venerdì, Marzo 29, 2024

Isterica – Pensieri parole opere ed omissioni: nevrosi, punk e femminismo

Vania Comignani, Gino Russo e Damiano Bosica sono gli Isterica, nati nel 2014 in quel di Londra e artefici di un punk urticante e potentissimo figlio illegittimo di moltissime cose, merito della personalità di Vania Comignani che con scrittura e voce riesce ad orientare e definire gusto e stile personalissimi, impresa non facile in un contesto così battuto e destinato a infinite ripetizioni.

Rispetto alla storia del punk italiano, dagli Skiantos ai CCCP, dai Gaznevada ai Prozac+ gli Isterica attingono alla componente trasversale della nevrosi, esasperandola secondo una prospettiva femminile poi dimenticata nel corso del tempo e che per affinità elettive si ricollega alle provocazioni delle Kandeggina Gang, la band che vedeva alla voce Giovanna Coletti, conosciuta in seguito come Jo Squillo.

Il suono degli isterica è ovviamente aggiornato e non rinuncia ai suoni pieni e muscolari del post-hardcore albiniano, Rye Coalition e Braniac avanti a tutti.
Azzeccatissima la scelta di rifare in chiave punk uno dei classici di Giuni Russo, Adrenalina, perfetto trade union tra il punk e la wave più commerciale italiana degli anni ottanta, crocevia di una nevrosi culturale e sociale che reinventava l’urgenza del punk alla luce delle allora nuove tecnologie che sostituivano le chitarre con i synths.

Ma di quell’isteria robotica ed elettronica (i Matia Bazar di Tango, la stessa Giuni Russo, i Righeira, i Krisma) gli isterica ne distillano lo spirito e lo declinano in chiave rudemente elettrica, riportando sostanzialmente tutto quanto alle origini.

Divertenti e velocissimi, gli Isterica attaccano l’ascoltatore con un impatto sonico non comune e tra un racconto generazionale e l’altro, assestano un pugno in piena faccia a quella lettura del desiderio tutta maschile, ultimo baluardo di un fascismo da prendere definitivamente a sputi in faccia.

Pensieri Parole Opere Omissioni – ISTERICA – teaser

Stefano Bardetti
Stefano Bardetti
Stefano Bardetti, classe 1974, ascolta musica dai tempi appena precedenti al traumatico passaggio da Vinile a CD; non ha mai assimilato il colpo e per questo ne paga le conseguenze.

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