mercoledì, Aprile 24, 2024

Teta Mona – Mad Woman: vibrazioni rastagirl

Teta Mona debutta per Garrincha Go Go, nuova divisione dell’etichetta bolognese nata in congiunzione con Treid Agency.

Dub, roots, dancehall e Raggamuffin sono gli ingredienti di “Mad Woman“, la prima uscita di Teta Colamonaco come solista, ma non la prima esperienza dell’artista pugliese, veterana della musica alternative, già con i londinesi Screaming tea party e spalla per il disco degli Earth, la creatura di Dylan Carlson. Ma il primo amore non si scorda mai e quello per la musica reggae è davvero importante per la Colamonaco. “Mad Woman” è prodotto da Prince Jaguar che con Teta collabora dal primo Ep, “Sheena” dove è incluso un pezzo concepito per solo piano (Stronger than pain) trasformato in un contagioso brano dub dal principe.

Il talento di Teta non si chiude entro le dodici tracce di “Mad Woman”, perché dall’anno scorso la nostra è voce per i Whyte Horses, band psych mancuniana.
E anche questa è un’influenza che si sente nella musica di “Mad Woman”, spesso destinata a percorrere derive di matrice psichedelica e lisergica, ma con moltissimo garbo.

Quello che colpisce dell’album è la tendenza dancehall con gli elementi elettronici ridotti al minimo sindacale e una bella sezione fiati in primo piano a dialogare con la voce sinuosa della Colamonaco. Se si ascolta con attenzione il passaggio da brani come Mad Woman (la title track) fino a Kaya, si capisce il ruolo di sax e tromba nell’economia dell’album, capaci di creare un contrasto con la ripetitività ritmica e di offrire calore e respiro all’ossessività circolare della bassline.

È un dialogo vitale e originale con gli standard, sopratutto quando emergono i brani in italiano, che ci auguriamo aumentino in futuro. Tra le due tracce cantate nella nostra lingua c’è anche spazio per un brano dal primissimo repertorio di Mina. Whiskey fa parte del percorso più Jazz della tigre di cremona ed è una traccia resa nota da un vero e proprio proto-videoclip inserito nel film “Urlatori alla sbarra“, diretto negli anni sessanta da Lucio Fulci.

La versione rastagirl e tutta vibrazioni positive di Teta Mona consente di comprendere a fondo la strategia della Colamonaco, basata sulla suggestione, le sottigliezze del ritmo, e l’utilizzo della voce legato maggiormente all’evocazione piuttosto che alla potenza.
Reggae d’atmosfera, quello con l’etichetta nera.

Bruno Martini
Bruno Martini
Bruno: una laurea in scienze politiche, musica italiana tra gli ascolti principali, e un amore viscerale per tutte le british invasion

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