Come si è evoluta la tua musica dal tuo primo disco a Dogs In Spirit?
Il mio primo disco è nato in circostanze completamente diverse. È stato registrato con un gruppo di amici a Basilea, dove vivo. Non avevamo intenzione di metter su una sessione di registrazione in studio vera e propria, l’obiettivo era più quello di incidere dei demo, un processo più home made, anche se poi i pezzi sono capitati in mano alla radio. Dogs In Spirit nasce in studio, grazie al lavoro di musicisti completamente diversi. Ma queste sono solo le differenze formali, col tempo sono cambiati molto anche i contenuti e il mio songwriting.
Nel mentre già studiavi filosofia e letteratura tedesca…
Esatto, ero già in università.
Che ciò abbia influenzato i tuoi “contenuti” suonerà ovvio. Cosa in particolare ha nutrito i tanti temi che si incastrano in Dogs?
Su tutto prevaricano i riferimenti mitologici. Non sono sicura che la filosofia possa di fatto influenzare la creazione di un pezzo. La filosofia, o meglio, la filosofia come io l’ho studiata è un affare molto più formale, ha molto più a che vedere con la logica che con i contenuti. Per me è difficile immaginare un pezzo influenzato dalla filosofia in senso stretto. Certo, se poi studi filosofia politica o altre branche più interessate alla prassi puoi attingere senza problemi, ma non sono mai andata in quella direzione. Sono molto più teoretica!
Dalla Bibbia hai invece attinto a piene mani e ciò ha attirato la curiosità della critica. Suona quasi bizzarro oggi che qualcuno della nostra età vada alla ricerca nella Bibbia di “materiale per musica pop”. Che pensi di questo? Tralasciando l’aspetto strettamente spirituale del tuo lavoro, mi interessa molto questo tuo rapporto con… “le fonti”.
Capisco che intendi ed è una bella domanda. Parlerò per me stessa: sono convinta che la Bibbia sia un libro forte, che può avere un impatto fortissimo sulla vita delle persone. Necessita di studio, certamente, e capisco che non possa essere così per tutti. Credo che l’esperienza spirituale per me sia molto importante, ma al contempo è fondamentale che rimanga strettamente personale: non direi mai a qualcuno “Vatti a leggere la Bibbia”! Se a qualcuno capita di trarre forza dalla Bibbia posso entrare in sintonia e capire quel qualcuno, perché è ciò che capita a me in prima persona. È davvero difficile parlarne, perché riguarda la sfera soggettiva, personale di ognuno.
Nel tuo filone teoretico di studi filosofici ti sarà capitato anche di mettere in discussione i criteri interpretativi della Bibbia.
Sì, assolutamente. Ma quel processo decostruttivo lo trovi nella Bibbia stessa, ti dirò. Mentre studiavo filosofia entravo costantemente in contatto con personalità che combattevano duramente attraverso il proprio pensiero, scontrandosi con la vita, con Dio, con l’ateismo; la cosa interessante è che i personaggi della Bibbia fanno esattamente lo stesso. Di certo il vocabolario e gli strumenti descrittivi sono totalmente differenti e non c’è alcuna pretesa scientifica, ma le stesse questioni sono prese in considerazione. È questo che mi interessa, la battaglia dell’essere umano, della persona per capire la vita. (continua alla pagina successiva…)