venerdì, Aprile 19, 2024

Edipo – Bacio Battaglia (Foolica Records, 2012)

Dal Complesso di Edipo a Edipo il complesso. Eh già, perchè chi si aspettava il mansueto cantore, tagliente sì ma non corrosivo, del precedente Hanno ragione i topi (qui la recensione) rimarrà stupito e colpito nell’animo a sentire questo Bacio Battaglia. Nell’episodio precedente il gardesano trattava la generalità della vita con classe e delicatezza, come se stessimo parlando di certo cabaret degli anni ’60 pungente ma comunque politically correct. Il paragone con Daniele Silvestri meno politicizzato e con Dente senza amore reggeva alla perfezione. Ma adesso lo spiazzamento è troppo forte per poter dire la solita frase “vediamo un’evoluzione dai precedenti dischi..”. Bacio Battaglia non fa sconti di alcun genere: verso la dimensione musicale, trattata con mano pesante sui bottoni di Korg e strumenti affini, per dare un suono apertissimo, talvolta pesante e ingombrante (le oltretutto lente Cattivo e Supertele), rimanendo sulle sonorità pop, beat e con accenni di rap; verso le liriche, che puntano talvolta all’estremo particolare (Idroscalo, che tratta il milanese Miami con la stessa accuratezza del Circolo degli Artisti de I Cani), o sulla situazione nazionale (I Nudisti del Mar Baltico che analizza la disfatta della sinistra italiana, ormai incapace di chiamarsi anche sinistra, senza più identità nè simboli a cui attingere per potersi riconoscere). Il candore del precedente lavoro passa la mano a una cruda e cinica analisi umana dietro le lenti della propria esperienza umana. E quindi il rapporto con le donne, con le performance live, con la fine delle relazioni sentimentali, con il proprio passato e la propria storia. Se nel precedente lavoro emergeva il paradossale, l’estrema separazione tra uomo e razionalità, adesso quest’ultimo attributo viene preso in mano da Edipo stesso per mostrare il caos italiano e con cinica perfidia sorridere dicendo “Ve l’avevo detto!”. La virata decisa verso il rap è una decisione presa appunto per attaccare con maggiore vigore il genere umano così incoerente (Il Mondo ha perso). Il risultato forse rimane macchiato da questo astio troppo evidente. Colpa del Fonico è un esempio di ciò. Per il resto, la notevole intelligenza di Fausto Zanardelli, questo il nome dietro lo pseudonimo, si traduce perfettamente nelle liriche. Spero solo che lo sfogo di rabbia termini con questo disco.

Nota conclusiva: suggerisco l’ascolto sia del singolo uscito tempo fa, e qui contenuto, I Baristi Stagionali, leggera come una canzone degli 883, con il singolo qui non contenuto, che sarebbe dovuta approdare all’Ariston di Sanremo, Tu Non Capisci un Pazzo, per intuire il salto notevole sopra ampiamente spiegato nel giro di poco tempo.

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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