Come sta andando questo Tree of Life/Infinite Roots tour in Italia, che giunge oggi a metà? Come è nata l’idea e che significato ha il nome?
Miles Seaton: Questo tour italiano sta andando splendidamente. Adoriamo stare qui. Sia gli Akron/Family che gli Oneida hanno una lunga storia di live in questo paese e nel pubblico c’è un ottimo mix di maturo apprezzamento per l’avanguardia, per il jazz e per la musica sperimentale in generale. Il pubblico risponde molto bene, con entusiasmo e partecipazione. Il nome che abbiamo dato al tour rispecchia la nostra tendenza a collaborare con più musicisti possibili, in modo che le radici del nostro albero genealogico possano crescere all’infinito. La nostra musica non proviene mai da un luogo soltanto, ma da tanti luoghi diversi. Il rapporto con Kid è ben consolidato. Quando io e Seth ci siamo trasferiti a Brooklyn gli Oneida erano la band cool…
Kid Millons: uncool, semmai.
MS: Erano come i nostri fratelli più grandi. Per noi è un’opportunità collaborare con persone che guardiamo con ammirazione.
[A Kid] E voi vi sentivate i fratelli più grandi?
KM: [Ride]. Non direi. Sono più vecchio, quello senza dubbio, ma mi son sempre sentito loro coetaneo dal punto di vista artistico. Sto imparando un fottìo da questi qui…
Seth Olinski: Quando siamo arrivati a Brooklyn gli Oneida erano già una band davvero grandiosa. Era d’ispirazione per noi andare a vedere gruppi del genere suonare, per giunta in posti stupendi. Quando sentivamo gli Oneida ci dicevamo sempre: “Wow! Questi fanno cose davvero speciali, diverse dagli altri!”. In questo senso percepivamo il loro essere già lì come un fattore stimolante, da apripista se vuoi.
Quando avete suonato per la prima volta insieme?
KM: Ci siamo incontrati ad un concerto di Damo Suzuki, eravamo la sua band… oops! parte della sua band. Ci siamo trovati fin da subito in sintonia, buttati in jam interminabili, stupende; abbiamo suonato praticamente per due ore e mezza.
Insieme a tanti altri.
KM: Si ma loro non contavano più di tanto: noi eravamo troppo potenti.
[Ridono]
KM: Miles non poteva suonare più forte, ha persino fatto irruzione sulla batteria…
SO: C’era questa violoncellista, Okkyung Lee, che usa improvvisare molto dal vivo. Era seduta tutta concentrata proprio davanti al mio amplificatore e ha smesso di suonare. Io stavo spaccando sul serio…
MS: Altroché.
SO: Non credo lei stesse apprezzando il nostro livello di volume.
MS: Mi sono imbattuto in Okkyung tempo dopo mentre incontravo alcuni nostri amici giapponesi e mi ha detto: “Oh, tu suoni negli Akron/Family” e io: “Eh, sì, ti ricordi?”, “Certo che me lo ricordo, il concerto con Damo Suzuki”, ed io le ho risposto: “Mi spiace tanto!”. E lei: “No, figurati, è che in quel periodo ero abituata a suonare acustico, ero piuttosto sensibile, le mie orecchie soprattutto erano alquanto sensibili”. È stato un sollievo, pensavo le avessimo causato qualche danno all’udito.
KD: Scusaci, stiamo andando un po’ off topic. Dopo quel concerto loro hanno suonato con i miei Oneida, mi hanno invitato a suonare in alcuni show degli Akron e da lì siamo diventati veri e propri fratelli musicali. (continua alla pagina successiva…)