sabato, Aprile 20, 2024

Overlook #1: Fabrizio Modonese Palumbo ci parla della rassegna torinese

Overlook è la nuova rassegna di concerti proposta dal Cinema Classico di Torino e da Movies Inspired, distribuzione cinematografica. Con una prassi simile a quella che consente a distributori agguerriti di acquisire titoli altrimenti banditi dal mercato corrente, la rassegna ideata da Fabrizio Modonese Palumbo si propone di fare lo stesso con una mappatura del tutto particolare della musica indipendente e rilevando nella sala cinematografica il luogo deputato per suoni che evocano immagini. Non è una rassegna di rimusicazione con le immagini al centro, si tratta di una serie di concerti inaugurati il 13 maggio con il set di Larsen + Thor & Friends, per proseguire il successivo 14 maggio con la musica del compositore e liutista olandese Jozef Van Wissem (vincitore a Cannes nel 2013 per migliore colonna sonora con il film di Jim Jarmusch “Only Lovers Left Alive”) e al duo di musica sperimentale composto da Paolo Spaccamonti e Paul Beauchamp, che hanno presentato in anteprima il loro album in uscita ad aprile per Escape From Today Records e Fratto/9 “Torturatori”.

Il secondo appuntamento della rassegna, dopo questa due giorni fitta fitta è previsto per il 1 luglio 2017 con TAGC ovvero The Anti Group Communications, progetto psicoacustico di Adi Newton dei ClockDVA, mentre il terzo è previsto per Ottobre.

Per capire da vicino lo spirito del progetto abbiamo fatto alcune domande a Fabrizio Modonese Palumbo

Of grog Vim, ultimo album come Larsen, è un concept che utilizza elementi sonori eterogenei in forma narrativa. Nel concepirlo c’era l’idea in qualche modo di avvicinarsi alla scrittura cinematografica?

Credo che in tutto il lavoro di Larsen ci sia in qualche modo un forte elemento narrativo, e quindi cinematografico, anche se con “Of Grog Vim” abbiamo applicato la scrittura ad un unico soggetto accentuandone quindi la componente narrativa

Per realizzarlo siete partiti da alcune immagini mentali, leggendarie, storiche, immaginifiche?

Grog Vim si è rivelato a noi come in un sogno, è stata la sua figura in realtà a dettare lo svolgimento dell’album

L’idea di Overlook si connette in qualche modo all’esperienza di Of Grog Vim e in senso più specifico, come è nata?

Non necessariamente, sono due realtà che esistono su piani differenti per quanto per molti versi correlati, come due universi paralleli

La connessione con Stefano Jacono di Movies Inspired come è avvenuta?

Sulla base della loro passione per la musica e della mia per il cinema e per la comune volontà di usare lo splendido spazio del Cinema Classico in tutta la sua potenzialità

Perché il nome di Overlook, il cui richiamo kubrickiano è ovvio, ma che allo stesso tempo si apre allo sguardo in modo molto specifico…

L’idea di Overlook è di Stefano, per come la vedo io si tratta di delineare diversi possibili strati percettivi

Il Cinema Classico è una sala storica Torinese, che tipo di legame affettivo e creativo hai con questa location?

Vedendoci molti film

Ritengo che la salvaguardia delle sale storiche sia d’importanza fondamentale. Berlino, che è una città attenta da sempre alle stratificazioni, ha dedicato molta attenzione al recupero delle sale cinematografiche storiche, numerosissime in tutta la città tra est e ovest. In Italia prevale appunto il “vintage” farlocco, la distrazione, l’oblio e in ultima istanza, la barbarie e la defunzionalizzazione. Cosa ne pensi anche in relazione al progetto che hai messo in piedi?

La fruizione dei film all’interno delle sale cinematografiche rimane unica e non è paragonabile in nessun modo alla visione domestica. I teatri sono una cornice chiusa dove mondi altri si materializzano per la durata di una proiezione. Overlook è un tentativo di riportare il suono al fianco dell’immagine nel contesto che gli spetta di diritto

Sono importanti le vibrazioni dell’ambiente? Non solo in termini acustici, ma anche come risposta alle intenzioni esecutive. Mi viene in mente Alvin Lucier, la registrazione del silenzio, l’effetto morfogenetico delle onde sonore, la cimatica appunto. Sono aspetti importanti per te, soprattutto in un luogo come quello del Cinema Classico?

Assolutamente si, penso ad esempio al lavoro di una band quale The Necks, dove è proprio l’ambiente, la sua estetica e la sua acustica a definire in tempo reale la scrittura musicale

Come hai deciso il cartellone degli artisti coinvolti nel progetto, al di là delle affinità, c’è un criterio narrativo che le sottende?

E’ un progetto in progress, questo ne è solo il primo capitolo e già il secondo e il terzo (rispettivamente a Luglio e Ottobre) sono in via di definizione. Non c’è un’idea di genere, ma di attitudine e di coerenza con le proposte cinematografiche di Movies Inspired, di realtà che possiamo genericamente definire “altre” e che, anche per motivi personali, ci piace vedere tra le mura del Classico

Entriamo nello specifico della rassegna. Non è una sonorizzazione di immagini, non abbina i due aspetti come accade per le rimusicazioni dove la relazione con le immagini è strettissima. Il cinema qui, oltre che per lo spazio deputato, è una dimensione mentale senza apparato. È invisibile e al contrario visibile attraverso la musica. Una scelta suggestiva e difficile, puoi raccontarcela e motivarcela?

Personalmente sono un po stanco del trend delle “sonorizzazioni” poiché spesso tolgono valore a entrambi i linguaggi in atto, quello musicale e quello cinematografico, e preferisco lavorare quindi sull’autonomia delle proposte all’interno però di un immaginario comune
Ci racconti un po’ la data del 13?

È un set di Larsen e Thor & Friends (il progetto di musica minimalista di Thor Harris, già multistrumentista con Swans e Shearwaters). Abbiamo presentato brani di entrambi i nostri repertori in un unico flusso dove le due band hanno interagito tra loro senza soluzione di continuità. La data di Torino è stata l’ultima di un mini-tour dove abbiamo portato sul palco questo esperimento, che è anche una continuazione della collaborazione già intrapresa con Thor sul più recente nostro album come Larsen “Of Grog Vim”

Donatella Bonato
Donatella Bonato
Veneta, appassionata di tutti quei suoni che alterano la percezione, si è laureata in storia dell'arte nel 2010 e alterna la scrittura critico-musicale al lavoro per alcune fondazioni storiche.

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