venerdì, Aprile 19, 2024

The Black Angels @ Rock En Seine, la foto-intervista

Phosphene Dream è uno dei migliori dischi di questo 2010, col suo approccio alla psichedelia capace di fondere gli anni Sessanta dei 13th Floor Elevators con la modernità heavy che caratterizzava gli episodi precedenti dei Black Angels. Abbiamo incontrato la band di Austin in occasione della partecipazione al Rock En Seine. Ecco quello che hanno detto in conferenza stampa, al netto delle solite domande dedicate alla Francia.

Siete qui al Rock En Seine e in questi giorni avete suonato a diversi festival. In più voi stessi avete creato un festival, l’Austin Psych Fest. Cosa vi piace in particolare dei festival musicali, tanto da spingervi a organizzarne uno vostro?

È la voglia di cercare band che ci piacciano e di riunirle per suonare tutti assieme, alla fine è questo. Questa idea ci è venuta un paio di anni fa, quando abbiamo chiesto a un po’ di band di amici di suonare a questo nostro festival. Per noi è una grande opportunità di mostrare i gruppi che ascoltiamo e che fanno musica che ci piace, simile alla nostra. Col tempo stiamo chiedendo a un numero maggiore di band di suonare al nostro evento e ci giungono richieste anche da parte loro. Resta comunque un piccolo festival, non ha niente a che vedere con eventi grandi come il Rock En Seine, che richiede un’organizzazione perfetta. È bello suonare ai festival, anche andarci come pubblico, ma in quei casi non si pensa alle difficoltà e al lavoro che ci sono dietro. Ora che anche noi organizziamo qualcosa abbiamo iniziato a capire tutto quello che c’è dietro…

Com’è stato il concerto di oggi qui al Rock En Seine? Siete soddisfatti?

In realtà eravamo abbastanza stanchi, non abbiamo dormito molto ieri notte. È abbastanza difficile per noi suonare durante il giorno, perché non riusciamo a riposarci abbastanza dalla tappa precedente. Inoltre il nostro suono è abbastanza notturno, anche se oggi il pubblico è stato grande, molto ricettivo, come sempre in Europa, anche se rispetto agli altri gruppi della giornata abbiamo un sound molto differente.

Durante il concerto avete fatto anche dei pezzi nuovi, presenti sull’album in uscita, Phosphene Dream. Potete raccontarci qualcosa su questo disco? Ci sono differenze rispetto ai vostri lavori precedenti?

Abbiamo lavorato in modo differente questa volta: innanzitutto abbiamo avuto un produttore, Dave Sardy, e penso che sarà un disco più accessibile, che più gente possa capirlo rispetto al precedente Directions To See A Ghost, che era più sperimentale. Penso che in questo caso riusciremo a catturare l’ascoltatore, anche perché le canzoni sono più brevi, ma hanno una struttura migliore.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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