cose ora che ho una famiglia, ormai da dieci anni, e anche perché cinque anni fa mia madre si è tolta la vita. Cerco quindi qualcosa che mi convinca che la vita sia qualcosa che vale la pena vivere. Mia nonna si è suicidata, mia madre pure e non voglio essere il prossimo a fare la stessa cosa; quindi ho iniziato a cercare qualcosa per cui vivere. Quando fai arte è strano; per esempio, quando fai un disco è come se mettessi gli stessi abiti per tre anni e non potessi mai toglierli. Io invece voglio avere più spazio quando vado là fuori a fare il mio lavoro, per esprimermi al meglio e fare qualcosa di più elevato. Con il disco precedente questo spazio non c’era, c’era la voglia di bere fino a morire, come abbiamo detto poco fa. Con questo disco il mio proposito era quello di fare altro, qualcosa che non mi portasse al suicidio

The Rapture in rete

The Rapture @ indie-eye.it, la Photo gallery completa:

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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